Perché Dio permette il male?

13680558_597108633795787_8451094398275671017_nDopo un’osservazione superficiale dei fatti, molti giungono alla conclusione che il male trionfi e che gli empi prevalgono sui credenti. Questo modo di pensare, quest’ottica, necessita una correzione. La situazione degli empi è sempre insicura e pericolosa. Il peccato rende l’uomo cieco. Un’ottica di valutazione distorta porta sempre a dubitare di Dio, della Sua giustizia, del Suo amore. La nostra visione del male, della sofferenza, dell’esistenza di Dio, non può mai essere obbiettiva se ignoriamo la Parola di Dio. Concludiamo in modo affrettato che l’obbedienza non paga e che Dio ci prende in giro. Ma sarà poi vero che Dio s’interessa di questo mondo? E se è vero, perché non interviene e non fa cessare il male? Perché ha lasciato agire persone come Hitler e Stalin? Se è davvero Onnipotente, allora perché non annienta i dittatori? Forse non ne è capace? Forse i cristiani vivono in un mondo ingannevole, ingenuo e campato in aria? Forse non vogliono rendersi conto di come stanno le cose? Se dubitiamo della bontà e della potenza di Dio, per forza per forza di cose dubiteremo anche della Sua giustizia. La domanda ritorna con tutta la sua prepotenza: perché Dio permette il male? Dio è sempre lo stesso in perpetuo, e in Lui non c’è alcuna iniquità o ingiustizia! Questa consapevolezza deve penetrare a fondo nella nostra coscienza e diventare una certezza spirituale o puramente intellettuale. Quando i magi provenienti dall’Oriente chiesero ad Erode notizie del luogo in cui era nato il nuovo Re, Erode interrogò subito i farisei e gli scribi. Senza lunghe disquisizioni e riflessioni quegli studiosi poterono indicare Betlemme come paese natale del Messia. Eppure, loro stessi non ci andarono! Non vollero incontrare il Salvatore del mondo, sebbene possedessero tutte le conoscenze necessarie per farlo. I magi ascoltarono la verità, e giunsero a riconoscerla con tutto il cuore, si misero in viaggio e andarono a trovare e adorare il Messia nato.

Se ci troviamo ad affrontare problemi, difficoltà, sofferenze e avversità, non dovremmo comunque mai dubitare dell’assoluta giustizia divina: Dio non è soltanto profondamente giusto, ma per amore si è anche impegnato verso ogni uomo con le Sue promesse. Quando Dio promette qualcosa, lo manterrà senza alcun dubbio. Egli fa quello che dice! Anche se le circostanze sembrano avverse e contrarie, e secondo il nostro punto di vista i fatti mettono in dubbio l’intervento e la giustizia divina, Dio rimane sempre buono, non mancherà mai alla parola data. Questa certezza è di fondamentale importanza nel nostro rapporto con Dio. E’ una verità che non deve mai venire meno nella nostra vita, anche quando tutto sembra contro di essa. Come potremmo mai noi, in quanto creature, lasciarci andare a dubitare della Parola del Nostro Creatore? Tuttavia, l’interrogativo posto all’inizio del capitolo non ha ancora trovato risposta. Sebbene sappiamo che Dio è Onnipotente, che il Suo potere non ha limiti, così come la Sua fedeltà e la Sua giustizia, e che le Sue promesse vengono sempre mantenute, la domanda “Perché Dio permette il male?” rimane ancora sospesa. Sono molte le cose che non riusciamo a comprendere. La Bibbia ci dà una risposta particolarmente interessante. Noi uomini vorremmo che Dio intervenisse subito, bloccasse il malvagio e lo sopprimesse. Ma quando siamo coinvolti direttamente, vogliamo fare ciò che ci pare della nostra vita, senza alcuna limitazione esterna, vogliamo disporre liberamente delle nostre scelte e dei nostri diritti. Perciò Dio dovrebbe intervenire con autorità nella vita degli altri, ma per ciò che riguarda personalmente, neanche a dirlo, deve lasciarci fare e non intromettersi. Questo ragionamento è chiaramente assurdo.

Alcune volte, Dio lascia che le circostanze seguano il proprio corso, affinché il peccato si mostri in tutta la sua realtà. L’uomo separato da Dio deve poter vedere il volto distorto e orribile della propria superbia. In Romani 1:18-32 la Bibbia traccia un quadro impressionante:

“L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere Sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Per questo Dio li ha abbandonati all’impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.
Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento.
Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette”.

La causa di tutti questi misfatti è il peccato dell’uomo che si ribella contro Dio, che ignora la verità, che crede alla menzogna e pone la creatura al di sopra del Creatore. Tutto ciò implica come conseguenza, che l’uomo è preda della propria insensatezza, e Dio smette di intervenire con la propria influenza benefica. Il peccato fa il suo corso e mostra il suo vero volto. La condizione morale del nostro mondo è allarmante! L’uomo si volge contro Dio in modo sempre più arrogante e mette in discussione la Sua autorità. Quello che Dio dice sembra diventare insignificante e superato, quello che Egli pensa dell’uomo non interessa nessuno. L’uomo si fa giudice di se stesso e di Dio. Questo è un modo di pensare perverso. L’uomo, nel proprio accecamento, si è arrogato un’autorità che non gli compete e ha ignorato l’autorità divina. Stiamo raccogliendo i frutti di questo atteggiamento in tutti i campi. Dio ci ha avvertiti: Io vi lascerò andare, e sperimenterete su voi stessi a cosa portano le vostre conoscenze e le vostre filosofie. Dio quindi lascia agli empi la libertà d’azione e il risultato è evidente. Tutto va di male in peggio. Nessuno intravede una via d’uscita. Ciò nonostante, l’uomo continua a ignorare la propria condizione di peccato oppure la nega. Il peccato, comunque, continua la sua opera di divisione e distruzione.

Dio, di tanto in tanto, permette all’uomo di agire indisturbato, perché cominci ad avvertire le conseguenze del peccato. Spesso vorremmo “gustare” il peccato, ma non siamo disposti a sopportare le conseguenze. Dio talvolta lascia andare le cose per il proprio verso affinché l’uomo raccolga ciò cha ha seminato. Non è questa una spiegazione logica per le guerre e le ingiustizie? Di una politica mondiale corrotta e beffatrice sotto i nostri occhi? Di un’omosessualità dilagante e dominatrice che si espande a macchia d’olio? Quando Dio smette di intervenire nel mondo, l’uomo non fa altro che distruggersi e dilaniarsi.

Un’ulteriore causa dell’imperversare della malvagità è la seguente: Dio dà via libera all’uomo affinché il male esploda in tutta la sua evidenza. L’autodistruzione dell’empio diviene così sempre più chiara. La nostra storia è una dimostrazione lampante del fatto che l’uomo ha innalzato se stesso al di sopra di Dio, calunniandolo. Niente può trattenere l’umanità sul suo cammino sbagliato. Gli sviluppi sono drammatici! Si compiono milioni di aborti senza alcuno scrupolo! La natura viene progressivamente distrutta e si muta il patrimonio genetico di animali e piante. Le richieste che Dio pone agli uomini vengono ignorate, il Suo amore viene calpestato. E poi si ha ancora il coraggio di chiedersi come mai Dio dorma! Negli Atti degli Apostoli, al capitolo 12, la Bibbia ci descrive la condanna e l’imprigionamento di Pietro da parte di Erode. Secondo il metro di valutazione umano, era come se Pietro fosse stato condannato a morte. Contemporaneamente, Erode tenne un discorso e venne acclamato come dio dalla folla. Qualunque società assicurativa avrebbe volentieri stilato una polizza-vita a Erode, ma mai a Pietro! La storia invece ci testimonia che Pietro fu liberato miracolosamente e rimase in vita, mentre Erode fu divorato dai vermi. A volte, basta poco perché le cose cambino!

Dio permette il male anche per educare e correggere i propri figli. Dovremmo imparare le lezioni che lui ci vuole impartire e onorarlo. Più zoppichiamo su entrambi i lati e percorriamo le nostre vie, più il male potrà diffondersi velocemente.

L’autore di un conosciutissimo cantico tedesco, Johannes Falk (1768-1826), sopportò grandi sofferenze nella sua vita. Nacque in una famiglia poverissima, suo padre era fabbricante di parrucche a Danzica. Con l’aiuto di una borsa di studio, offerta dalla città, riuscì a ottenere la maturità. I suoi genitori, devoti credenti, osservavano preoccupati come il figlio stava trascurando sempre più la Parola di Dio. Con l’andare del tempo, anzi, egli rinnegò completamente la fede cristiana, ma dopo molte sofferenze ritornò sui suoi passi. I suoi quattro figli morirono uno dopo l’altro per un’epidemia; per primo il figlio di un anno Roderico, subito dopo la figlia di appena due mesi Cecilia, poi Eugenia di sei anni e due settimane più tardi Guido di tre anni. Dopo quest’ultimo funerale, lo stesso Falk si ammalò gravemente. La sua vita rimase sospesa ad un filo. In quella situazione estrema trovò la fede in Gesù Cristo e pose la sua vita nelle mani di Dio. Così la sua esistenza ebbe una svolta. Da allora in poi Falk volle vivere solo per la gloria di Dio, per cui costruì un orfanotrofio e si prese cura fino alla sua morte, di più di 500 bambini.

Gesù chiese una volta ai Suoi discepoli: “Che gioverà infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perderà l’anima sua?” (Marco 8:36). Possiamo supporre che i genitori di Falk abbiano invocato Dio perché il figlio ritrovasse la fede. Il Signore ascolta le preghiere. A questo scopo egli è talvolta costretto a parlarci tramite le sofferenze, in modo da cambiare la nostra ostinatezza in sottomissione. Non è forse vero che alle volte siamo testardi come muli, i quali devono essere spinti con la forza a seguire la strada giusta?
Il tempo qui sulla terra è breve in confronto dell’eternità. Paolo ce lo ricorda consolandoci con le seguenti parole: “Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi” (Romani 8:18).

B.S.

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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