Tripoli – Un passeggero che blocca per ora l’aeroporto perché voleva a tutti costi imbarcarsi con la madre malata su un volo diretto a Tunisi, la figlia dell’ex capo dell’intelligence del vecchio regime, Abduallah Senussi, rapita all’uscita al momento della scarcerazione dalla prigione dove era detenuta. Inoltre, scioperi e proteste nel settore petrolifero che hanno ridotto le esportazioni di petrolio libiche a 160.000 barili al giorno, poliziotti costretti a comprarsi le munizioni per le loro armi al mercato nero…La Libia fatica a due anni dalla fuga di Gheddafi da Tripoli a garantire condizioni di sicurezza stabili che permettano un rilancio dell’economia.
Il problema maggiore è rappresentato dalla circolazione di armi e della presenza delle milizie armate (nella sola Tripoli a fine 2011 ve ne erano 53) che controllano ancora gran parte del Paese. A questo si aggiungono le infiltrazioni delle formazioni jihadiste cacciate dal nord del Mali dopo l’intervento francese agli inizi dell’anno. Algeria, Tunisia e Libia cercano di coordinare i loro sforzi per combattere la minaccia terrorista ma la debolezza delle forze di sicurezza libiche, ancora in fase di riorganizzazione, rende questi sforzi problematici. (Agenzia Fides )