23 milioni di donne mancano all’appello e nessuno fiata

Mancano all’appello del mondo ben 23 milioni di bambine, eppure le femministe non protestano. E’ il risultato di una ricerca condotta da un team di Singapore per conto delle Nazioni Unite: sono 23 milioni di vittime degli aborti selettivi, 22 milioni nelle sole India e Cina. E in Europa, in fatto di aborti, comunque, non stiamo molto meglio.

Ciò che le novelle femministe occidentali non dicono, né i mass media proclamano è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliano cercare la verità: mancano all’appello del mondo ben 23 milioni di bambine. Femmine come le paladine dell’aborto e della immigrazione, urlatrici del proprio utero libero che però nemmeno sussurrano lo scempio omicida che si sta compiendo contro il gentil sesso.

Nei giorni scorsi, un team di ricercatori di Singapore, della United Nations Population Division e degli Stati Uniti ha scoperto che gli aborti basati sul genere portano a distorsioni amplissime nella composizione della popolazione mondiale. Nel loro articolo pubblicato negli Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze , il gruppo descrive come  la ricerca precedente ha dimostrato che il rapporto di genere naturale per gli esseri umani è di circa 100 femmine a 105 bambini maschi. Al momento non è ancora chiaro perché il rapporto non sia 50/50. Tuttavia, in questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno cercato di quantificare meglio l’impatto sulle popolazioni della scelta delle donne di abortire le proprie figlie femmine. Per scoprirlo, i ricercatori hanno intrapreso uno studio a lungo termine che ha comportato l’accesso ai dati demografici e ai censimenti  di 202 paesi dal 1970 al 2017, 12 dei quali erano già noti per aver introdotto ‘pressioni sociali’ a favore dei bambini maschi. Il totale complessivo in tutti i paesi coinvolti nello studio è stato di circa 23,1 milioni di donne scomparse, solo in Cina ed India sono state uccise 22 milioni di bambine con l’aborto selettivo.

Prendiamo atto che, come nella battaglia contro la schiavitù e la mercificazione della maternità surrogata, così anche contro l’aborto selettivo non c’è, né ci saranno, movimenti femministi internazionali che alzeranno la voce. L’aborto per loro non si deve toccare, peccato che sia l’aborto che venga usato come strumento di distruzione di massa per le stesse donne. Tutto ciò, sempre a proposito delle ‘grida femministe’, in un mondo nel quale la fertilità sta decrescendo in modo allarmante, altro che ‘population bomb’! Tutte le previsioni maltusiane e gli allarmi sulla sovrappopolazione globale sono stati smontati recentemente da una ricerca finanziata dalla Bill&Melinda Gates Foundation e pubblicata su Lancet lo scorso novembre. Ebbene, lo studio dimostra come la fertilità mondiale sia diminuita del 49% dal 1950 al 2017 e metà delle nazioni del mondo viva sotto il livello minimo di sopravvivenza dei 2.1 figli per donna. Certo la popolazione mondiale è cresciuta del 200% ma i ricercatori sono molto preoccupati della sostenibilità mondiale che vede e vedrà nel prossimo futuro sempre meno bambini e sempre più anziani oltre i 65 anni. L’Europa, di cui tanto si parla a sproposito in questa lunga campagna elettorale, desta ancor più preoccupazioni nei ricercatori perché nei nostri paesi il sistema di welfare dipende largamente dai lavoratori che finanziano servizi sanitari, pensioni e sicurezza sociale. Di più, i ricercatori muovono una profonda accusa alla cultura occidentale che vede “i bambini attraverso una lente deformata, per la quale i bambini rappresentano una perdita e un peso – perdita della “libertà”, perdita della privacy, salari persi, opportunità perse di viaggiare, indipendenza, persino perdita di sesso”. Dunque la ‘conquista’ dell’aborto e dei sistemi innaturali di pianificazione famigliare, in una parola sesso libero ed irresponsabile, porta e porterà ad una drammatica crisi di sostenibilità del sistema europeo e dei paesi che ne fanno parte.

La ricerca pubblicata da Lancet conferma lo studio dello scorso anno della Fondazione Schuman: Il suicidio demografico in Europa. Le previsioni al 2050, tra trenta anni, sono chiare: si perderanno 49 milioni di lavoratori attivi (20-64 anni), con punte di 11 milioni in Germania, 7 e 8 Milioni in Italia e Spagna. E’ la speranza del futuro che si va spegnendo, non basteranno le autocensure delle novelle femministe europee e casalinghe a fermare i fatti. Mancano femmine e maschi nel mondo, non è di pillole e aborti che il mondo e l’Europa hanno bisogno, ma di politiche ed investimenti per la natalità, l’educazione e la famiglia. C’è poco da urlare alla luna, i fatti registrati dai ricercatori sono chiari, nonostante i silenzi colpevoli di femministe e mass media globali.

Luca Volontè | Lanuovabq.it

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