A chi ha perso un figlio

Un amico mi raccontò di una giovane coppia che aveva perso da poco una bambina durante il parto. La coppia era devastata e nonostante confidasse in Dio, si sentiva spaventosamente sola. Il mio amico, sapendo che avevo perso anche io una bambina appena nata, mi chiese cosa potessi scrivergli per incoraggiare sia loro che tante altre coppie.

Non ti ho mai incontrato, ma ho pregato per te e ho gridato a Dio per te. Non so esattamente cosa provi, perché nessuno può saperlo, ma ti dirò quello che so sulla perdita, sulla consolazione e sulla vita di tuo figlio. Prego che questa lettera possa incoraggiarti in qualche modo.

“Le promesse di Dio ti daranno conforto, ma non faranno sparire magicamente il tuo dolore”.

Lasciare l’ospedale a mani vuote. Mettere un seggiolino vuoto in una cameretta vuota. Non sarebbe dovuta andare così.

Perdere questo figlio così prezioso non era mai stato parte del tuo piano. Con la sua morte, hai perso sogni e piani che non avevi detto ancora a nessuno. Forse non li avevi espressi neanche a te stesso. Quindi come può qualcun altro capire il tuo dolore nell’aver perso tutte le tue speranze segrete?

Molti non sapranno come rispondere al tuo dolore. Alcuni ti eviteranno e ti respingeranno, perché è troppo scomodo restarti accanto. Altri potrebbero offrire supporto, ma non menzioneranno mai il nome di tuo figlio, supponendo che ciò ti rattristi. Non sanno quanto sia importante sentir nominare il suo nome, ricordarlo, accettare la perdita. Altri ancora ti offriranno cliché e frasi pronunciate senza pensare. “Almeno hai un altro bambino. Il cielo aveva bisogno di un altro angelo. Riuscirai ad avere altri figli”. Come se qualcuna di queste frasi fosse d’aiuto.

Alcuni ti offriranno consigli saggi e verità bibliche, molte delle quali le conosci da una vita e a cui hai creduto da sempre. Queste verità potrebbero sembrarti dure da accettare al momento. Potrebbero sembrarti senza senso, banali, anche insensibili, lì nel tuo dolore.

Con un po’ di fiducia avrai accanto quei pochi amici che parleranno poco e pregheranno con semplicità e che non ti offriranno consigli per il momento. Amici che saranno disposti ad entrare nel tuo dolore senza dire una parola e si avvicineranno a te. Coloro che non avranno paura della tua sofferenza. Queste sono le persone che desideri avere accanto a te.

Potresti desiderare di tornare alla vita normale, alla vita di quando ti sentivi spensierata, ma quella vita non esiste più. Questo bambino a cui hai parlato, cantato e che hai nutrito ancor prima che nascesse, ti ha cambiata, nonostante tu ne abbia goduto solo un piccolo scorcio per un momento, oppure per nulla. Il suo ricordo, la sua esistenza ti hanno fatto comprendere la fragilità e la brevità della vita.

Soffrire potrebbe essere la cosa più difficile che farai sulla Terra. Spesso ti sorprenderà nella sua intensità, mentre gli eventi di ogni giorno ti ricorderanno la tua perdita. Noterai donne incinte al supermercato che ti susciteranno emozioni impreviste. Riceverai annunci di nascite da amici che innescheranno lacrime inaspettate. Vedrai bambini che hanno la stessa età del tuo e il dolore si presenterà come se fosse nuovo. Mentre noti tutte queste cose, potrai chiederti: “Perché a me e non ad altri?”

Non c’è risposta a questa domanda. La sofferenza è in gran parte un mistero. Nessuno oltre a Dio sa perché tuo figlio e non un altro. Ma non importa quali siano i propositi di Dio, puoi essere certa che la morte del tuo prezioso bambino non è una punizione di Dio. In Cristo, non c’è più condanna per te. Dio è totalmente dalla tua parte e da quella di tuo figlio. Un giorno vedrai la bellezza che Dio ha tratto dalla sua breve vita.

In seguito alla morte di nostra figlia Jane, di soli due mesi, mi chiesi se la sua vita contasse. Quasi nessuno l’aveva vista, ma mentre leggevo la Bibbia, vidi che Dio aveva compiuto il suo proposito per Jane così come compie il suo proposito per ciascuna delle nostre vite (Salmo 57:2). Jane non aveva capovolto il mondo. Non aveva lasciato un segno nella vita delle altre persone. Non aveva fatto niente di ‘significativo’. Ma in realtà, non abbiamo bisogno di fare niente di significativo nelle nostre vite per essere significativi.

“Quando tutto in noi vuole scappare via, dobbiamo rivolgerci intenzionalmente a Dio”

Il Signore ha un proposito per ogni vita umana e quindi un bambino che muore nel grembo materno ha portato a termine il suo proposito altrettanto pienamente, rispetto a qualcuno che ha vissuto fino alla vecchiaia. Al funerale della sua nipotina appena nata, una mia amica disse che Dio aveva compiuto la parola pronunciata sulla vita della nipotina. La vita di questa bambina, nonostante di breve durata, fu piena di significato e aveva un proposito. Mentre non riusciamo a comprendere perché la sua vita fu più breve delle altre, sappiamo che era preziosa agli occhi di Dio.

Così come la vita del tuo bambino ha importanza, allo stesso modo la tua reazione alla perdita è importante. Non lasciare che questo dolore ti allontani da Dio. Tieniti stretta a Gesù. Lascia che le lacrime fluiscano liberamente. Lamentati mentre leggi i Salmi. Dà voce al tuo dolore e alla sofferenza. Testi come il Salmo 88 mi hanno fornito le parole da gridare a Dio:

“Tu mi hai messo nella fossa più profonda, in luoghi tenebrosi, negli abissi… Perché Signore respingi l’anima mia? Perché nascondi il tuo volto?” (Salmo 88, 6-14)

Quando non ho parole mie, brani della Scrittura come questo, modellano i sentimenti che non riesco ad esprimere.

Comunque sia, potrebbe essere difficile aprire la Bibbia nel mezzo di una sofferenza profonda. Potremmo avere difficoltà ad avvicinarci al Dio che ci ha ferite. Potrebbe sembrarci distante, freddo e possiamo anche non avvertire la sua presenza. Ma non dovremmo credere semplicemente a ciò che sembra naturale. Quando tutto in noi vuole scappare via, dobbiamo rivolgerci intenzionalmente a Dio. Le sue promesse e la sua presenza ci aspettano.

Quando apriamo la Bibbia, il Signore ci parla attraverso di essa. Parole di conforto. Parole Rassicuranti. Parole di grazia. Aggrappati ad esse, Dio è per te, non ti lascerà. Le sue promesse sono verità, è attraverso le pagine delle Scritture che vediamo l’evidenza travolgente dell’amore di Dio. Lui ha donato suo figlio per noi, in modo che noi potessimo vivere con lui per sempre. Le promesse di Dio ti daranno conforto, ma non faranno sparire magicamente il dolore. Il tempo potrà portare via le fitte di dolore, ma queste ferite profonde lasceranno per sempre una cicatrice. Non dimenticherai mai questo bambino, questo piccolino che hai amato, desiderato e custodito per nove mesi. Lo porterai sempre nel tuo cuore fino al giorno in cui Dio ti chiamerà a casa. In quel giorno, quando lo rivedrai, gioirai sapendo che è pienamente felice in cielo e che Dio ha compiuto il suo proposito per la sua vita.

Traduzione a cura di Anna Lombardi.

di Vaneetha Rendall Risner | Coramdeo.it

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