A Lutero non piacevano certi “cappelli”. E nemmeno al Signore!

Tempo fa, vedendo il film che narra la storia di Lutero (dal titolo Luther, in DVD), interpretato dall’attore Joseph Fiennes (nota 1 a fine articolo), ho ringraziato Dio, per il modo in cui quest’uomo rimase fermo nella fede del Vangelo, resistendo alle pressioni del papa perché rinnegasse la sua fedeltà e obbedienza al solo Evangelo.

In una delle scene del film, si vede come il papa – cercando di toglierlo di mezzo – dapprima cercò di adulare Lutero. E come pensò il papa di poterlo adulare? Offrendogli un cappello da cardinale!

Evidentemente, questa intenzione confermava una delle pratiche e degli scandali tipici del Medioevo (la simonia o vendita delle cariche ecclesiastiche). Anzi, in questo caso, il papa era disposto a regalare a Lutero la carica di cardinale, pur di farlo  tacere; pur di farlo smettere di predicare; pur di zittirlo, perché non dicesse più alla gente che gli uomini devono e possono andare a Dio direttamente tramite Gesù e la guida del Vangelo e non tramite la cosiddetta gerarchia ecclesiastica, inventata dagli uomini, con la falsa dottrina della mediazione degli ecclesiastici (v. 1 Timoteo 2: 5).

In sostanza non c’era nulla di sacro in quell’intenzione del papa (di regalare la carica di cardinale a Lutero); egli voleva semplicemente corromperlo, pensando di poterlo comprare.

Ma il piano (diabolico – nel senso di profondamente corrotto – ) del papa fallì. Perché?

Perché Lutero si dimostrò incorruttibile.

E questo fu una sorpresa per il papa (che chissà quanti ne aveva già comprati di uomini a quella maniera)!

Allora il papa rivelò la sua vera intenzione: che non era affatto quella di voler adulare Lutero o di compiacersi con lui, ma quella di eliminarlo. E non essendoci riuscito con l’adulazione e la corruzione, perché in modo imprevisto si ritrovò ad avere di fronte un uomo integro (cosa probabilmente non abituale per lui) provò con l’oppressione, con la “santa” inquisizione.

Comunque al centro di questo pensiero vogliamo mettere il ricordo del rifiuto di Lutero di accettare il cappello di cardinale, ovvero la proposta di assumere una carica ecclesiastica, pur di smetterla di predicare ciò che egli riceveva dalla schietta lettura del Vangelo.

Se volessimo banalizzare potremmo dire che “a Lutero non piacevano i cappelli”. Ma, ovviamente, questa è una battuta, che nasconde un ben altro e più importante e serio messaggio.

Quale?

Il fatto che a Lutero non piacessero i cappelli (mentre probabilmente a molti altri si, tanto da essere disposti a fare qualsiasi cosa pur di poterli indossare), e, in particolare quelli fabbricati dal vaticano (idonei a “coprire il capo”: spegnendo le idee e chiudendo la bocca), significa che davvero Lutero ci teneva al Vangelo; e in questo ‘ci teneva al Vangelo’ c’è tutta una serie di annessi e connessi, che si potrebbero identificare con l’espressione già detta, a suo tempo, dall’apostolo Paolo:

“Se ancora cercassi di piacere agli uomini, non sarei più servo di Cristo” (Galati 1: 10).

In altre parole, amare il cappello propostogli dal papa, sarebbe significato per Lutero (e per ogni vero servo di Dio) rinnegare Cristo, tradire il suo vangelo (come fece Giuda, che si fece comprare dai capi dei sacerdoti).

Non amare quel cappello di cardinale (nota 2 a fine articolo) significa respingere e rifiutare le onorificenze umane, per tenersi fedele al Signore e al suo vangelo.

Non mettere quel cappello per Lutero è potuto significare poter predicare liberamente e francamente la verità del Vangelo alle genti; e non tenersi legato al guinzaglio del papa, che – se gli avesse dato quel cappello – lo avrebbe condizionato nel cosa dire e “predicare”.

Prendere quel cappello sarebbe equivalso a prendere un giogo su di sè; giogo dal quale, invece, Lutero era stato liberato e salvato dalla parola di Dio. Non per nulla Lutero sarà l’autore di quel bel libro intitolato ‘La libertà del cristiano’!

E, ora, caro lettore, veniamo a te e a me. Cosa faremmo noi se un giorno il papa (o chi per lui) ci proponesse un cappello di cardinale?

Oh, lo so che forse io e tu pensiamo che a noi questo non potrà succedere perché siamo fuori dalle fila e dai gioghi di ipocrisia e di potere di molti teologi-sudditi, ma se comunque ci succedesse qualcosa del genere, cosa faremmo?

Ricordiamoci ciò che fece Lutero e, imitandone l’esempio, rifiutiamo “certi tipi di cappelli”!

Al loro posto indossiamo l’elmo della salvezza, che già indossò l’apostolo Paolo e i primi credenti della vera (cioè genuina) chiesa fondata solo sul vangelo e che dà il Signore.

Sicuramente anche il Signore non apprezza certi cappelli, chè sono “troppo costosi” (il loro prezzo infatti è la vendita (o la svendita e il rinnegamento) della fede)!

Meglio attenerci al vestiario di cui parla il Signore nel vangelo.

Se non ci faremo comprare dalla voglia di indossare certi tipi di “cappelli”, un giorno il Signore ci darà una corona che è di gran lunga migliore (2 Timoteo 4: 8; Giacomo 1: 12; 1 Pietro 5: 4; Apocalisse 2: 10; 3: 11)!

Nota 1Film che era uscito un paio di anni fa anche nelle sale cinematografiche italiane, e che è stato presto tolto (censurato) dalle sale (chissà su pressione di chi?!)

Nota 2E qui qualcuno potrebbe dire “Ma che male c’è ad amare il cappello di cardinale”? Beh, presumo che la parola ‘cardinale’ abbia a che fare con l’idea che chi lo indossa (il cardinale, appunto) rivesta il ruolo di ‘cardine’ nel contesto della chiesa cattolica. Cioè? Il cardinale deve servire da cardine nella e per la chiesa cattolica romana. Ovvero? Chi decide di indossare quel cappello, facendo il ‘cardinale’, deve battersi per mantenere fermi i ‘cardini’ (ossia i dogmi) della chiesa cattolica. Ma come avrebbe potuto Lutero battersi per tenere fermi i cardini (i dogmi) della chiesa cattolica, quando questi sono contrari al vero Cardine del Vangelo?! No, la fedeltà al Vangelo, cioè a Cristo, è incompatibile con la fedeltà alle tradizioni che la chiesa cattolica ha introdotto nel tempo (ad opera dei suoi capi – papi e cardinali -) allontanandosi da esso. Come ai Farisei, allora, anche oggi valgono per i papi e i cardinali le parole dette dal Signore: “Voi per la vostra tradizione avete annullato la parola di Dio” (Marco 7: 8). E qual è la conseguenza di un tale mutamento e sviamento? Beh, lo dice il Signore “Invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono precetti d’uomini” (Marco 7: 7)

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com

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