Achille Lauro sotto accusa: “Fa un uso satanico dei simboli religiosi”

Sarò sincero, se parliamo di Achille Lauro come personaggio, vi dico già in partenza che non mi piace. Della sua musica se ne può parlare, è orecchiabile e particolarmente radio friendly.
Non mi piace perché – fra le tante cose, quali dichiarazioni a favore delle droghe – fa un uso irrispettoso dei simboli cristiani.
Dalle sue pagine social è evidente un processo di scristianizzazione che lui e i suoi art directors stanno portando avanti, il tutto mischiato a simboli satanici.

Francesco Bamonte, Presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti ha scritto un duro editoriale sul portale Interris, dopo l’uscita del video di “Me ne Frego“, brano che il cantante romano ha portato a Sanremo 2020:

Achille Lauro è un improvvisato imitatore di rockstar sataniste che si permette di raffigurare la Vergine Maria come un’invasata discinta che sembra presiedere a condotte orgiastiche in un mucchio di corpi nudi e allucinati come in una messa nera. Il vero problema non sono i corpi nudi (ce ne sono ovunque nell’arte più sublime) bensì l’uso satanico di simboli religiosi per farsi notare

Nei suoi shooting e nelle sue apparizioni pubbliche Achille Lauro offende, deride, insulta la fede altrui infangandone i simboli. Ma se qualcuno prova a limitarlo nel degrado, allora diventa una vittima. Questo è ciò che è successo a metà luglio quando per promuovere il suo album “1990 Lauro avrebbe voluto fare affiggere, a Milano, un maxi-cartellone con lui in versione Barbie, o meglio Ken, crocifisso (su una croce fatta di caramelle). Fortunatamente, il cartellone fu censurato e lui… non la prese proprio benissimo.

L’artista non è però nuovo alla blasfemia. Nel 2014 pubblicò l’album “Immortale” concependo il disco come una “bibbia” e dividendo le tracce in “Nuovo Testamento” e “Vecchio Testamento.

Basti dare un’occhiata ai suoi profili social per notare l’uso improprio del simbolo della croce. La sua ultima trovata è stata quella di auto-definirsi un idolo: “Mi cingo la fronte con una croce e rinasco nel mio alter-ego ‘Achille Idol’” (fonte).
Si parla tanto di rispetto nella società odierna: bisogna rispettare tutti ma non i cristiani, a quanto pare. La croce è un simbolo pregno di significati molto da vivere e poco da esibire. Rappresenta la vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato, visto che per i cristiani grazie alla croce Gesù ha vinto la morte in sé e ha riscattato l’umanità dalla condanna.
 Ma forse questo il trapper veronese non lo sa, purtroppo.

Nel videoclip della canzone “No twitter” i simboli satanici sono ancora più evidenti, come la “i” di Achille che si trasforma in una croce invertita (simbolo anticristiano), oppure il numero “666” che appare per qualche istante nei primi secondi della clip.

Nel video del brano sanremese “Me ne frego” Lauro si presenta come una sorta di san Francesco a capo di un’orgia di corpi nudi che si strusciano e si toccano. Inquietante anche la lupa danzante interpretata da Elena D’Amario (ballerina di Amici di Maria De Filippi) ma non quanto il fotogramma in cui il cantante, sempre vestito come il fraticello di Assisi, si spoglia, mostrandosi nudo e senza sesso, con un chiaro richiamo al video del satanista Marilyn Manson in “The Dope Show“, come ad affermare la fluidità di genere (di cui si è fatto paladino) che pervade tutte le immagini.

E dopo tutti questi fotogrammi che si susseguono a tamburo battente, con un ritmo, appunto, “orgiastico”, ciliegina sulla torta è l’immagine finale: la “neo rappresentazione” della Pietà di Michelangelo in cui Lauro, che non ha proprio un’idea modesta di sé, interpreta addirittura Gesù.

Il 21 luglio 2020 pubblicò sui suoi social una frase suscettibile di diverse interpretazioni che, visto il contesto in cui Lauro si muove, lascerebbe abbastanza perplessi.

Sicuramente Achille Lauro ha fatto la sua scelta, quella di percorrere la strada più semplice e, per carità, è liberissimo di percorrerla ma perché offendere, deridere e sminuire la fede di chi ancora crede in un Dio vivente? Strategia di marketing per far parlare di sé? Possibile, ma non è una giustificazione.
La sempre più crescente scristianizzazione ci sta portando a un nuovo scenario sempre più allarmante: c’è chi ignora il Cristianesimo e non si cura di conoscerlo o di farsene almeno un’idea; altri lo ritengono una cosa del passato, di cui non vale la pena occuparsi; altri ancora si sentono assolutamente estranei a esso, in quanto realtà religiosa che pretende di incidere sulla vita umana, in particolare sulla vita morale, e perciò non soltanto rifiutano tale pretesa, ma la combattono aspramente.
Lauro fa parte di quest’ultima categoria di persone. Ha preso di mira il cristianesimo e lo combatte con la sua arte (?! ehm su questo bisognerebbe aprire un capitolo a parte).

Sui social spesso parla della sua generazione come una generazione oppressa e dall’esistenza vana. In realtà non è così, oggi l’umanità ha soltanto perso il bandolo della matassa: Dio. E la soluzione è semplice: tornare a lui. Perché, se perdendo Dio abbiamo perso noi stessi, ritrovando Dio ritroveremo anche noi stessi; e se rinnegando i valori di Dio abbiamo perso tutti i valori, riconoscendo Dio li ritroveremo; e se disconoscendo il senso per cui Dio ci ha creati abbiamo perso ogni senso, ritrovando Dio lo ritroveremo, proprio perché il senso della vita non può essere che in Colui che l’ha creata.
Non lasciatevi quindi incantare da questo stile di vita, né da chi vanta un falso prestigio solo perché crede di inculcare principi rivoluzionari e moderni. Ricercate voi stessi il bandolo della matassa.

https://oltrelamusicablog.com/emanuele-fardella/

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