Acquarello, acqua… fuocherello, fuoco!!

Chi ricorda questo gioco a cui quasi tutti da bambini abbiamo giocato? Un oggetto da trovare o un pensiero da indovinare e si procedeva alla ricerca. Se eri lontano dalla soluzione o dal posto in cui era nascosto l’oggetto, chi sapeva la risposta ti indirizzava, ripetendo: “Acqua, Acquerello…” fino a che, se ti avvicinavi alla meta, sentivi un: “fuocherello, fuochino e poi FUOCO!!!”.
Questa è una vera e propria metafora della nostra vita spirituale.
L’acqua nella Bibbia rappresenta il terrore. Il Diluvio Universale è stata la più grande ed unica tragedia dell’umanità. Tutti perirono tranne Noè e la sua famiglia. Anche il fuoco può rappresentare un pericolo specialmente in estate a causa degli incendi boschivi, ma qui, mentre la colpa molto spesso è dei piromani, il Diluvio fu ordinato da Dio.
Il fuoco rappresenta Lo Spirito Santo. Più stiamo vicino a Lui sulla via della santificazione e della consacrazione e più ubbidiremo al Signore. Isaia quando nello spirito vide il Signore esclamò:
“Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Re, il SIGNORE degli eserciti!” Ma uno dei serafini volò verso di me, tenendo in mano un carbone ardente, tolto con le molle dall’altare. Mi toccò con esso la bocca e disse: «Ecco, questo ti ha toccato le labbra, la tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato»” (Isaia 6:5-7).
Come abbiamo visto in Isaia, il fuoco è uno strumento purificatore e può, se glieLo permettiamo, purificare la nostra vita dai peccati. L’acqua, al contrario del “fuoco”, con le sue forti correnti (i peccati) ti fa allontanare dal Signore. Quando si è immersi con il proprio spirito, con la propria anima e il proprio cuore nelle cose di Dio, Gesù ci mostra il mondo è il peccatore come Lui lo vede.
È nel fuoco che va l’argilla (noi peccatori), ma prima l’argilla deve essere purificata dalle mani del Vasaio. Lui sa quando l’argilla deve essere sbattuta a terra con forza per farne fuoriuscire l’aria per poi essere posta sulla ruota, fino a formare l’oggetto desiderato che, in ultimo, viene messo nel forno ad una temperatura altissima. A quel punto, il fuoco purifica il tutto. Molti, però, non vogliono essere sbattuti a terra, non vogliono essere modellati sulla ruota soprattutto non vogliono entrare nel fuoco della Grazia per essere purificati. Molti vorrebbero una vita in carrozza che porti al cielo.
Nel giochino sopra citato si vede perfettamente che è con il fuoco che si vince e non con l’acqua. E’ con il fuoco di Dio che veniamo santificati, purificati, perfezionati, resi idonei ed adatti a compiere l’opera Sua. Ma se restiamo alle acque lontano dal “fuoco” non si vince.
Indubbiamente l’acqua ha il suo gran valore. Gesù disse: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno” ‭‭(Giovanni‬ ‭7:38‬). Ma quest’acqua scaturisce dal fuoco della Pentecoste. Prima che i 120 si riunissero sull’Alto Solaio, da loro non usciva acqua Viva, ma, dopo che le lingue di fuoco si poggiassero su di loro, gli Apostoli e, Pietro per primo, aprirono i rubinetti dell’acqua della salvezza. Non dobbiamo aspettare il Battesimo nello Spirito Santo per poter testimoniare della nostra salvezza. Lo possiamo fare, anzi abbiamo l’obbligo di testimoniare dell’opera che Cristo ha compiuto in noi.
Non intendo sminuire assolutamente l’acqua che è un bene prezioso per noi, per tutta l’umanità, animali e piante. Se non ci fosse, in 50 giorni i sei miliardi e mezzo di esseri umani morirebbero. Gli alberi, le pianticelle e tutto il resto si seccherebbe. La mia è solo una metafora del giochino “Acqua e fuoco”.
Se paragonato alla vita che svolgiamo, solo se restiamo infuocati nello Spirito Santo potremo resistere agli attacchi del nemico. Se invece restiamo lontani, nel pantano del peccato, saremo anche salvati forse, ma resteremo dei servitori inutili. Saremo vulnerabili alle tentazioni carnali del peccato che facilmente ci avvolgono e vivremo senza la pace e la gioia della salvezza. Non saremo più sicuri di avere Lo Spirito Santo in noi. Dubiteremo della salvezza, saremo meno gentili verso il prossimo, il mondo ci sembrerà che ci sorrida, ci piacerà la TV spazzatura e, spesso, saremo suscettibili e nervosi. Non avremo più pazienza, si diventerà lamentosi e permalosi. Non si avrà più voglia di andare ai culti ma si preferirà stare comodi su un divano a guardare una partita di calcio o un film. La PREGHIERA, soprattutto, non troverà più posto nella nostra vita e la nostra TESTIMONIANZA perderà di sale e rimarrà insipida. Faremo preghiere che non saranno mai esaudite perché non siamo disposti a lasciare “l’acqua per immergerci nel fuoco di Dio”. Ricordiamoci che Dio, per i Suoi nemici e per chi non Lo accetta, è un FUOCO CONSUMANTE. Anche se il Signore “Non frantumerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante; manifesterà la giustizia secondo verità”(Isaia‬ ‭42:3‬ ). Pagheremo le conseguenze dei nostri allontanamenti da Lui e dei nostri peccati, come li pagarono Giacobbe, Davide ed altri che peccarono contro il Signore.
Con questo non dico che tutte le disgrazie, i malanni sono per causa nostra. “… fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il battista” ‭‭(Matteo‬ ‭11:11‬). Nonostante ciò, il Battista finì la sua vita in un tetra prigione e la sua testa finì su un piatto d’argento. Nessuno era più preparato di Paolo, eppure pregò senza ottenere guarigione. Per cui, non ci angustiamo e non facciamo i GIUDICI dei nostri fratelli, perché ci sarà chi ci giudicherà.
Caro fratello o sorella spero che questo semplice messaggio ti sia arrivato al cuore per farti capire che la fedeltà a Dio, la santificazione e la consacrazione sono le cose che riscaldano i nostri cuori, la nostra mente e i nostri occhi che guardano verso il cielo.
Gesù perdonaci e risveglia chi dorme, prima che la tromba suona e ci accorgeremo che la lampada è spenta e non abbiamo più scorta d’olio.
Dio ci benedica!
Ferrentino Francesco La Manna
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