AFGHANISTAN: UN AIUTO CONCRETO E UNA TESTIMONIANZA

La visione di Porte Aperte è quella di assicurare alla Chiesa in Asia centrale l’equipaggiamento e il sostegno necessari per prendersi cura dei tanti rifugiati provenienti dall’Afghanistan che da oltre un anno popolano i Paesi confinanti, mostrando in modo concreto l’amore e la cura di Dio. Attraverso partner locali stiamo infatti rispondendo a necessità di base come cibo, coperte, medicine, vestiti e pannolini, raggiungendo circa 7.000 persone ogni settimana. Abbiamo anche contribuito a fornire acqua pulita sostenendo la costruzione di tre pozzi.

I bisogni delle famiglie

Fatima*, una cristiana, è tra i beneficiari degli aiuti. La storia del suo viaggio per lasciare l’Afghanistan inizia diverso tempo fa, con un omicidio e con la perdita di un figlio durante la pandemia. Quando l’abbiamo incontrata e ci siamo seduti a parlare con lei ci ha infatti detto di avere cinque figli, che l’ultimo di questi è disabile e che un altro non c’è più. Fatima è fuggita dal suo Paese per il rischio reale che i suoi figli morissero. “Mio marito è stato ucciso”, ha detto. “Non avevo altra scelta che prendere i bambini e correre in un posto più sicuro”. Sola, con gli ultimi soldi che le erano rimasti, ha affittato un appartamento. Ora non ha più nulla. La disabilità di suo figlio richiede molte attenzioni e per questo non può mettersi alla ricerca di un lavoro. Tutti i suoi figli sono poco più che bambini.

I bisogni degli adolescenti

Le famiglie dei rifugiati afghani sono spesso numerose, per questo tanti adolescenti si ritrovano a vivere in Paesi stranieri, senza sentirsi al sicuro e senza essere in grado di dare un senso alla propria vita. Non è raro sentire di giovani che coltivano pensieri suicidi.
Per tentare di contrastare la crescita di questo fenomeno, vengono organizzati tornei di calcio e di pallavolo, pensati appositamente per i rifugiati più giovani. Lo sport si è rivelato uno strumento straordinario per raggiungere non solo i ragazzi ma anche i loro genitori. Questo sta dando la possibilità di condividere la Buona Notizia di Gesù con chi non ha mai avuto l’opportunità di ascoltarla.

La nascita di una chiesa domestica

Un contatto locale, che lavora all’interno dei campi per rifugiati afghani e che si prende cura dei più giovani attraverso lo sport, ha iniziato a ospitare a casa sua adolescenti e adulti che in questi mesi hanno deciso di seguire Gesù. È infatti nata una piccola chiesa domestica composta da 15-20 cristiani ex-musulmani.

https://www.porteaperteitalia.org/afghanistan-un-aiuto-e-una-testimonianza-concreta/

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