AFGHANISTAN: UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA

Sono ancora migliaia gli afgani che ogni giorno tentano di lasciare il Paese alla ricerca di cibo e di un rifugio sicuro, lontano dalla violenza talebana. Il gruppo islamico, infatti, ha preso il controllo del Paese lo scorso agosto, generando un vero e proprio esodo dettato dalla paura. Il motivo della persecuzione? La fede in Cristo e i legami con organizzazioni straniere, con il precedente governo o con movimenti attivi nella difesa dei diritti umani.

Il crollo dell’economia, poi, ha peggiorato una situazione già disperata: solo quest’anno, più di 700.000 afgani sono sfollati internamente e altre decine di migliaia di persone hanno lasciato la zona raggiungendo i Paesi confinanti. Se scoperti, è possibile che essi vengano rimandati indietro, verso un destino atroce. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha riferito che i rimpatri dal Pakistan, dall’Iran e dal Tagikistan verso l’Afghanistan sono in aumento.

“Ogni giorno, persone provenienti dall’Afghanistan attraversano a nuoto il fiume e si nascondono nei campi e tra i canneti”, ha detto alla nostra missione una fonte che vive in un paese confinante. “Se le guardie di confine li trovano, li rimandano indietro. Sappiamo che ci sono rifugiati afgani nella nostra capitale e in altre città. Non abbiamo idea di come siano arrivati fin qui, ma ci sono e si nascondono per evitare di essere trovati dalla polizia”.

“La nostra situazione è disperata”, ha raccontato una giovane cristiana afgana a un nostro partner che opera nella regione. Lei è riuscita a fuggire dall’Afghanistan insieme a un parente. “Sto pregando di poter lasciare questo Paese per spostarmi in un luogo più sicuro, perché se dovessi essere rispedita in Afghanistan, sarebbe la fine per me”.

Chiediamo di continuare ad accompagnare con la preghiera i cristiani di questa regione come anche l’intero popolo afgano.

https://www.porteaperteitalia.org/afghanistan-una-questione-di-sopravvivenza/

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