Leader cristiani dell’Africa sub-sahariana si sono riuniti per firmare una dichiarazione in cui affermano di essere “particolarmente presi di mira” dalla violenza estremista nei loro paesi, a causa della loro fede.
Più di 140 firmatari, provenienti da almeno 14 diverse nazioni africane, hanno affermato che, mentre l’estremismo religioso colpisce diversi gruppi, i cristiani “sopportano il peso della violenza”.
Nella dichiarazione è stato anche riportato che la Chiesa africana si sente “sola e non ascoltata”. Vi si legge inoltre: “La minimizzazione o la totale negazione della realtà che viviamo come cristiani non fa che aggiungersi alla nostra angoscia e frustrazione“.
Jabez Musa*, un avvocato nigeriano, ha detto: “Nella Nigeria centro-settentrionale, i cristiani continuano a subire attacchi da parte dei militanti. I loro cari sono stati brutalmente uccisi davanti a loro. Le loro vite sono state devastate dalla violenza. Migliaia di persone sono sfollate e le loro terre ancestrali conquistate dagli aggressori. I cristiani […] ora chiedono giustizia”.
Charles Yabaga Diarra*, un cristiano ex-musulmano e leader di una chiesa in Mali, fuggito da Timbuktu quando i ribelli islamici hanno preso il controllo della città nel 2012, durante un suo intervento ha detto: “Non ci bastano le lacrime per piangere per la violenza che stiamo vivendo. È una situazione senza precedenti. Come cristiani, è tempo di svegliarsi e aprire gli occhi. Dobbiamo far sentire la nostra voce e denunciare questa violenza. Non abbiamo intenzione di prendere le armi, ma non possiamo rimanere in silenzio”.
Nel marzo di quest’anno, il Global Terrorism Index ha annunciato che l’epicentro del terrorismo si è spostato dal Medio Oriente alla regione del Sahel centrale, che ora conta oltre la metà del totale delle vittime a motivo del terrorismo.
Porte Aperte/Open Doors invita a firmare una petizione per garantire protezione, giustizia e restaurazione per i cristiani dell’Africa subsahariana che affrontano la violenza estrema.
*pseudonimi
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