Le gravi violenze in corso nel Manipur hanno letteralmente devastato l’intero Stato causando lo sfollamento di oltre 30.000 persone in altre zone del Paese. La comunità cristiana conta più di 120 morti, oltre 380 chiese attaccate o distrutte, più di 1000 case demolite o date alle fiamme e oltre 250 villaggi attaccati.
Poiché il governo locale ha parzialmente revocato il divieto di navigazione su Internet, sono ora virali video e immagini raccapriccianti contenenti violenze e momenti di panico collettivo. Uno di questi, che ha attirato particolarmente l’attenzione dei media nazionali e internazionali, ritrae due donne cristiane locali, appartenenti alla tribù Kuki-Zo, mentre vengono trascinate fuori da un furgone della polizia, spogliate e fatte sfilare nude mentre uomini appartenenti ai gruppi Arambai Tenggol e Meitei Leepun le molestano.
I video sono circolati con velocità attraverso i social network generando indignazione e domande a livello nazionale e internazionale: Perché la polizia non ha preso alcun provvedimento? Perché è stata presentata una denuncia zero (cioè contro ignoti) quando i volti dei colpevoli sono chiaramente visibili? Perché non è stato effettuato nemmeno un arresto in oltre 80 giorni di conflitti e di violazioni di diritti umani?
Rompendo il suo silenzio dallo scoppio delle violenze, il Primo Ministro dell’India Narendra Modi ha affermato che saranno intraprese azioni severe contro i colpevoli. Anche la Corte Suprema del Paese ha sollecitato il governo a un rapido intervento.
Rachel Reddy*, partner locale di Porte Aperte/Open Doors, riferisce: “È scioccante ciò che sta accadendo. Internet ha ripreso a funzionare parzialmente da poco dopo 80 giorni di blackout, per questo molti crimini simili non sono stati raccontati e, di conseguenza, non sono stati presi provvedimenti. Ci sono ancora disordini, attacchi e scontri denunciati dai cristiani locali. Le nostre preghiere e la nostra presenza sono fondamentali per le persone colpite, i cristiani stanno vivendo conflitti da ogni parte e non c’è tregua alla violenza. I diritti umani sono violati con crudeltà di ogni tipo, non riusciamo a trasmettere a parole il livello di trauma che stanno vivendo le donne e i bambini, insieme alle tante persone colpite”.
A motivo della sensibilità delle immagini riportate nel video, il governo indiano ha emesso un ordine di divieto alla diffusione nel Paese, per limitarne il più possibile la visione. Porte Aperte/Open Doors fa eco a questa decisione, non favorendo la circolazione del video, per tutelare la dignità delle nostre sorelle.
https://www.porteaperteitalia.org/aggiornamento-india-violenza-e-video-nel-manipur/
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