Aggressione alle radici civili e cristiane dell’Italia

img-_innerArt-_just divorced

img-_innerArt-_just divorcedIl direttore ha intelligentemente commentato la decisione della Corte delle Filippine, dimostrando come anche questa decisione sia frutto di un attacco globale alla persona e alla famiglia.

Nello stesso senso si sta muovendo una aggressione alle radici civili e anche cristiane della civiltà italiana. Proposta di Legge Scalfarotto, con relativa ripresa forzata della discussione al Senato, Libretti Unar (promossi e ritirati) ancora oggi nei loro contenuti di fondo propagandati in molte scuole, Matrimonio breve o divorzio breve, distruzione sistematica della Legge 40, il tutto nascosto al grande pubblico dalla simpatia aggressiva del Primo Ministro italiano Renzi.

Tutti questi elementi della aggressione ‘globale’ italiana ci mostrano molte facce di un paese ancora inconsciente della propria radice civile e del proprio valore nell’ambito del contesto internazionale ed europeo. A spingere per l’approvazione della proposta Scalfarotto, al di la delle belle intenzioni pubblicizzate a ridosso della formazione del nuovo esecutivo ( ‘faremo un mediazione su questo tema all’interno delle forze di Governo’), non ci sono solo le pressioni di talune e sinistre associazioni LGBT, c’è anche una parte della magistratura che si concepisce ‘punta di diamante’ della innovazione e promotrice della ‘felicità umana’. Ieri infatti il Tribunale di Grosseto ha riconosciuto la legittimità del matrimonio omosex di una coppia che l’aveva celebrato all’estero.Di fatto ci si avvia verso una ‘parificazione’ tra il matrimonio civile e quello omosex, di fatto con i casi di affidamento di minori a Bologna e Genova, si stanno aprendo le porte alle ‘adozioni’ da parte di coppie LGBT.

Nell’ambito del diritto umano della libertà di pensiero, con qualunque ‘salsa’ sarà condita, la proposta Scalfarotto porterà a un affievolimento della libertà di opinione, espressione e manifestazione di qualunque pensiero contrario alla ideologia LGBT. Le felici notizie sul ritiro dei libretti Unar, seppur caratterizzate dalla assoluta mancanza di applicazione del principio di responsabilità nei confronti del Direttore Unar, non chiudono il problema, ma lo esaltano.Infatti, proprio perché nessuno è stato ritenuto responsabile e nessuno ha pagato per la sconcezza irregolare del finanziamento e della distribuzione di quei libretti, oggi in molte scuole molti insegnanti ritengono loro ‘dovere’ continuare a propagandare la ideologia LGBT. I post facebook e twitter di moltissimi genitori italiani, dimostrano la certezza dell’impunibilità di molti insegnati che da un lato ‘violentano’ i bambini insegnando a loro la bellezza di sentirsi ‘femmine/maschi/etero/omo/trans, dall’altro violano allegramente i diritti dei genitori. Ahimè, come dimostra il nuovo Governo francese dopo la nomina di Laurence Rossignol alla famiglia, “i bambini non appartengono più ai loro genitori”, ma allo Stato.

Con la approvazione unanime del testo base da parte della Commissione Giustizia del Senato per la riduzione dei tempi del divorzio, si giunge dopo 11 anni di battaglie alla conclusione che deve essere previsto anche nel nostro ordinamento anche un terzo matrimonio, oltre a quello religioso e civile con promesse definitive, quello ‘breve’. Lo scopo ultimo della norma, giustificato con la lunghezza dei procedimenti, scusante ridicola nei casi previsti dalla nuova proposta normativa, è quello di assecondare la tendenza all’aumento dei divorzi come se essa fosse di per sé positiva. Certo il classico provincialismo italiano di non voler vedere gli effetti sociali devastanti del ‘matrimonio breve’ in Spagna,i costi per il welfare in Norvegia, la banalissima ‘scomposizione sociale’ spingono ad un ‘coro’ stonato di consensi, accelerando invecchiamento e marginalità del nostro Paese. Tutto ciò in una Italia nella quale ovviamente la famiglia continua a scendere pericolosamente sotto la soglia di povertà, pur avendo svolto la funzione impropria di ‘ammortizzatore sociale’ durante la crisi. Nell’ottobre del 2003, la proposta Montecchi venne bocciata, oggi il ‘picconamento finale’ della cellula fondamentale delle società appare più facile.
Sempre in questi giorni, dopo mesi e anni di lanciati allarmi, la Corte Costituzionale Italiana ha definitivamente chiuso il cerchio e ridotto in macerie quella legge 40 che era costata un decennio di dibattiti parlamentari e, quantomeno, aveva limitato i danni del far west procreativo.

C’è da aspettare le motivazioni della sentenza, soprattutto leggere le eventuali opinioni dissenzienti e capire la rottura avvenuta nel seno della Corte, tuttavia questa decisione ha distrutto il principio filosofico e del diritto comune che cioè il figlio sia una persona con la propria dignità umana e non invece, come affermato direttamente o indirettamente dalla sentenza, un oggetto di desideri altrui. Così facendo il diritti dei figli a conoscere e vivere con i propri genitori vanno in soffitta e, non siamo distanti, al momento che anche la diversità sessuale dei genitori venga archiviata come vetusta tradizione retrograda.

Tutto ciò accade nell’ordinaria confusione politica e mass mediatica italiana, aggravata da incomprensibile strategia ecclesiale. Infatti, dopo la presidenza Ruini e i primi anni di Bagnasco, ora moltissimi cittadini italiani si sentono ‘senza bussola’, mancano cioè quei giudizi forti e pubblici che indicavano pericoli e aprivano orizzonti di azione. Questo è un male per molte ragioni: sino agli anni ’90 la Dc diceva e faceva spesso il bene comune, poi era la Cei ad occupare lo spazio pubblico.Ora non solo mancano riferimenti di partiti di massa ancorati al bene comune e alle radici cristiane, manca pure la costante presenza di un giudizio autorevole. Non tutto il male viene per nuocere, ora è il tempo dei laici cristiani e non, un tempo di verità nel quale sarà più facile l’incontro tra uomini ‘veri’, più proficua la loro amicizia, più essenziale la loro opera ricostruttiva.

Fonte: http://www.lanuovabq.it/

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook