Amore Eterno

immagini-amore-infinito“Per un breve istante io ti ho abbandonata, ma con immensa compassione io ti raccoglierò. In un accesso d’ira, t’ho per un momento nascosta la mia faccia, ma con un amore eterno avrò pietà di te, dice l’Eterno, il tuo Redentore”. (Isaia 54:7,8)Il popolo di Israele si trovava in cattività a Babilonia e Dia, tramite il profeta Isaia, invia al Suo popolo il soccorso ed il sollievo opportuni. La vendetta, per un torto subito, non è nella filosofia di Dio, anzi Lui aspetta fin tanto che vede uno spiraglio di pentimento nel cuore dell’uomo e usala più immensa compassione per chi desidera tornare a Lui con più forza e con più umiltà rispetto a prima. Quí in questi versetti Dio parla al Suo popolo come ad una sposa che ha tradito il compagno della vita; come ad una chiesa che non cammina compatta; come ad una comunità che durante il cammino si è smarrita; come ad una famiglia che ha perso l’entusiasmo e ad un primo momento sembrerebbe che Dio si è allontanato dal Suo popolo per un Suo “arcano volere”. Bisogna invece considerare che quando l’uomo è separato da Dio è perché il peccato “crea” un distacco; un muro insormontabile, una montagna inaccessibile, una voragine incolmabile, una colpa più o meno grande che l’uomo ha commesso che non gli permette di continuare ad avere una continua, vera comunione con Dio, specie se questo peccato non è confessato a Dio e perdonato da Dio. Quindi le parole “…io ti ho abbandonata…” equivalgono a dire “tu hai peccato”. Si, perché quando c’è una separazione tra Dio e l’uomo, il peccato di quest’ultimo è vivo, presente, incoffessato, lacerante e separatore. Dove c’è il peccato, non c’è comunione, non c’è armonia, non c’è e non ci può essere un dialogo con Dio, non perché Dio abbandona, ma perché in presenza del peccato, Dio non può avere piena comunione amichevole con l’uomo. E’solo per la misericordia divina che l’uomo viene esortato, invitato, quasi costretto in mille modi al ravvedimento. La separazione da Dio è molto grave per la Sua sposa, per “una chiesa”, per una famiglia o per un singolo credente; solo quando c’è un ravvedimento, un cuore spezzato che Dio si muove con un gesto d’amore, con una esortazione della Sua Parola, tramite un profeta affinché venga ripresa la comunione. Le parole “….per un breve istante” sono soggettive; infatti consideriamo che l’uomo vive nel tempo e misura il tempo in un certo modo ed un istante sarebbe un tempo brevissimo; ma consideriamo pure che Dio vive nell’eternità e non è legato al “tempo umano”, quindi un breve e istante può essere per Lui quello che per noi umani sarà u  tempo prolungato come una settimana, un mese, un anno, ecc. ecc. Ma a prescindere da quanto può essere lungo il “breve istante di Dio”, Egli lo contrappone all’eternità del Suo amore. Quindi se per un certo periodo di tempo possiamo non sentire più, per via del peccato commesso, la comunione con Dio, sappiamo che Lui comunque ci ama di un amore eterno; amore che non meritiamo, che non abbiamo guadagnato; amore che non ci viene dato come frutto di una simpatia o raccomandazione, ma un amore che ci viene donato, per grazia. Nella Bibbia possiamo notare che a volte la proporzione di Dio è amorevolmente sproporzionata in favore dell’uomo.

In Esodo 20:5,6 è scritto: “……che punisco l’iniquità dei padri sui figlioli fino alla terza ed alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti”.
In Isaia, nel passo in questione Dio contrappone “il breve istante” in cui “abbandona” il Suo popolo con l’eternità con cui lo ama.
Allora non ci conviene assolutamente essere nemici di Dio, perché comunque sia, Egli vuole il nostro bene. Non è naturale che Dio nasconda la Sua faccia all’occhio spirituale dell’uomo, ma se lo fa è perché l’uomo ha posto fra se e Dio un’ostacolo che si chiama peccato. Ora se ti trovi nella condizione in cui non senti più la comunione con Dio, non pensare che Lui ti ha abbandonato, che si è stancato di te, che non vuole più sapere nulla di te; piuttosto cerca il problema nel tuo cuore, nella tua bocca, nella tua mente, nei tuoi desideri espressi, nei tuoi gesti e nei tuoi comportamenti. Dio conosce ogni cosa, sa ogni cosa, considera ogni cosa e non è certo un bambino capriccioso che ora piange e poi ride senza un apparente motivo. Se si è separato da te (o per meglio dire, se Lui non sente più comunione con te), è perché tu, caro fratello, cara sorella hai “creato” la separazione, ma stai pur certo/a che Dio si è semplicemente messo un po in disparte, ma continua ad osservarti, a considerare il tuo stato d’animo, a comprenderti e ad avere compassione di te. Ora, in questo stesso istante, se riconosci di essere venuto meno, che hai peccato contro Dio e contro il tuo prossimo, chiedi perdono a Dio con santa umiltà e con il santo proposito di far meglio la prossima volta e Lui ti farà comprendere nella pratica che “il Suo allontanamento” è stato per un istante, ma il Suo amore per te, non solo non è mai diminuito, ma è stato, è, e sarà eterno, perchè Lui ha pietà di te, di me, della tua famiglia come della mia, della tua Comunità, come della mia. Se l’amore di Dio dovrebbe spandersi nel cuore dell’uomo in proporzione alla nostra fedeltà in Lui, Dio non potrebbe amare come ci ama, infatti è scritto che “….mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8).
Dio non ha nessun piacere a separarsi da te, da me, dalle famiglie, dalle Comunità e se questo succede non è mai per un suo demerito, ma è segno che è venuta meno la nostra fedeltà nei Suoi confronti.
Il Signore Iddio ci dia grazia di:
– riconoscere che da soli non possiamo fare nulla e che abbiamo bisogno del Suo amorevole e costante aiuto;
– riconoscere che quando “cadiamo” nasce “il breve istante” in cui non possiamo sentire la comunione con Dio, ma non perchè Lui ci rifiuta, ma perchè pur amandoci tali e quali come siamo, odia il nostro peccato e per la Sua Santità, non può avere comunione con noi;
– comprendere che a prescindere da quante sono e da quanto gravi possano essere le nostre “cadute”, Lui non vuole separarsi da noi, ma desidera ardentemente, (e solo per il nostro bene, che avendo confessato il nostro peccato), riconciliarci con Lui ed accordarci per l’eternità il Suo amore perfetto, santo, infinito, sublime, profondo e meraviglioso che ci fa entrare in una dimensione nuova ed in piena comunione con Lui.
Esaminiamo, quindi, noi stessi, ravvediamoci e gridiamo a Lui affinchè possa abbreviare “il Suo breve istante”.

Fr. Aurelio Palazzolo – notiziecristiane.com

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