APPARTENGO A TE

GLI UOMINI CHE APPARTENGONO A DIO NON POSSONO DECIDERE DELLA PROPRIA VITA.

Ho letto e riletto molte storie di uomini nella Bibbia e mi accorgo dopo un’attenta riflessione che nessuno di essi, partendo da Adamo per concludere con Gesù, nella propria vita, avrebbe potuto fare ciò che voleva.

Ciascuno di loro per compiere il proprio cammino si è piegato alla volontà del Signore.

Salvo commettere errori pagati a caro prezzo, non Gesù certamente.

Adamo è ovviamente l’esempio più evidente di ciò che dico. Ancora di più! gli era stato detto per filo e per segno di non fare ciò che poi ha fatto! Lasciando questo imprinting ai successori.

Genesi 3:1 Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» 2 La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”».

Si potrebbe dire: “Detto, fatto!”

Forse Noè avrebbe potuto non costruire l’arca? Certo che no!

Mosè dal suo canto tentò di discutere con Dio. Il Signore lo aveva scelto ma egli cercava di mettere in evidenza la propria inadeguatezza nel parlare. Ovvio, nulla avrebbe potuto fare contro la volontà divina.

Re Davide forse più di tutti pone l’accento su ciò che dico. Nella sua storia appare spesso in modo eclatante la sua umanità.

I suoi errori esprimono in modo ineccepibile la sua carnalità, ma alla fine anche il suo amore per Dio.

Il gesto autorevole arrogante di ordinare un censimento non voluto dal Signore costò caro a lui e al popolo.

La trasgressione e l’adulterio caddero sulla sua famiglia.

Il pentimento però lo riportava nell’ordine e poiché scelto da Dio non poteva che riprendere il suo cammino. Come lui molti e sopratutto i profeti.

Compito arduo quello di manifestare la volontà di Dio ad un popolo dal collo duro.

Essi si attiravano le angherie della popolazione che preferiva ascoltare falsi profeti, bugiardi e consenzienti.

LA STESSA COSA ACCADE OGGI

Coloro che seguono il Signore devono rinunciare a se stessi, o quantomeno mettersi in secondo piano rispetto alla volontà divina.

Questo apparente rinunciare a se stessi, non è altro lasciare fruire da se il pensiero di Dio. Che come sappiamo a pensieri molto diversi dai nostri.

Si potrebbe dire espletare la nostra funzione, ovvero entrare nel “servizio” dare e darsi è l’unico sistema.

Non è una casualità l’essere venuti all’esistenza, il pensiero divino ci ha pensati come parte della Creazione con un disegno proprio da portare a compimento. Ed è proprio quando lasciamo che ciò si compia che entriamo nella perfetta benedizione della Sua pace.

Finalmente siamo chi dobbiamo essere e nessuno scompenso esiste più in noi.

Non essere in opposizione è la migliore cosa che un individuo può fare.

Tuttavia ci viene difficile, la nostra vista miope stringe gli occhi quando guardiamo al personale, “alle nostre cose”

Non è una battaglia senza nemico e il mondo materiale ha le sue carte da giocare. Il male ha le sue specifiche armi e le punta sul nostro ego, là dove l’uomo è quasi sempre scoperto. Farò ciò che voglio e non ciò che mi dice il consiglio divino. Così mentre esercitola mia “libera” scelta mi lego con le mie stesse mani

Acuiamo i sensi convinti erroneamente di trarre benessere o di essere benedetti quando tutto fila liscio nella nostra vita, inconsapevoli agiamo senza renderci conto che quelle brevi soddisfazioni sono il nostro pagamento già, è tutto ciò che avremo in cambio della nostra vita.

Essa è priva d’intoppi, siamo riusciti a condurla là dove volevamo. Tronfi ci beiamo dei nostri risultati, senza renderci conto che abbiamo strappato dalle mani del Signore l’autorità di governare le nostre vite.

Luca 12:16 E disse loro questa parabola: «La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; 17 egli ragionava così, fra sé: “Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?” E disse: 18 “Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, 19 e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'”. 20 Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?”

Finalmente la nostra caparbietà, la nostra costanza hanno fatto sì che gli eventi siano divenuti ciò che abbiamo voluto ma non quello che Dio ha voluto per noi.

Abbiamo deciso che Dio fosse allontanato dalla nostra vita, così non è lui a manovrare il timone ma noi, quindi le nostre vite non hanno origini divine ma umane, con le evidenti conseguenze che ne derivano.

Le cose umane hanno un termine inamovibile, le cose divine hanno un futuro eterno.

Penserete: “Beh! Dio può ogni cosa, può riparare la mia vita con una semplice parola. Pur se ho sbagliato Dio è buono”

La risposta semplice è: “perché Dio dovrebbe farlo?”

Sarebbe paradossale no? se sbagliando per non volere accettare nessun consiglio che alla fine non si pagasse nessuna conseguenza. Quando si parla di Dio si parla sopratutto di giustizia.

Tornerei indietro di un bel po’ di tempo, diciamo alla Creazione.

Il Signore creò ogni cosa a secondo del suo volere e ogni cosa vive, crede e progredisce a secondo del suo pensiero ancora oggi, tutto, tranne l’uomo ostile!

L’unico ad avere un discernimento specifico razionale e non istintivo, spesso anzi sempre, non segue la ragione pura della vita, la volontà divina.

O qualcosa è andata storta nella Creazione? O un motivo specifico ci deve essere.

Tutta la Creazione fu per opera del pensiero di Dio pronunciato, tranne l’uomo, che Egli formò con le Sue mani, questo è segno dell’amore particolare di Dio per l’uomo ma mentre ogni creatura ama Dio spontaneamente l’uomo no! Anzi proprio colui che è tanto amato da Dio è quello che meno lo ama.

Ed è proprio per questo che l’uomo può scegliere.

Vorreste a forza l’amore di un uomo o di una donna? Di una moglie o di un marito di un fidanzato o una fidanzata. Quale sofferenza e quanto dolore.

Sì è proprio per questo che abbiamo una scelta, un vincolo d’amore così com’è stato per tutti coloro che hanno fatto la volontà del Signore nella propria vita, costi quello che costi.

Ed è proprio per questo che in fine il Signore Gesù desidera chiamare sua sposa chi lo ama incondizionatamente e lo dimostra facendo la Sua volontà.

Francesco Blaganò

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