Arezzo, padre condannato ad un mese per aver dato uno schiaffo al figlio 6 anni

schiaffo_figlioAREZZO – Il figlio di sei anni non voleva leggere e così è partito uno schiaffo del padre: un gesto che è costato all’uomo una condanna a un mese, pena sospesa, per abuso dei mezzi di correzione.

Ad accorgersi dell’accaduto, qualche anno fa, è stata la moglie – oggi diventata ex – per la quale il tribunale di Arezzo ha previsto anche un risarcimento.

Come riporta Repubblica:

Il nostro Paese è tra i pochi in Europa che non ha un divieto legislativo di punizioni corporali. Cioè l’uso di mezzi di correzione, ad esempio la sculacciata, non è reato. Si entra nel penale quando si abusa e quindi si esercita una violenza. Nel caso toscano, inoltre, il bambino ha riportato dei danni e quindi è scattata anche l’aggravante delle lesioni.

Proprio pochi giorni fa in Francia, a Limoges, il tribunale ha condannato un altro padre reo confesso di aver dato una sculacciata al figlio di nove anni che si rifiutava di salutarlo. Il genitore ha difeso i suoi metodi educativi. Ma non ha convinto i giudici. Infatti è stato condannato a 500 euro per “violenze su minori e umiliazioni “.

imagesDisciplina i tuoi figli. La Parola di Dio comanda ai genitori di allevare i propri figli in disciplina e in ammonizione del Signore (Efesini 6:4), e per fare questo è necessario in certe circostanze usare la verga, secondo che è scritto: “La follia è legata al cuore del fanciullo, ma la verga della correzione l’allontanerà da lui” (Proverbi 22:15). Papà stabiliva le regole. ma quand’era necessario ricorreva alla disciplina biblica. Sebbene non avessimo dubbi riguardo al suo amore per noi, non ci lesinava all’occorrenza un trattamento di rigore con una bella sculacciata. L’uso della verga contro i propri figli è quindi una manifestazione di amore verso di essi, il suo non uso invece una manifestazione di odio, perché è scritto: “Chi risparmia la verga odia il suo figliuolo, ma chi l’ama, lo corregge per tempo” (Proverbi 13:24). Quindi? “Non risparmiare la correzione al fanciullo; se lo batti con la verga, non ne morrà; lo batterai con la verga, ma libererai l’anima sua dal soggiorno de’ morti” (Proverbi 23:13-14). Per noi bambini allora non era esattamente il “massimo”, ma ne avevamo bisogno e adesso ringraziamo Dio al tal riguardo.

FONTE

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