Arriva Dorian, ma non è la star di Oscar Wilde

Come da previsioni, l’uragano Dorian, classificato come il secondo hurricane (tradotto “Dio del vento”) più forte della storia dopo l’uragano Allen del 1980, si è abbattuto con estrema violenza sulle celeberrime isole delle Bahamas, arcipelago di circa 700 isole e isolotti dove la barriera corallina rende le acque trasparenti e la natura è ancora incontaminata: i venti quasi a 300 km orari e le piogge torrenziali hanno devastato granparte dell’arcipelago, causando al momento solo una vittima.

Il temibile uragano di categoria 5 (grado massimo) ora si dirige sulle coste delle Florida dove sono state evacuate ben 1 milione di persone, sì da spingere il presidente degli States Donald Trump in un tweet a “pregare” per l’America, visto che Dorian si presenta come un uragano mortale e mostruoso; anche il primo ministro delle Bahams esorta gli americani a “pregare per i residenti”, il che lascia intendere come gli Usa adesso capiscono di aver bisogno dell’intervento di Dio per placare la furia della natura (.).

Sandy, Katrina, Irma, Harvey, Andrew i nomi degli uragani più forti che hanno colpito l’America in passato, ma i dati del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) per il 2019, il Centro Studi per gli uragani la cui affidabilità nelle previsioni sfiora il 70%, rassicurano gli americani che l’anno in corso sarà nella “norma” come numero di tempeste tropicali e uragani. Questo particolare mi ha richiamato alla mente il passo di Matteo 16:2-3 laddove Gesù elogia la capacità dei Farisei di “leggere” nei segni climatici di quel tempo (oggi sarà burrasca… poiché il cielo è rosso cupo) ma poi li rimprovera perché essi non sono altrettanto capaci di “leggere” nei segni dei tempi, sicchè le previsioni del NOAA sembrano riflettere la medesima incapacità degli americani di leggere nei segni attuali. Non si sa quali e quanti danni Dorian provocherà in Alabama, Georgia e Florida, ma sta di fatto che uragani e tempeste continuano a colpire con intensità sempre gli States: perché? Se a tutto ciò aggiungiamo i devastanti incendi in Amazzonia e l’irreversibile scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia, non possiamo ignorare i segnali di un pianeta in piene “doglie” (.) e tacere per timore di offendere qualcuno o, peggio ancora, per paura di perdere qualche pecora del gregge. Il mandato della Chiesa di “predicare il vangelo a tutte le genti” (Marco 16,15) non ci esime dall’allertare altrettanto, perciò è riduttivo e ingannevole proclamare che Dio è sempre “buono” e che Gesù è “amore, amore e amore”, perché Dio è anche Giusto, Santo e Fedele! E’ chiaro che dopo Dorian arriveranno altri uragani e/o tempeste tropicali, ma l’America sembra non capire nonostante le periodiche calamità, ragion per cui sarebbe ora che questa grande nazione, teatro del famoso “risveglio pentecostale” di Azusa Street ad aprile del 1906 laddove in una piccola rimessa di Los Angeles lo Spirito Santo “soffio” con potenza dall’alto come a Pentecoste (Atti 2:1-4), facesse memoria delle benedizioni di quell’epoca.

Pertanto, se il continente americano oggi è diventato la patria di Halloween, dell’aborto (depenalizzato dal 1973), della pena di morte ancora legale in diversi Stati Confederali, delle lobby omosessuali, della Chiesa Satanica (vedi Tempio satanico a Chicago e nel Massachusetts) e della setta di Scientology, non meravigliamoci se crack bancario (Lehman Brothers), siccità, incendi, terremoti, uragani e tempeste si verificano ripetutamente in questo Stato, malgrado quel che accade in Usa suona come campanello d’allarme per il resto del mondo.

Dio, ricordo al lettore, non passò sopra i peccati e la ribellione dell’antica Sodoma (Genesi 18:20) pur avvisandola in anticipo, e lo stesso accadrà all’America se la nazione non si ravvede.

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com

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