ASCOLTARE ATTO DI GENEROSITÀ

Il vocabolo generosità dal latino generosĭtas -atis, viene identificato come beneficenza o comunque come azione prodiga verso il prossimo.

Concettualizzare l’ascolto come atto di generosità è certamente difficile mentre dovremmo considerare che è il primo e assoluto atto di altruismo.  Ascoltare significa percorrere un tratto di strada insieme e non si esaurisce quando termina l’ascolto; ascoltare denota il predisporsi a divenire contenitore di confidenze, l’ascolto si evidenzia nel percepire gioie o disperazioni e condividerle; ascoltare indica tradurre in atteggiamenti ciò che udiamo, prestare orecchio a chi ci racconta il proprio vissuto e i patemi vuol dire andare oltre il tempo e accettare che l’interlocutore ponga il suo cuore nelle nostre mani, e nella maggior parte dei casi non sono soltanto manovre di sfogo ma richieste d’aiuto.

Ma il tuo “tu” entra “nell’Io” personale o nel “Loro” prossimo? Sei capace di ascoltare oppure emetti fiume di parole come se fossi colto da un attacco di logorrea, o come una pallina da biliardo rimbalzi e sbatti da una sponda all’altra non permettendo al altri di interloquire? Ti poni in ascolto seriamente di chi hai davanti o guardi il cellulare, smanetti o ti distrai osservandoti attorno? O peggio ancora, non essendo interessato a quanto ti sta esponendo chi hai davanti a te, giri le spalle e te ne vai mentre sta ancora parlando con te?

Moltissima gente ha l’esigenza di parlare di se stessi e non perde occasione per porre la propria immagine, le proprie conoscenze intellettuali e personali in evidenza, e il loro unico freno scaturisce dalla scarsa inclinazione degli altri ad ascoltare, pertanto per queste persone la riservatezza è una qualità artificiale che acquisisce come risultato dopo gli innumerevoli rifiuti.

 Il poeta Vannuccio Barbaro scisse: “Quando ascoltiamo qualcuno, ascoltiamo sempre il discorso di due persone: quello del nostro interlocutore e quello che noi facciamo a noi stessi mentre ascoltiamo”.

 

L’ascolto è il donarsi per gli altri, è una pillola contro tutti i disturbi da Io, Io, Io. Ed è un prodotto naturale per declinare un Noi, Noi, Noi.

 

Proviamo a pensare per un attimo se Gesù non avesse prestato attenzione alle richieste dei ciechi, degli zoppi o della figlia di Iairo, oppure se non avesse ascoltato la richiesta di Maria, sua madre, alle nozze di Cana, quale significato avrebbe potuto assumere la Sua vita terrena?

 

Poi giunsero a Gerico. E come Gesù usciva da Gerico con i suoi discepoli e con una gran folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco mendicante, sedeva presso la strada Udito che chi passava era Gesù il Nazareno, si mise a gridare e a dire: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». E molti lo sgridavano perché tacesse, ma quello gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!» Gesù, fermatosi, disse: «Chiamatelo!» E chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio, alzati Egli ti chiama». Allora il cieco, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. E Gesù, rivolgendosi a lui, gli disse: «Che cosa vuoi che ti faccia?» Il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io ricuperi la vista». Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». In quell’istante egli ricuperò la vista e seguiva Gesù per la via.  Marco 10:46 – 52

 

Ascolta quanti vengono calpestati nella loro dignità e nonostante ciò hanno la forza di innalzare lo sguardo.  Ascolta quanti vengono perseguitati in nome di una falsa legge eppure non rinnegano la loro fedeltà e continuano consapevoli della loro appartenenza a Dio, il loro Salvatore benché perseguitati.

 

Se le persone ci onorano delle loro confidenze e ci prendiamo cura di loro, quello che accade nello scambio relazionale diverrà parte di noi e ne trarremo beneficio.

“Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità. Servite Cristo, il Signore! Infatti chi agisce ingiustamente riceverà la retribuzione del torto che avrà fatto, senza che vi siano favoritismi.” Col. 3:23- 25

“Voi siete da Dio, figlioli, e li avete vinti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo Costoro sono del mondo; perciò parlano come chi è del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio; chi conosce Dio ascolta noi, chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo conosciamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore.  “ Prima lettera di Giovanni 4:4 -6

Lella Francese

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