ASIA/PAKISTAN – Tre casi di accuse di blasfemia verso i cristiani in un mese: tensioni a Sargodha

Sargodha (Agenzia Fides) – Si registrano tensioni a Sargodha, città del Punjab pakistano, località dove, in meno di un mese, si sono verificati tre distinti casi di accuse di blasfemia verso i cristiani del luogo, che hanno innescato violenze, lasciando i residenti cristiani preoccupati per la loro incolumità.
L’ultimo caso è quello avvenuto il 16 luglio nel Chak n. 50 villaggio chiamato “Mariam Town”, dove Mohd Abdul Gaffar, ufficiale dell’aeronautica pakistana in pensione, ha riferito che, mentre tornava a casa insieme con Qari Muhammad Asif, imam della moschea locale, ha scoperto un piccolo opuscolo contenente contenuti blasfemi, lasciato sul muro di cinta della sua casa. Il contenuto dell’opuscolo era altamente irrispettoso nei confronti del Profeta Maometto e di altre figure islamiche, nonchè verso il Corano, ed elogiava perfino il recente rogo del Corano in Svezia. La notizia si è diffusa rapidamente nella zona, attirando persone sul posto. La folla ha espresso la propria rabbia e frustrazione, chiedendo una severa punizione per l’ignoto bestemmiatore. La polizia è arrivata sul posto per riportare la situazione sotto controllo e ha registrato una denuncia (First Information Report) contro ignoti ai sensi degli articoli 295a, 295b, 295c e 298a del Codice penale, gli articoli che compongono la cosiddetta “legge di blasfemia”. Sebbene l’identità degli autori dell’opuscolo sia sconosciuta, per ritorsione la folla, indignata, ha iniziato a compiere atti vandalici verso le case dei cristiani, costringendo la polizia a presidiare l’area per evitare incidenti più gravi e mantenere l’ordine.
A Sargodha, è il terzo episodio del genere in poche settimane. Il 5 luglio, Haroon Shahzad, un cristiano del villaggio Chak n. 49, era stato accusato di blasfemia e arrestato per aver pubblicato un passo biblico sul suo account del social network Facebook (vedi Fides 5/7/2023). Per il medesimo motivo, nel villaggio Chak n. 98 dello stesso distretto, l’8 luglio un altro uomo cristiano, Zaki Masih, è stato accusato di blasfemia, sebbene il suo post su Facebook criticava chi commette frodi alimentari.
I cristiani pakistani temono l’insorgere di violenza, già minacciata in occasione del rogo del Corano avvenuto in Svezia, atto prontamente condannato dai credenti in Cristo (vedi Fides 17/7/2023 ). Secondo fonti locali, alcuni gruppi radicali potrebbero sfruttare l’incidente del Corano bruciato in Svezia come pretesto per compiere atti di vendetta. “I cristiani in Pakistan credono nel rispetto di tutte le religioni e non hanno alcun legame con l’episodio del ritrovamento dell’opuscolo blasfemo, tantomeno con l’incidente del rogo del Corano, che hanno stigmatizzato inequivocabilmente. Purtroppo, alcuni elementi all’interno del paese mirano ad alimentare le fiamme dell’odio religioso, approfittando di tali situazioni”, rileva Nasir Saeed, Direttore della Ong CLAAS (Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement). ” È fondamentale che il governo adotti misure necessarie per fermare l’uso improprio della legge sulla blasfemia in Pakistan”, conclude, “e che garantisca sicurezza e incolumità alle famiglie innocenti dei cittadini pakistani cristiani di Sargodha”.
(PA) (Agenzia Fides 19/7/2023)

http://fides.org/it/news/74021-ASIA_PAKISTAN_Tre_casi_di_accuse_di_blasfemia_verso_i_cristiani_in_un_mese_tensioni_a_Sargodha

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook