Associazione di ginecologi Usa smentisce i luoghi comuni della propaganda abortista

Dopo la sentenza della Corte Suprema che ha ribaltato la Roe v. Wade, la propaganda abortista ha vomitato disinformazione sull’aborto e su cosa significhi un mondo post- Roe per gli americani, creando panico e caos in tutto il paese. Per questo l’ American Association of Pro-Life Obstetricians and Gynecologists (AAPLOG) ha pubblicato  «Miti contro fatti: correzione della disinformazione sull’assistenza medica materna». Eccone alcune.
«L’aborto a volte è necessario per salvare la vita della madre»
La morte involontaria di un bambino non ancora nato nel corso del salvataggio della vita di una madre non è un aborto, poiché l’aborto è l’uccisione intenzionale di un bambino. Infatti, i medici che non praticano aborti volontari hanno sempre saputo offrire cure salvavita alle donne e continueranno a farlo indipendentemente dalle leggi statali sull’aborto.
L’aborto volontario non è mai  “salvavita”.
«Le donne con gravidanze ectopiche o aborti spontanei non riceveranno cure adeguate»
Gli aborti volontari sono completamente diversi dagli aborti spontanei e dalle gravidanze extrauterine. In caso di aborto spontaneo, il bambino è già morto e quindi qualsiasi cura della madre (raschiamento o altro) non sarà mai un aborto e sarà sempre possibile ( e dovuta) anche se l’aborto non è legale.
Il trattamento della gravidanza extrauterina comporta la rimozione di un embrione che si è impiantato al di fuori dell’utero e quindi non può sopravvivere. Questo trattamento salvavita non è un aborto perché la morte del bambino non è voluta direttamente, ma è una conseguenza indiretta dell’azione che salva la vita della madre.
«I tassi di mortalità materna aumentano dove l’aborto è illegale»
Gli Stati Uniti, secondo i dati Oms, hanno uno dei più alti tassi di mortalità materna tra i paesi sviluppati (così come il Canada) nonostante abbiano avuto l’aborto legale quasi senza limiti per 50 anni.
Del resto l’aborto è associato a 49,5 decessi materni ogni 100.000 donne rispetto a un tasso di solo 8,1 per 100.000 per tutte le cause esterne di morte dopo il parto. Andando a guardare i dati dell’Oms, sono proprio i Paesi con leggi più restrittive sull’aborto che hanno i tassi più bassi di mortalità materna.
«L’aborto non influisce sulla salute riproduttiva a lungo termine della madre»
Le donne che abortiscono affrontano un rischio maggiore del 35% di parto pretermine in una futura gravidanza dopo un aborto chirurgico e un aumento di quasi il 90% del rischio di parto pretermine dopo due aborti.
«Le restrizioni sull’aborto danneggeranno la salute mentale delle donne»
Dal 1993 al 2018, ci sono stati almeno 75 studi che hanno esaminato il legame tra aborto e salute mentale. Due terzi di questi studi hanno mostrato una correlazione tra l’aborto e gli esiti negativi sulla salute mentale delle donne. Inoltre, secondo uno studio finlandese , il tasso di suicidi delle madri che hanno subito un aborto è fino a sette volte superiore a quello di quelle che erano incinte o che avevano partorito .
Per approfondire , in particolare, le conseguenze dell’aborto sulla salute delle donne, vi invitiamo a richiedere a info@provitaefamiglia.it la nostra pubblicazione “Dalla parte delle donne”, scritta da Lorenza Perfori e dotata di una poderosissima bibliografia scientifica.
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