Autocommiserazione alla porta

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09di JONI EARECKSON TADA  –  La tecnologia moderna, che pure ci ha messo a disposizione molti prodotti utili – dalla plastica, agli insetticidi, ai conservanti – costituisce una minaccia mortale per una mia amica. Linda è stata avvelenata da sostanze chimiche; di conseguen­za ha perso la capacità di sopportare questo nostro mondo sintetico. Andai a trovarla la settimana scorsa, in una zona remota sulle colline di Santa Barbara. Per le due settimane precedenti dovetti sottopormi a una “disintossicazione” dei miei abiti, del mio corpo e dei capelli. Fui costretta ad eliminare profumi, deodoranti e saponi. Non potei neppure mangiare cipolla, aglio o cibi piccanti. Mentre mangiavamo insieme a casa sua, Linda mi raccontò un fatto avvenuto la settimana precedente. Era stata costretta a subire un lungo isolamento nella sua stanza, semplicemente perché i vicini avevano fatto un barbecue in giardino. Soltanto una minima parte del liquido usato per accendere il fuoco, se diffuso dal vento, poteva farle perdere conoscenza.

A causa di questo problema Linda è quasi sempre sola. È isolata dai familiari e dagli amici. Tuttavia, la sua solitudine è spesso disturbata da un ospite, che insistentemente bussa alla sua porta. Quest’ospite indesiderato continua a bussare, e a supplicare di essere ricevuto.

Si chiama Autocommiserazione.  È facile capire perché Linda sia tentata ogni volta di far entrare questo instancabile visitatore. Le verrebbe facile compiangersi quando deve telefonare con un apparecchio metallico antiquato, i cui pezzi non possono essere sostituiti, quando si rompono. Le conversazioni “urlate” al telefono la lasciano sempre frustrata ed esausta. Tutto questo non è crudele per lei? Non pensi che sarebbe ragionevole che lei trascorresse qualche ora con Autocommiserazione? Alcuni risponderebbero di sì, ed è comprensibile.

Ma cosa ne dice Linda? “Joni, certamente la sofferenza e la malattia non occupano i primi posti nella mia classifica dei desideri per una vita felice. Ma soltanto Dio può stabilire cosa sia meglio per me. Solamente Lui vede la fine già dal principio. Egli è l’unico a sapere cosa è utile a rendermi conforme all’immagine del Suo Figliuolo. Per questo il Signore non risparmia il dolore per adempiere la Sua volontà nella mia vita. Non mi serve la pietà, anzi, ciò di cui ho meno bisogno è proprio l’autocommiserazione”.

Tutti noi conosciamo giorni nei quali Autocommiserazione, come un accanito venditore, continua a suonare il campanello e a bussare alla porta; giorni nei quali ci sentiamo come se fossimo gli unici sulla terra ad avere problemi. Conosci bene quelle gior­nate: un piatto cade rumorosamente a terra, il telefono squilla, la lavatrice va in tilt, la chiave dell’auto rimane chiusa all’interno, la banca ti informa di un altro assegno scoperto. “Ah, povera me!”. Pensi. Prima di offrire ospitalità al vecchio Autocommiserazione, ricordati di Linda, sulle colline di Santa Barbara. Linda sopporta tanta solitudine, ma è circondata dalle preghiere di cari amici cristiani, e… rifiuta di far entrare quella “persona” che insiste a bussare alla sua porta.

Se lei riesce a tenere chiusa e sprangata quella porta, puoi far­lo anche tu!

Tratto da: http://www.chiesadiroma.it/

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