Il prossimo anno la Chiesa avventista del 7° Giorno deciderà se consacrare o no le donne come pastore. La decisione di consentire il voto è stata presa il 14 ottobre dal Comitato esecutivo della Conferenza Generale, durante il Consiglio annuale in corso presso la sede mondiale della Chiesa a Silver Spring. Il voto sulla consacrazione delle donne potrebbe porre fine, o prolungare ulteriormente, un dibattito che va avanti da decenni per consacrare le donne come pastoresse. La suddetta Commissione, non è riuscita a trovare una posizione consensuale sulla consacrazione delle donne al ministero pastorale, per cui si è espressa con tre documenti: un rapporto contrario (minoritario), un rapporto in favore che, tuttavia, non impone la pratica se non a coloro che volontariamente la scelgono (votato a maggioranza) e uno che pur affermando un «ideale divino» di leadership maschile, permette adattamenti, dettati da varie circostanze, a livello regionale. Quindi, i due rapporti suggeriscono di dare libertà localmente.
Il dibattito sul tema, come si evince dalla notizia del messaggero avventista, ha rilevato che il non permettere la flessibilità sulla consacrazione delle donne al ministero pastorale spaccherebbe la Chiesa. A seguito del rapporto, è stata formulata la proposta di voto avanzata dai vertici della Chiesa, ma la risposta definitiva è rimandata alla Sessione della Conferenza Generale in qualità di autorità ultima in materia di decisioni amministrative e dottrinali.
La discussione sulla consacrazione delle donne era iniziata nella Chiesa avventista più di 130 anni fa, e si è intensificata dal 1970, soprattutto nelle regioni in cui i membri chiedono il cambiamento: Stati Uniti, parte dell’Europa e Sud Pacifico. La questione della teologia della consacrazione sarà nell’ordine del giorno della Sessione della Conferenza Generale di San Antonio 2015, dove i circa 2.600 delegati con diritto di voto potranno decidere se adottare, respingere o emendare tale proposta.
La domanda che vorremmo porvi oggi è: Come interpretano e cosa pensano questi delegati Avventisti in merito al tema dei doni spirituali e dei ministeri alla luce della parola di Dio? Naturalmente, non sta a noi giudicare perché quello è un compito che spetta solo a Dio, però come testata giornalistica cristiana siamo tenuti a fare informazione affinché possiate comprendere alla luce di quanto, sta accadendo nel mondo, che siamo negli ultimi tempi… Andare contro le parole dell’apostolo Paolo significa andare contro la Parola di Dio che vieta alla donna di insegnare: “La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare autorità sul marito, ma stia in silenzio” 1 °Timoteo 2:11-12.
Alcuni mesi fa’ un’altra tegola, si fa per dire, si era levata dal tetto della chiesa battista degli USA; ci è pervenuta, infatti, la notizia che in America la Chiesa Battista ha accettato una donna «pastore» transessuale. La Calvary Baptist Church di Washington, difatti, ha ordinato come «pastoressa» Allyson Robinson, che in precedenza era stata ordinata come uomo al ministero pastorale, infatti, si chiamava Daniel Robinson, sposato e con quattro figli, e aveva prima debuttato come pastore all’Azorean Baptist Church in Portogallo e poi alla Meadow Oaks Baptist Church di Temple, nel Texas. Quindi, in gergo calcistico si direbbe doppio cartellino giallo per la pastoressa che ha messo sotto i piedi, i moniti di Paolo, quelli della lettera ai Romani 1:26-32 per il cambio di sesso e poi quelli della lettera di 1° Timoteo 2:11-12 per il ministero pastorale alle donne.
Insomma, siamo o non siamo negli ultimi tempi? Assistere alla proclamazione di una donna pastore, oppure, alla benedizione da parte di un pastore valdese data a una coppia gay o ancora un pastore transessuale, a capo di una chiesa battista mi riportano all’ultimo libro della bibbia:
“Oh, Chiesa di Laodicea, tu ignori che presto sarai VOMITATA dalla bocca di Dio” (Apocalisse 3:16)! Che tristezza. Quale testimonianza viene data al mondo? Che a volte si è peggio del mondo stesso!
Il messaggio che ci sentiamo di dare a quei delegati avventisti che sponsorizzano le “pari opportunità” nel ministero pastorale, che si riuniranno nei prossimi mesi, è che quantunque decideranno di tenere cucite le loro bocche per far passare la linea del modernismo, sappiano che il loro silenzio sarà un tacito assenso e ne dovranno rendere conto al nostro eterno Dio e Signore degli eserciti, perché con il loro silenzio, si faranno complici di tanta ribellione! “Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio” (Galati 6:7).
Pietro Poietto – notiziecristiane.com
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