BANGLADESH: «Pena di morte agli atei». Islamisti mettono a ferro e fuoco la città di Decca

Dacca –  È di almeno 29 morti, tre dei quali poliziotti, e centinaia di feriti il bilancio degli scontri tra la polizia e islamisti a Dacca, in Bangladeh. Lo hanno riferito fonti mediche e della polizia. Gli agenti hanno usato granate stordenti, idranti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere il sit-in di almeno 70.000 militanti islamici accampati nel distretto commerciale di Motijheel per chiedere una nuova legge sulla blasfemia.I disordini erano cominciati domenica pomeriggio, quando 200.000 militanti e simpatizzanti del gruppo radicale Hefajat-e-Islam avevano marciato nel centro della capitale e occupato sei autostrade invocando pena di morte per gli atei.

I manifestanti, inltre, hanno presentato un documento in 13 punti  che vuole il Corano e la sharia nella vita civile, ignorando le altre fedi”. Si chiede, fra l’altro, la legge di blasfemia, con la pena di morte per chi diffama l’islam. “Il governo ha manifestato disaccordo su alcuni punti, notando che, per altri, le leggi esistenti sono sufficienti. Nella notte i manifestanti hanno attaccato i poliziotti con sassi, mattoni e canne di bambù e ne è seguita una lunga battaglia terminata solo questa mattina. Negli scontri sono stati esplosi molti colpi d’arma da fuoco e un agente è stato decapitato dalla folla con un machete.

Naturalmente, il governo sta facendo del suo meglio per proteggere le minoranze”, ha affermato il primo ministro Sheikh Hasina, che guida un governo laico dal 2009; ha promesso che il governo “non permetterà alcun caos in nome dell’Islam, religione di pace”. I manifestanti criticano il governo per una politica definita “anti-Islam”. Il mese scorso gli attivisti avevano organizzato uno sciopero generale e un raduno di circa 500mila militanti, il più grande raduno politico degli ultimi decenni.

Un nuovo focolaio di tensione, dunque, quando il Bangladesh non si è ancora ripreso dalla immane tragedia del crollo dell’edificio di 8 piani che ospitava cinque fabbriche tessili. Il bilancio delle vittime continua a salire, con il ritrovamento di altri corpi sotto le macerie: Le squadre di soccorso che da giorni scavano nelle macerie domenica hanno recuperato altri 60 corpi, portando a 610 la conta delle vittime. Ma il bilancio non è considerato ancora definitivo visto che ci sono ancora molte persone che lavorano nelle fabbriche dichiarate disperse. I feriti sono oltre 2400.

Tratto da Avvenire.it

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook