Basta sprechi di cibo

garbage-heap-354510_1280In Francia è legge l’obbligo per i centri commerciali di non gettare la merce commestibile invenduta, e di destinarla ad associazioni umanitarie.

I deputati francesi hanno adottato all’unanimità giovedì scorso alcuni emendamenti al disegno di legge sulla transizione energetica (il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili) che mirano a limitare gli sprechi alimentari.

 Una rivoluzione che potrebbe consegnare tonnellate di cibo ogni giorno alle associazioni che si occupano dei senzatetto e dei disagiati, invece di venire gettato perché non consumato o prossimo alla scadenza.

I medi e grandi supermercati di oltre 400 metri quadrati potranno anche destinare il surplus, in base alle esigenze,  anche alla nutrizione degli animali, alla produzione di compost o alla valorizzazione energetica, ma non potranno più buttarlo nella spazzatura.

I professionisti del settore del commercio hanno accolto senza entusiasmo queste nuove disposizioni: «La legge sbaglia obiettivo, – ha deplorato Jacques Creyssel, delegato generale della Federazione del commercio e della distribuzione- perché la grande distribuzione rappresenta a malapena il 5 per cento degli sprechi alimentari. Noi siamo i principali donatori di cibo e più di 4500 centri commerciali hanno siglato convenzioni con associazioni umanitarie».

Ogni francese getta in media fra i 20 e i 30 chilogrammi di cibo ogni anno per un totale in valore economico che oscilla fra i 12 e i 20 miliardi di euro. Il governo nel 2012 aveva fissato un obiettivo di dimezzamento degli sprechi entro il 2025.

La discussione e il voto degli emendamenti si sono svolti in maniera distesa e sostanzialmente consensuale fra tutti gli schieramenti politici, merito in primis di Guillaume  Garot, ex ministro dell’agricoltura e primo firmatario delle modifiche di legge.

Attendiamo provvedimenti simili anche in Italia, dove non vi sono leggi simili.

 Ma consegnare il cibo alle associazioni costa, per cui spesso è più semplice gettarlo via che impegnarsi a creare una rete di distribuzione efficiente ed adeguata. Serve uno sforzo culturale, aiutato forse da qualche incentivo o disincentivo che diano una mano a virare rotta.

(Tradotto da LEFIGARO da claudio geymonat)

Claudio Geymonat

da: http://riforma.it/

Foto: Mucchi di immondizia, di WaltiGoehner, Licenza: CC0 Public Domain, by Pixabay

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