Questa testimonianza è tratta da un video nella Chiesa di Portici e viene riportata scritta. È un servizio che svolgo da tempo ed è rivolto particolarmente alle persone audiolese.
Non solo Gesù. Anche la croce.
Pace a tutti.
E’ passato un po’ di tempo, però è una gioia essere di nuovo qui in mezzo a voi, perché come famiglia di Dio sento l’affetto e la presenza del Signore in mezzo a voi. Per quanti non mi conoscono io sono Elena e mio marito ed io, abbiamo servito il Signore per circa 30 anni in due comunità, una in Italia, e l’altra dopo aver risposto a una chiamata che Dio aveva messo nel nostro cuore, affrontando una missione in Albania.
Abbiamo trascorso cinque anni e mezzo in Albania e adesso ci troviamo da sei anni in un’altra nazione, il Kosovo. Si tratta di una piccola nazione, poco conosciuta, un luogo dove nessuno ci verrebbe a trascorrere le proprie vacanze. È una terra molto difficile e, la popolazione, per il 97% è di religione islamica ma soprattutto, questa terra è stata martoriata da una guerra violentissima, che ha segnato i cuori della gente, portando come tutte le guerre devastazione, morte e distruzione.
A distanza di 20 anni, da quando è finito tutto, la nazione è stata ricostruita: strade, palazzi, case. Ricostruire però la serenità nei cuori feriti di tante persone che hanno vissuto momenti terribili, è l’impresa più ardua. Nessuna religione è capace di fare questo, solo la presenza Dio può farlo.
Mi sento onorata di essere in questa terra anche se difficile. In alcune zone del Paese la Parola Gesù non la si può neanche pronunciare. Noi raccogliamo tanti bambini, abbiamo degli edifici in affitto in varie zone che si chiamano “Casa della speranza”. Con loro, ci dedichiamo alla scolarizzazione e a tante attività di natura sociale. Voi sapete che nella Parola di Dio, Gesù ha tanti nomi. Parliamo di una persona che è l’Amico fedele sempre, un Principe, un Re vittorioso che combatte le nostre battaglie, sempre vicino a noi, che ha sempre una parola giusta per noi. Usiamo tutti i meravigliosi nomi che Dio ha nella Sua Santa Parola, e loro si innamorano di questo personaggio.
Sapete che nel Corano ci sono molti racconti presi dalla Bibbia e noi partiamo sempre da quelli. Noè, Abramo, Mosè, e poi c’è questo personaggio che è Gesù e loro crescono amandolo per poi capire da soli che abbiamo parlato loro di Gesù per tutto il tempo. Abbiamo ottenuto con questo lavoro tante belle conversioni da parte di tanti giovani. So che domenica avete i battesimi ed io, appena arrivata in Kosovo, ho fatto un’esperienza che mi ha toccato per tutta la vita: abbiamo assistito ai battesimi in una piccola chiesa cristiana pentecostale perseguitata ma comunque preziosamente attiva che si trova in Kosovo. Ci sono pochissimi credenti perché vanno incontro a tante sfide in una nazione islamica. E i battesimi sono stati fatti in un orario consueto e noi cantavamo e pregavamo a bassa voce. I cinque giovani battezzandi hanno dato il loro cuore a Gesù, senza nemmeno farsi una foto, e hanno accettato Gesù con tutto il cuore. In quel momento è scesa una potenza di Dio che quando la racconto riesco ancora a percepirla. Io non ho mai percepito una potenza, una presenza e una vicinanza di Dio così forte e reale verso di me pur avendo tanti anni di fede. Il Signore era lì con noi, la Sua presenza era fantastica. È proprio vero che in cielo c’è festa per chi accetta Gesù nella sua vita.
E così in una Nazione islamica noi cerchiamo di svolgere tantissime attività che possano aiutare la popolazione ma quella che svolgiamo con maggiore intensità è quella definita servizio di misericordia. E’ piacevole perché ci permette di recarci presso famiglie poverissime, indigenti e condividere con esse, il cibo ma soprattutto l’abbondanza che viene da Dio. Quando diamo a Dio il nostro cuore non ci manca più niente. La cosa più preziosa è conoscere l’Iddio Vivente e Vero.
Il giovedì facciamo questo giro dove ci sono i poveri ma, chi abita vicino o nei dintorni della comunità, spesso viene da noi e noi gli forniamo vestiti, cibo e quant’altro può aiutarlo e lo invitiamo a partecipare alle riunioni in Chiesa.
Al riguardo, voglio parlarvi di un anziano che è venuto spesso a prendersi dei vestiti e del cibo. Una persona molto dignitosa che portava con sé sotto il braccio una cartellina nera che non lasciava mai. Quest’uomo mi ha toccato il cuore perché un giorno mentre parlavo con lui ha aperto la cartellina e ha cominciato a mostrarmi delle foto di guerra. Mi ha poi spiegato che lui rivestiva un ruolo importante nell’esercito kosovaro e nel paese era considerato un eroe. Era un uomo forte, vigoroso; combatteva con l’esercito americano in difesa del suo popolo. Aveva combattuto al fianco di colonnelli e generali americani e le sue foto testimoniavano la veridicità di quanto affermava. Quando la guerra è finita, è rimasto solo, malato, con una pensione che non gli permetteva di vivere dignitosamente.
Questa storia mi ha fatto riflettere. Sapete, spesso diciamo che il mondo ci vuole sani, forti, vigorosi. Questa cosa purtroppo sta succedendo anche nella Chiesa di Dio, tendiamo a voler apparire, avere un ruolo, essere qualcosa, dimostrare qualcosa. Io ho chiesto al Signore: Gesù aiutami perché quando vogliamo dimostrare qualcosa vuol dire che Gesù non ci basta più.
In 2 Corinzi c’è un verso che mi ha colpito veramente molto: “Egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Corinzi 5:15).
A volte noi vogliamo vivere per noi stessi, abbiamo bisogno di un appagamento nostro e sembrano non bastarci più la nostra Chiesa, il Pastore, i fratelli. Tutto ciò è dovuto al fatto che dentro di noi sentiamo la necessità di apparire. Per questo chiedo a Dio di aiutarmi perché quello che faccio per Lui non voglio farlo per me stessa o per trovare un appagamento mio. Lui è morto per me, e io senza di Lui sono niente. Tutto quello che posso fare, anche lì nel campo di missione, è perché Lui lo ha permesso: Lui mi ha mandato e Lui usa me che sono niente.
Gesù è prezioso nella nostra vita perché abbiamo e dobbiamo capire che senza di Lui siamo meno che zero. Gesù è tutto per noi, è la nostra guida, la nostra salute, la nostra salvezza e la nostra gioia. Non importa quello che abbiamo o non abbiamo o cosa dobbiamo realizzare; l’importante è che Gesù sia presente nel nostro cuore.
Stare con Gesù vuol dire che vedremo i miracoli, faremo le esperienze più belle. Io dico sempre: “Volete vedere dei miracoli? Servite il Signore”. Perché mentre noi lo serviamo nelle piccole cose Lui compie quei miracoli nascosti che solo noi sappiamo riconoscere in miracoli. Ci sono necessità e bisogni che una volta affrontati e risolti, sappiamo che sono miracoli.
Se Dio è al primo posto tutto ciò che ci serve, non tarderà a raggiungerci.
Dio ci benedica.
Francesco La Manna
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