
Una famiglia su tre non può più permettersi di affrontare il costo di una cura ortodontica adeguata, così rinuncia o ritarda a mettere l’apparecchio ai propri figli, prendendo d’assalto le strutture pubbliche ormai al collasso: secondo stime recenti, le richieste di prestazioni tramite Ssn sono infatti cresciute del 20% in un solo anno.
Il 90 per cento degli under 14, pari a 5 milioni di bimbi, avrebbe bisogno dell’apparecchio per i denti ma nel 2012 le terapie ortodontiche sono crollate del 40%, così circa due milioni di bimbi rischiano danni ai denti per colpa della crisi economica. Il costo medio minimo per un apparecchio ortodontico e una terapia adeguata fra i 6 e i 14 anni è di 3.000-6.000 euro, e oggi molti genitori non possono più permetterselo: cresce la richiesta di dilazioni di pagamento e prestiti, così come l’accesso all’odontoiatria pubblica che rischia di esplodere.
Le richieste al Ssn sono aumentate del 20% ma i 3.500 dentisti che operano nelle strutture pubbliche, erogando circa 4 milioni di prestazioni ambulatoriali all’anno sono ormai al limite. Per favorire l’accesso alle cure riducendo il carico economico sulle famiglie a costo zero per lo Stato, il Collegio dei professori universitari, le Associazioni dei professionisti e le imprese del settore, hanno approvato il primo documento programmatico con cui si richiede la possibilità di detrarre dalle imposte le spese dentistiche e concedere benefici fiscali agli studi che investono in innovazioni tecnologiche per combattere così anche la piaga dell’evasione ancora consistente a fronte di un fatturato di 6 miliardi di euro di spesa complessiva da parte degli italiani. Il provvedimento servirà anche a ridurre l’abusivismo: sono infatti circa 15mila i professionisti falsi o abusivi che oltre a evadere le tasse costituiscono un evidente e grave pericolo per la salute dei cittadini.
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