Blasfemia in Rai, De Mari: «Lo stato, se è veramente laico, non insulta una religione»

I siparietti blasfemi e gender-fluid andati in scena durante il Festival di Sanremo, trasmesso come sempre in eurovisione e sulla tv pubblica, non sono certo passati inosservati, al punto da suscitare un’interrogazione parlamentare, per il pubblico sdegno, in cui, è stato messo in evidenza «lo svilimento di simboli cristiani». Proprio di questo argomento, che rimane di attualità, abbiamo parlato con la dottoressa Silvana De Mari che sembra non avere dubbi a riguardo.

Il fatto che l’Italia sia uno Stato laico, a detta di alcuni, giustificherebbe la blasfemia e il vilipendio di religione in nome della libertà d’espressione. Che ne pensa?

«Credo che sia un pensiero totalmente idiota, perché uno stato laico non ha l’autorizzazione di causare dolore e di deridere il dolore del mondo, sennò non è uno stato laico. Non sarebbe pensabile che, in un servizio pubblico, qualcuno si mettesse a deridere il buddismo, in un momento, tra l’altro, in cui ci sono buddisti perseguitati. Non sarebbe pensabile che, in un servizio pubblico, qualcuno deridesse i simboli ebraici, la torah o il candelabro a sette braccia. Questo sarebbe una violazione dell’articolo tre della Costituzione, che garantisce la libertà religiosa che termina, nel momento in cui la mia religione viene derisa dallo Stato, con i soldi delle mie tasse. La mia libertà religiosa è già attaccata nel momento in cui viene derisa da qualcuno, col denaro suo e lo stato non ne sa niente. Perché lo stato ha il dovere di difendere i cittadini, anche di difendere la mia fede. Se la mia religione è derisa, lo stato mi sta causando dolore. Quindi a Sanremo, ci sono state enormi derisioni della religione cristiana, con una persona che ha creato un’immagine che era la parodia della Madonna e un altro che ha creato un’immagine che era la parodia di Cristo crocifisso. Il secondo punto, per cui lo stato crede di essere laico, è la teoria, ripetutamente manifestata a Sanremo, che essere maschio o femmina, non sia una certezza, ma una decisione presa di volta in volta. Questo aderisce ai cosiddetti “gender studies” che sono contestati dalla letteratura scientifica, quindi, è un aderire ad una teoria ascientifica, non solo non dimostrata, ma anche minoritaria. Il fatto che questa teoria minoritaria sia stata politicizzata rende tutto questo anche più grave».

A proposito dell’ideologia gender, a Sanremo, ci sono stati anche dei siparietti gender fluid, Il professor Meluzzi commentava tutto ciò affermando che, nell’epoca del politically correct, qualunque espressione che manifesta alcune identità precise: culturali, religiose ecc. viene considerata come una sorta di peccato mortale. E quindi dev’essere combattuta. Secondo lui è anche questo il senso di quello che è avvenuto a Sanremo. È d’accordo dottoressa?

«Sì, certamente, anche perché lo scopo di tutto questo è quello di ottenere un’umanità fluida, senza identità, umanità a cui sia stata sottratta identità religiosa, identità nazionale, identità familiare e identità sessuale. Dato che questo è il loro scopo preciso, è evidente che chiunque affermi un’identità forte è un nemico. A meno che questa identità, non sia un’identità politicamente corretta. Quindi una persona può affermare di essere gay, può affermare, con sicurezza, la sua identità omosessuale e deridere coloro che pensano che detestano che i loro figli, i loro bambini, siano coinvolti in esperienze sessuali. Quindi l’identità esiste solo se è una delle identità permesse. Le identità sono permesse ai popoli extraeuropei, sono permesse alle religioni extraeuropee. Nel momento in cui, un musulmano, dichiara di essere orgogliosamente musulmano, tutti si fermano e fanno un passo indietro. Quindi, in realtà, l’impressione è dell’apoptosi dell’occidente. L’apoptosi è il suicidio della cellula. Quindi l’impressione è che esista un governo mondiale o, forse, un organo mondiale, che ha stabilito l’apoptosi, il suicidio della civiltà giudaico-cristiana. Ma poi nulla è permesso neanche dichiararsi maschio e femmina. Mentre tutto è permesso alle altre identità. In realtà tutte le rivoluzioni hanno divorato i loro figli: i gender studies sono nati col femminismo spinto. Adesso però, è lo stesso femminismo spinto che cerca di fare un passo indietro, che cerca di dire che un trans resta un uomo, quando entra negli spogliatoi delle donne, resta un uomo quando con la boxe, picchia una donna, resta un uomo quando leva alle donne i loro record sportivi. Le femministe che osano dire questo sono state espulse dall’università, sono state organizzate contro di loro, campagne denigratorie, la stessa Rowling, autrice di Harry Potter, è all’indice. Quindi la rivoluzione mangia sempre i suoi figli, perché c’è sempre uno più politicamente corretto di te che ti dice che sei cattivo».

Oggi sembra essere diventato uno sport, quasi “banale”, quello di attaccare la fede cattolica, come mai secondo lei, proprio contro la fede cattolica e non verso altre fedi?

«Perché la fede cattolica è l’anima del cristianesimo e in questo momento il cristianesimo è sotto attacco, perché la fede cattolica è l’anima dell’Europa. In questo momento anche l’Europa è sotto attacco, perché il cattolicesimo è stato quello che, per duemila anni, è riuscito ad impedire la nascita del leviatano. Perché ci sono sempre stati nei secoli, due poteri contrapposti: il papato e l’impero, ultimamente questa situazione non c’è più. Ma, comunque, il potere del papato fa paura, è un potere che dev’essere addomesticato, perché, fino a quando, il cattolicesimo esiste, anche minoritario, il leviatano non può nascere».

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