“BLOCCATELA!”  …QUANDO LA GRAZIA FA PAURA AI PADRONI DEL RECINTO

Pare che il nuovo discernimento spirituale non passi più per lo Spirito Santo… ma attraverso il tasto “blocca”.

Alcuni “ministri” (virgolette d’obbligo) e “apostoloni” dell’ultima generazione, preoccupati più per la loro influenza che per la Verità, hanno caldamente suggerito – anzi, ordinato – ai membri delle loro “chiese” di bloccarmi ovunque.
Perché? Perché “parlo contro le chiese e i ministeri”.
Tradotto: non mi piego alla loro narrazione.

Il vero crimine?
Parlare di Grazia, quella che libera le persone dalla dipendenza dagli uomini e le riconduce all’unico vero Pastore: Gesù Cristo.

E questo, in certi ambienti dove la spiritualità è solo un pretesto per esercitare potere, è considerato sovversivo.
Sì, perché quando insegni che non serve passare per l’approvazione di un “unto” per essere accolti da Dio, stai colpendo al cuore un sistema che vive di controllo e timore.

Ma ciò che fa ancora più orrore – e chiamiamolo per quello che è – è vedere “ministri” arrivare al punto di spezzare relazioni, interrompere amicizie, isolare fratelli e sorelle solo perché qualcuno non rientra più nei loro canoni di approvazione.
Non importa quanto amore hai dimostrato, quanto rispetto hai mantenuto o quanta verità hai portato: se non ti pieghi, vieni tagliato fuori.

Poi magari si offendono se qualcuno osa dire che certe “chiese” si comportano come sette.
Ma cos’è una setta, se non un gruppo che impone fedeltà cieca, isola chi dissente e distrugge la libertà individuale nel nome dell’unità?
La vera Chiesa non fa questo. Gesù non ha mai fatto questo.

La vera Chiesa è il Corpo di Cristo, non un’azienda pastorale con regole interne non scritte ma ferree.
La vera Chiesa non ti dice “obbedisci o vattene”, ma cammina con te anche quando non capisce tutto di te.
La vera Chiesa non si fonda sulla paura di deludere il leader, ma sulla certezza di essere amati da Dio incondizionatamente.

Il paradosso è che, mentre predicano di essere “un solo Corpo”, in realtà sono una serie di feudi spirituali in guerra tra loro, dove si gareggia a chi ha il culto più frequentato, l’unzione più appariscente e il gregge più addomesticato.
E intanto?

In Italia, i tanto vantati “evangelici” (quelli che si gloriano di essere evangelici più che cristiani, come se bastasse l’etichetta per certificare la verità) rappresentano appena lo 0,6115% della popolazione.
Numeri da minoranza irrilevante, ma con un’arroganza spirituale da multinazionale.
Eppure, invece di predicare Cristo al mondo, si impegnano a chiudere le porte e bloccare chiunque osi predicare il Vangelo puro e semplice.

Ma sia chiaro: io non sono evangelico.
Sono un figlio grandemente amato da Dio, senza etichette religiose.
E proprio perché non porto etichette, non sono incasellabile, né controllabile.
Ed è questo che li disturba: la libertà.

Lo ribadisco: io non sono contro la Chiesa. Io sono contro la contraffazione.
Contro l’abuso di autorità spacciato per “copertura”.
Contro il culto della personalità mascherato da “padre spirituale”.
Contro l’esclusione travestita da “discernimento”.
Contro ogni forma di religiosità che prende il posto di Cristo nei cuori delle persone.

Io predico Gesù.
Solo Gesù.
Nessun intermediario, nessun “apostolo” da riverire, nessuna gerarchia da scalare.
La Sua Grazia basta.
Il Suo sacrificio è sufficiente.
La Sua voce è ancora più chiara di tutte le voci che cercano di zittire chi Lo segue davvero.

Bloccatemi pure.
Silenziatemi, cancellatemi, etichettatemi come “pericoloso”.
Ma ricordate: non potete bloccare lo Spirito di Dio.
E mentre vi arroccate nei vostri recinti, la Grazia continuerà a superare i muri, a rompere le catene e a risvegliare i cuori.

Perché la vera Chiesa non teme chi predica Cristo.
Ne gioisce.
Anche quando la predicazione smaschera i vostri idoli spirituali.

Marcello Donadio 


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