Braccialetto elettronico in Italia? Ira su Amazon!

Sta suscitando un vespaio la notizia di Amazon sul possibile utilizzo di “braccialetti elettronici” (simili a quelli in uso anche in Italia su alcuni detenuti) nel lavoro privato, al solo scopo di guidare il dipendente del reparto verso il giusto articolo riposto in uno delle migliaia di scaffali e fargli risparmiare tempo sul prodotto da prendere e impacchettare e far recapitare in brevissimo tempo al domicilio del cliente.

Anche se non si fa cenno ad ulteriori utilizzi del dispositivo elettronico, il braccialetto comunque segue il lavoratore in ogni suo movimento, utilizzando una tecnologia simile a quella impiegata per «controllare» i movimenti dei clienti nel supermercato senza casse appena inaugurato a Seattle dall’azienda. Tuttavia, la tecnologia si presta ad inquietanti scenari perché, oltre al controllo della persona, il braccialetto può mandare segnali atipici ovvero percepiti con il tatto, per avvisare se si sta cercando sullo scaffale giusto e dando così l’impressione di telecomandare un robot e non un essere umano. Benchè questo scenario evochi le trame di molti film di successo del genere fantastico (Blade Runner, Matrix, Person on Interest), laddove degli uomini-automi vengono controllati da macchinari automatici o da spietati extraterrestri mentre svolgono i lavori più duri. La “querelle” ha coinvolto sia il presidente del Consiglio Claudio Gentiloni che il ministro dello Sviluppo Agricolo Calenda, i quali contestano ad Amazon la sfida sul “lavoro di qualità” e non sul “lavoro con il braccialetto”. Fermo restando che il colosso del commercio elettronico sforna ogni anno brevetti su brevetti – dal bottone per il riordino alla consegna nel salotto di casa e a quella con i droni – ricordo al lettore che nel nostro paese è già operativo il sistema di monitoraggio a distanza col braccialetto elettronico collocato alla caviglia e/o al polso di alcuni reclusi per reati minori, cosa che non ha creato stranamente la stessa reazione contro Amazon: In Olanda, invece, primo paese dell’Unione Europea ad abbracciare la teoria del controllo informatizzato della società, dal 2007 è pienamente attivo l’archivio digitale con i dati personali di tutti i cittadini, integrato man mano dai dati anagrafici dei neonati che ricevono all’atto di nascita il “Citizen Service Number” (codice identificativo). Il governo olandese ha introdotto questa misura per agevolare il ruolo dello Stato nella gestione dei servizi di assistenza sociale, al fine di tutelare, individuare e curare i problemi dell’infanzia. L’enorme database è utilizzato da enti pubblici e dalle forze dell’ordine per costruire un accurato identikit di tutta la popolazione, ed anche il minimo dettaglio viene registrato e collegato al “Citizen Service Number” allo scopo di facilitare l’interazione tra individui e governo; gli archivi contengono il curriculum scolastico, la situazione familiare, la fedina penale e qualsiasi altro particolare utile per tracciare un quadro completo di una persona.

Pertanto, tutta questa innovazione mira a preparare psicologicamente il mondo del futuro ad accettare, al tempo stabilito, il marchio personale o codice sulla mano destra o sulla fronte di Apocalisse 13:16-18 che schiavizzerà tutti coloro che non leggono, nella tecnologia attuale, il maggiore pericolo: sottomettersi a Satana senza rendersene conto!

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook