B. Stanley – The Global Diffusion of Evangelicalism. The Age of Billy Graham and John Stott, IVP, Nottingham, 2013. Recensione di Giacomo Carlo Di Gaetano, DiRS-GBU.
Questo volume chiude una piccola serie edita dall’editore inglese IVP dedicata alla storia dell’evangelismo, il cui primo volume, scritto da Mark Noll, sta per fare la sua apparizione anche in italiano. In questo quinto volume che copre un arco temporale che va dal periodo fra le due guerre mondiali fino all’inizio del XXI secolo, l’autore, che insegna a Edinburgo dove dirige anche un Centro studi sul cristianesimo mondiale, fa notare che si tratta di un periodo che è segnato da una crescente diversificazione della tradizione evangelica, come risultato della sua diffusione crescente sul piano culturale, e soprattutto geografico.
Stanley divide il periodo in tre momenti: il primo, immediatamente a ridosso della seconda guerra mondiale è segnato dal tentativo per gli evangelici di evolvere dal nucleo del fondamentalismo con il quale erano identificati: è questo il momento che negli USA porta alcuni a parlare di evangelicalismo o neo-evangelicalismo, mentre nel Commonwealth britannico si privilegia la dizione “evangelismo conservatore”.
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