Camminiamo nello Spirito – Lettera ai Galati 5:25

Questo è il secondo di una serie di messaggi sullo Spirito Santo.

In Giovanni 3:5-8, abbiamo visto che la natura umana, con cui tutti noi siamo nati, non potrà entrare nel regno di Dio a meno che non cambi. Questo cambiamento consiste nella nuova nascita. E ciò significa che lo Spirito di Dio crea qualcosa di nuovo; toglie da noi il cuore di pietra che si ribella a Dio e ci dà un nuovo cuore che confida in Dio e segue le sue vie. O, per dirla in altre parole, lo Spirito Santo diventa il nuovo principio regolatore della nostra vita. “Quello che è nato dallo Spirito, è spirito”.

In altre parole, ciò che è nato dallo Spirito ha la natura stessa dello Spirito, è permeato del carattere dello Spirito, è animato dallo Spirito. Questo cambiamento è dovuto interamente all’opera di grazia dello Spirito, prima che a qualunque nostro passo di fede. La nuova nascita non è causata dalla nostra fede; al contrario, la nostra fede è causata dalla nuova nascita. “Nessuno può venire a me se non gli è dato dal Padre” (Giovanni 6:65). Quindi, la vita che abbiamo in Cristo è totalmente dovuta all’opera dello Spirito di Dio e non abbiamo alcun motivo per vantarci. Viviamo dello Spirito.

E ora? Galati 5:25 ci dice in poche parole quale dev’essere il prossimo passo. “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito”. Paolo non fa che ribadire le parole di Cristo, secondo cui è per l’opera dello Spirito che riceviamo nuova vita. Infatti dice: “Anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo… Siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù” (Efesini 2:5, 10; Colossesi 2:13). Come Dio disse una volta, “Sia luce!” e luce fu, così Egli “risplende nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo” (2 Corinzi 4:6).

Ora Paolo, in Galati 5:25, trae una conclusione partendo dal modo in cui la nostra nuova vita in Cristo è cominciata: se è iniziata per mezzo dello Spirito, allora deve anche continuare ed essere realizzata nello Spirito (vedi Galati 3:1-5). Se è stato per mezzo della potenza sovrana dello Spirito che è cominciata la nostra nuova vita spirituale, allora essa deve essere vissuta per mezzo di questa stessa potenza sovrana e libera.

“Camminare nello Spirito” significa fare ciò che fai ogni giorno per mezzo dello Spirito. Sarà possibile vivere la tua vita in tutti i suoi dettagli, dal momento in cui ti alzi a quello in cui vai a dormire, grazie alla potenza dello Spirito. Cosa significa tutto ciò nella pratica? In che modo possiamo “camminare nello Spirito”?

Studiamo insieme alcuni aspetti in questo passo di Galati 5 e poi vediamo qualche altro passo delle Scritture per trovare una risposta il più possibile completa a questa domanda.

Concluderò descrivendo i cinque passi imprescindibili per il cammino nello Spirito.

 

Come possiamo camminare nello Spirito?

L’espressione “camminare nello Spirito” o “secondo lo Spirito” compare non solo nel v.25, ma anche nel v.16, dove sta scritto “Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne”. Ecco qual è il contrario di camminare nello Spirito: abbandonarsi ai desideri della carne. Ricorda, la “carne” è la vecchia natura umana che non trova piacere nelle cose divine e preferisce ricavare la propria soddisfazione dall’indipendenza, il potere, il prestigio e i piaceri mondani. Quando “camminiamo secondo lo Spirito”, non siamo controllati da questi impulsi. Il v.17 ci dice che la carne produce un certo tipo di desideri e lo Spirito ne produce un altro totalmente opposto. Camminiamo nello Spirito quando i desideri prodotti dallo Spirito sono più forti dei desideri prodotti dalla carne. Ciò significa che “camminare nello Spirito” non è qualcosa che facciamo per poter avere l’aiuto dello Spirito, ma piuttosto, come implicito nella frase stessa, è qualcosa che possiamo fare grazie allo Spirito.

In definitiva, tutte le buone inclinazioni o preferenze e ogni giusto desiderio che abbiamo ci sono dati dallo Spirito Santo. Senza lo Spirito siamo solo carne.

E Paolo dice in Romani 7:18, “Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene”. Senza la buona influenza dello Spirito Santo, nessuna delle nostre inclinazioni o dei nostri desideri potrà essere santo e giusto, “infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo” (Romani 8:7). La nuova nascita consiste nell’entrata in scena dello Spirito nella nostra vita, per produrre un tipo totalmente nuovo di desideri, passioni, desideri e aspirazioni. E quando questi desideri sono più forti di quelli contrari prodotti dalla carne, allora stiamo “camminando nello Spirito”. Infatti agiamo sempre seguendo i nostri desideri più forti.

Dunque, “camminare nello Spirito” è qualcosa che lo Spirito Santo stesso ci permette di fare, producendo in noi forti desideri che sono in accordo con la volontà di Dio. Questo è ciò che Dio disse che avrebbe fatto in Ezechiele 36:26,26:

 

Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo…
Metterò dentro di voi il mio Spirito e vi farò camminare nei miei statuti.

 

Ecco che quando “camminiamo nello Spirito” sperimentiamo il compimento di questa profezia. Lo Spirito Santo produce in noi il desiderio di seguire le vie del Signore; questo è un desiderio più forte dei nostri desideri carnali e quindi ci porta a camminare negli statuti di Dio.

 

Guidati dallo Spirito… non sotto la legge

Questo spiega il versetto seguente in Galati 5, il v.18: “Se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge”. È facile comprendere, visto quanto detto prima, in che modo Paolo passi dal “camminare secondo lo Spirito” del v.16 all’essere “guidati dallo Spirito” nel v.18. L’espressione “guidati dallo Spirito” non fa che rendere più esplicita l’iniziativa dello Spirito nella vita del credente. Non siamo noi a condurlo; lui ci conduce e guida. Siamo guidati da Lui tramite i desideri più forti che suscita in noi. “Camminare nello Spirito” ed essere “guidati dallo Spirito” si riferiscono alla stessa cosa. L’espressione “guidati dallo Spirito” sottolinea l’iniziativa dello Spirito e la sua potenza in noi. L’espressione “camminare nello Spirito” sottolinea invece il nostro comportamento, come risultato di questa iniziativa. Lo Spirito ci guida creando in noi il desiderio di ubbidire a Dio e così camminiamo mettendo in atto questi desideri.
Questo spiega il perché non siamo “sotto la legge”, come dice il v.18. “Se siete guidati dallo Spirito (ossia, guidati da Lui per ubbidire alla legge), allora non siete sotto la legge”. Non siamo “sotto la legge” per due motivi. Primo, non siamo sotto la condanna della legge perché stiamo adempiendo alle giuste richieste della legge. Ecco cosa intende Paolo in Romani 8:4 quando dice che Cristo è morto “affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi che camminiamo secondo lo Spirito”. Quando camminiamo secondo lo Spirito, adempiamo alla legge e dunque non siamo sotto la sua condanna.

Inoltre, non siamo sotto la legge quando “camminiamo nello Spirito” o siamo “guidati dallo Spirito” perché non sentiamo il peso della legge che ci chiede di fare ciò che non desideriamo fare. Quando lo Spirito ci guida producendo in noi giusti desideri, allora i comandamenti di Dio non sono un peso, bensì una gioia. Quindi in questo senso camminare nello Spirito ci libera dall’essere sotto la legge. “Dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà” (2 Corinzi 3:17).

 

Camminare per mezzo dello Spirito è ciò che facciamo quando i desideri dello Spirito sono più forti dei desideri della carne

 

Le opere della carne e il frutto dello Spirito

Se leggiamo i versetti che seguono (v.19-24), troviamo altri elementi che non fanno che confermare e approfondire quanto visto riguardo il “camminare nello Spirito”. In questi versetti Paolo contrasta le “opere della carne” (19-21) con il “frutto dello Spirito” (22-23). Il contrario di compiere “le opere della carne” è “portare il frutto dello Spirito”. Questo è esattamente il contrasto che abbiamo visto nel v.16: “Camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne”. Le “opere della carne” sono il risultato della gratificazione e dell’adempimento dei “desideri della carne”. Il “frutto dello Spirito” è ciò che si manifesta nella nostra vita quando “camminiamo nello Spirito”. Dunque in questi versetti vediamo tre immagini dell’opera dello Spirito nella nostra vita: “camminare secondo lo Spirito” (v.16), essere “guidati dallo Spirito” (v.18) e portare “il frutto dello Spirito” (v.22).

Perché Paolo si riferisce al “frutto dello Spirito” invece che alle “opere dello Spirito”, in contrasto con le “opere della carne”? Considerato quanto visto finora, penso che la ragione sia che Paolo non vuole dare l’impressione che ciò che lo Spirito produce sia un’opera nostra. Non è opera nostra; è il suo frutto. Quello che facciamo quando camminiamo nello Spirito è semplicemente adempiere ai desideri prodotti dallo Spirito. E quale modo migliore di descrivere la facilità con cui seguiamo i nostri desideri più forti, se non quello di dire che il frutto dello Spirito sta sbocciando e si sta manifestando nei nostri atteggiamenti e le nostre azioni? Quindi, proprio come con l’espressione “guidati dallo Spirito”, anche quando parliamo del “frutto dello Spirito” sottolineiamo l’iniziativa e l’opera dello Spirito, che ci permette di adempiere alla legge di Dio.

 

Ama il tuo prossimo

L’ultima cosa che vogliamo notare in questi versetti è che tutti si riferiscono in sostanza a un certo tipo di comportamento: un comportamento amorevole. Il primo elemento menzionato come parte del frutto dello Spirito è l’amore, nel v.22. Ciò è sottolineato ancor più nei vv.13-14:

Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà; soltanto non usate questa libertà per dare un’occasione alla carne, ma servite gli uni gli altri per mezzo dell’amore. Tutta la legge infatti si adempie in questa unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

 

Così come le opere della carne e il frutto dello Spirito sono opposte nei vv.19-23, qui nei vv.13-14 si mette in contrasto l’arrendersi alla carne e il servizio gli uni per gli altri per mezzo dell’amore. Ciò dimostra che l’amore è lo stile di vita onnicomprensivo di una persona che porta il frutto dello Spirito, è guidata dallo Spirito e cammina nello Spirito. La conferma è nel riferimento alla legge nei vv. 14 e 18. “Se siete guidati dallo Spirito non siete sotto la legge” (v.18). “Tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: ʽAma il tuo prossimo come te stessoʼ” (v.14). Quindi, l’amore per il prossimo e la guida dello Spirito (o il cammino nello Spirito) sono quasi sinonimi.
Quasi. Ma c’è una differenza fondamentale e possiamo ringraziare che Paolo ce la insegna. Se ci venisse solo detto “Ama il tuo prossimo”, probabilmente ci metteremmo d’impegno a provare a farlo da soli e trasformeremmo questo amore in un’opera della carne. Sappiamo che questo accade, come dice 1 Corinzi 13:3:

Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore,
non mi gioverebbe a niente.

Niente! Ascolta con attenzione adesso. Questo è fondamentale per la tua vita. Tuttavia è compreso da così pochi. È possibile compiere i più grandi sacrifici immaginabili per gli altri e comunque non piacere a Dio. Dona tutti i tuoi beni e la tua stessa vita, ma non otterresti niente agli occhi di Dio. È possibile essere ricordato dal mondo come il più grande dei filantropi o il più devoto tra i martiri e comunque non essere gradito a Dio. Perché? Perché ciò che è gradito a Dio è il cammino nello Spirito e la guida dello Spirito e il frutto dello Spirito!

Il grande problema della vita cristiana contemporanea non è imparare quali siano le cose giuste da fare, ma come farle. Il problema non è scoprire cosa sia amare, ma come amare nello Spirito. Per Paolo è assolutamente importante che, se siamo venuti alla vita tramite l’opera sovrana dello Spirito, impariamo a camminare per mezzo dell’opera sovrana dello Spirito. Considerata la sovranità dello Spirito che ci guida dove vuole per mezzo dei desideri più forti che crea in noi, cosa dovremmo fare noi? Cosa significa praticamente ubbidire al comando “Camminate secondo lo Spirito”?

Cinque passi per camminare secondo lo Spirito

Concludo parlando di cinque passi che penso che dobbiamo compiere perché si possa veramente dire che camminiamo nello Spirito.

 

1. Riconosci

Primo, dobbiamo riconoscere nel nostro cuore che siamo incapaci di fare qualcosa di buono senza lo Spirito Santo. Come Paolo scrive in Romani 7:18, “Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene”. Cosa intendeva Gesù quando disse in Giovanni 15:5, “Senza di me non potete fare nulla”? Certamente possiamo fare qualcosa senza Gesù: possiamo peccare! Ma questo è tutto. Così, il primo passo del cammino nello Spirito è: ammetti la tua incapacità e lascia che abbia il suo effetto devastante sul tuo orgoglio. Non possiamo fare nulla per piacere a Dio senza l’intervento costante dello Spirito.

 

2. Prega

Secondo, dato che in Ezechiele 36:27 Dio promette di versare il Suo Spirito su di noi e di portarci a camminare nei suoi statuti, prega che Lui possa farlo in te con la Sua onnipotenza. Molti di noi conosciamo l’esperienza gloriosa e liberatrice della vittoria su un irresistibile desiderio di peccato per mezzo di un desiderio nuovo e più forte per Dio e le sue vie. E se guardi indietro a quei momenti, a chi attribuisci questo tuo nuovo desiderio? Da dove è venuto? È venuto dall’opera misericordiosa dello Spirito. Quindi, preghiamo proprio come Paolo in 1 Tessalonicesi 3:12, per avere il frutto più importante dello Spirito: “Il Signore vi faccia crescere e abbondare in amore gli uni verso gli altri e verso tutti”. E preghiamo come fece l’autore in Ebrei 13:21:
Or il Dio della pace… vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà, e operi in voi ciò che è gradito davanti a lui, per mezzo di Gesù Cristo.
Se è Dio solo che opera in noi ciò che è gradito davanti a Lui, allora più di tutto dobbiamo pregare. “O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro me uno spirito ben saldo” (Salmo 51:10).

 

3. Confida

Il terzo passo è la fede. Dobbiamo credere che siccome siamo sotto l’opera piena di grazia dello Spirito, “il peccato non avrà più potere su di noi” (Romani 6:14). Questa sicurezza è ciò che Paolo intendeva quando disse “fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio” (Romani 6:11). Semplicemente contiamo sul fatto che lo Spirito che ci ha vivificati quando eravamo morti nel peccato desidera la nostra santità e ha il potere di portare a compimento quanto desidera. In uno dei miei sermoni sulla preghiera ho detto che una delle cose per cui noi come credenti possiamo pregare con fede sicura è che Dio operi per la nostra santificazione, il che corrisponde all’essere guidati dallo Spirito.
La ragione per cui possiamo avere fede è che sappiamo che Dio porterà i suoi figli a essere guidati dallo Spirito. E lo sappiamo grazie a Romani 8:14, dove Paolo dice che non possiamo essere figli di Dio se non siamo guidati dallo Spirito: “infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio”. Se sei figlio di Dio, hai la promessa solida e incrollabile che Dio ti darà la vittoria su quei desideri potenti della carne. Ma attenzione: non giudicare affrettatamente i tempi dell’opera dello Spirito. Il perché liberi una persona nel giro di una notte, ma porti la libertà a qualcun altro dopo mesi di lotta è un mistero nascosto per ora ai nostri occhi.

 

4. Agisci

Il quarto passo dopo aver riconosciuto la tua incapacità senza di Lui, aver pregato per il Suo intervento e aver confidato nella Sua liberazione, è agire nel modo che sai essere giusto. Attenzione: questo non è il passo numero uno. Se fosse il numero uno, tutte le nostre azioni sarebbero opere della carne, non frutto dello Spirito. Solo dopo aver fatto appello all’intervento dello Spirito ed esserci affidati con fiducia alle sue promesse e alla sua potenza in noi, possiamo lavorare con tutte le nostre forze. Solo quando agiamo con questa preparazione spirituale saremo in grado di fare nostre le parole di Paolo in 1 Corinzi 15:10:
Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me.

O in Galati 2:20: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!” (vedi anche Romani 15:18-19). Una persona che ha riconosciuto la sua incapacità, ha pregato che Dio gli permetta di fare il bene e che si è abbandonata con fiducia alla sovranità dello Spirito Santo ha questo incredibile incentivo a fare ciò che è giusto, cioè la sicurezza che, qualunque bene compia, è Dio onnipotente che lavora in lui dandogli la volontà e la potenza di farlo. È segno di un giudizio affrettato, quando una persona dice “Beh, se lo Spirito è sovrano e io non posso fare alcun bene senza il Suo intervento, allora posso anche starmene qui seduto e non fare niente”.

Ci sono due errori in questa affermazione: è contraddittoria ed è antibiblica. È una contraddizione dire “posso starmene qui seduto e non fare niente”. Se scegli di stare seduto su una sedia mentre la casa brucia, hai scelto di fare qualcosa, così come una persona che sceglie di alzarsi e salvare sé stesso e gli altri. Perché dovresti considerare una scelta in qualche modo più in contrasto con la sovranità di Dio rispetto all’altra? E un’affermazione del genere è anche antibiblica perché Filippesi 2:12-13 dice:
Miei cari, adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore (alzatevi, la casa è in fiamme!); infatti (non “anche se”, “nonostante”, ma “infatti”) è Dio che produce in voi il volere e l’agire, secondo il suo disegno benevolo.
È un grande incentivo, non uno scoraggiamento, il sapere che ogni nostro sforzo di fare ciò che è giusto è opera del Signore onnipotente in noi. Per quanto mi riguarda, io sono molto incoraggiato quando le cose si fanno difficili dal pensiero che ogni sforzo che faccio per compiere il bene è un segno della grazia di Dio all’opera in me. “Se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio” (1 Pietro 4:11). A Dio sia la gloria!

 

5. Ringrazia

L’ultimo passo nel cammino nello Spirito è ringraziare Dio per ogni virtù raggiunta o per ogni opera buona compiuta. Se senza lo Spirito non possiamo fare nulla di buono, allora non solo dobbiamo chiedere il Suo intervento, ma anche ringraziarlo ogni volta che lo facciamo. Un esempio da 2 Corinzi 8:16. Paolo dice: “Ringraziato sia Dio che ha messo in cuore a Tito lo stesso zelo per voi”. Tito amava i corinzi. Da dove veniva questo amore? Dio l’aveva messo nel suo cuore. Era il frutto dello Spirito. Perciò cosa fa Paolo? Ringrazia Dio. E anche Tito lo doveva fare. Grazie siano rese a Dio che mette l’amore nei nostri cuori!
“Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito”. Riconosciamo nel profondo del cuore che siamo incapaci di piacere a Dio senza l’intervento costante dello Spirito. Preghiamo per la sua opera. Confidiamo pienamente nella potenza dello Spirito e nella Sua promessa di darci l’aiuto necessario. Poi facciamo ciò che sappiamo essere giusto. E dopo averlo fatto, diciamo con tutti i santi: “Non io, ma lo Spirito di Cristo in me”. Grazie siano rese a Dio! A Lui la gloria nei secoli dei secoli! Amen.

(Traduzione a cura di Cristina Baccella)

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