Caso Genovese, ai festini anche preti e vescovi

00Si può celebrare messa e dopo poche ore partecipare a dei festini a base di sesso, droga e alcool? Sembra proprio di si. Giulia Napolitano, una fotomodella siciliana di 21 anni, che da anni lavora come ragazza immagine per feste private in tutta Italia, parlando del Caso Genovese, racconta di come a questa feste allegre siano presenti numerosi professionisti, compresi preti e vescovi. Questo il suo racconto:

“Una volta, in una bellissima villa romana di proprietà di una ex escort, ho visto un prete che aveva messo in fila tre ragazze nude sul letto e ognuna di loro aveva una striscia di cocaina sul xxxx. Il resto si può immaginare. Ne ho visto un altro che faceva un threxxxx, un trio con due ragazze, e non si è fermato neppure quando sono passata nella stanza per andare in bagno. Se faccio i nomi mi ammazzano. A Roma è pieno di vescovi e preti che fanno messa e tre ore dopo pippano cocaina e si divertono con 18enni come se niente fosse. Quando ho provato a chiedere come mai un uomo di Chiesa frequentasse serate del genere, qualcuno di loro mi ha risposto che stava seguendo la fuga nel rifugio dei peccatori. Uno schifo”.

A quei festini diffusi in tutta Italia, però, non ci sono solo sacerdoti e prelati. Dentro ci sono tutti: avvocati, medici, notai, calciatori, procuratori. Una moderna Sodoma e Gomorra che fa comodo pure alle ragazze che da queste bolge dantesche ci guadagnano, e anche molto, come racconta la stessa modella: “L’omertà che ruota attorno a questa vicenda è dettata solo dalla paura di perdere la droga gratis e il lavoro con i clienti, lo dico senza problemi. Ma chi vuole fare un lavoro serio? Guadagnano 10mila euro al mese se vogliono e all’improvviso devono andare a lavorare in un bar per mille? No, meglio stare zitte.  È difficile tornare a una vita mediocre, chi smette è perché è troppo vecchia, ha trovato marito o è morta per la droga. In ogni caso c’è un mare di ragazze che fa a gara per partecipare a queste feste. Mica vai lì per la bella musica o per fare amicizia, ci vai perché c’è l’avvocato che ti dà mille euro. Così ti paghi l’università o magari ti compri la borsa che volevi. E poi non ci dimentichiamo che molte sono tossicodipendenti e lì trovano la droga gratis“.

Leggere tutto questo sgomenta soprattutto noi, persone “normali”. Gente che si sveglia all’alba per svolgere un lavoro onesto, che si sforza di comportarsi come cristiani, e poi si accorge che ci sono sacerdoti, vescovi, vicari di Cristo che, da una parte predicano onestà, rettitudine e moralità, e dall’altra precipitano in un girone infernale fatto di vizi e di lussuria. Un fenomeno che non è certamente nuovo, ma che ogni volta che si legge lascia una delusione incolmabile in chi, in questi uomini di Chiesa, porge la sua fiducia.

Mario Barbato

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