Cerca il bene della tua città

In Babilonia vi erano tutti i deportati da Gerusalemme. Israele si trovava in esilio, lontano da tutto. Avevano lasciato ogni cosa, ogni bene, gli affetti, e si ritrovavano in una nazione straniera, dove adoravano altri dèi, avevano altre usanze, costumi, una nazione verso la quale erano soggetti.

In questo contesto di grande miseria spirituale, morale, e sociale, arriva ancora la Parola di Dio al residuo di Gerusalemme, tramite il profeta Geremia.

La Parola di Dio, arrivò al popolo per mezzo di una lettera scritta dal profeta Geremia.

“4 «Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele, a tutti i deportati che io ho fatto condurre da Gerusalemme a Babilonia: 5 “Costruite case e abitatele; piantate giardini e mangiatene il frutto; 6 prendete mogli e generate figli e figlie; prendete mogli per i vostri figli, date marito alle vostre figlie perché facciano figli e figlie; moltiplicate là dove siete, e non diminuite. 7 Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il SIGNORE per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene”.

8 Infatti così dice il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: “I vostri profeti, che sono in mezzo a voi, e i vostri indovini non v’ingannino, e non date retta ai sogni che fate. 9 Poiché quelli vi profetizzano falsamente nel mio nome; io non li ho mandati”, dice il SIGNORE. 10 Poiché così parla il SIGNORE: “Quando settant’anni saranno compiuti per Babilonia, io vi visiterò e manderò a effetto per voi la mia buona parola facendovi tornare in questo luogo. 11 Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il SIGNORE: “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. 12 Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. 13 Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; 14 io mi lascerò trovare da voi”, dice il SIGNORE. “Vi farò tornare dalla vostra prigionia; vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati”, dice il SIGNORE; “vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare”. Geremia 29: 4-15

In queste parole ci sono diverse cose importanti da analizzare:

  • Così parla il SIGNORE degli eserciti; ci parla del carattere di Dio, un Dio forte in battaglia, preannuncia il fatto che c’è una battaglia in corso
  • Dio d’Israele; sta dicendo al popolo che Egli è ancora il loro Dio.
    Sicuramente il popolo si sentiva smarrito, e pensava che avendo lasciato la terra santa, il tempio, significava essere lasciati a se stessi, soli, lontano da Dio. Invece lì, in quella terra di deportazione li raggiunge la Parola di Dio che gli dice: “sono il tuo Dio”.
  • A tutti i deportati che io ho fatto condurre da Gerusalemme a Babilonia; sta dichiarando pubblicamente che la deportazione è stata la conseguenza della Sua volontà a causa del loro peccato. Una parola che si rivolge a tutti i “deportati”.
  • 5 “Costruite case e abitatele; piantate giardini e mangiatene il frutto; 6 prendete mogli e generate figli e figlie; prendete mogli per i vostri figli, date marito alle vostre figlie perché facciano figli e figlie; moltiplicate là dove siete, e non diminuite; il popolo trovandosi solo, lontano dalla propria terra, molto probabilmente non immaginava un futuro, non aveva nessuna speranza di crescita, di evoluzione. Pensava che la propria vita sarebbe finita lì così in schiavitù.
    Sorgevano falsi profeti che dichiaravano che a breve sarebbe rientrati in patria, creando in loro false aspettative.
    Dio attraverso questa lettera palesa la sua volontà: (Voi siete a Babilonia perché io l’ho voluto, e non andrete via da lì prima del tempo che io ho prefissato, perciò fatevi una vita, vivete come se foste in patria, fatevi una famiglia, crescete, moltiplicatevi “Parafrasi”)

  • 7 Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il SIGNORE per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene”.
    Dio aggiunge: (vi dirò di più, non solo dovete vivere e svilupparvi in Babilonia, dovete pregare me per essa, poiché dal bene di Babilonia dipende il vostro bene “parafrasi”)
    Una Parola non facile da accettare…in sintesi Dio stava dicendo:

    • Io sono il vostro Dio, colui che combatte per voi
    • Siete a Babilonia perché io l’ho voluto
    • Dovrete restare lì per un lungo periodo, 70 anni
    • Per il vostro bene, dovrete pregare per questa nazione lontana da Dio e alla quale siete soggiogati

Non facile da digerire…il popolo sperava in una pronta liberazione e rimpatriata. Aspettava che l’Iddio degli eserciti forte in battaglia li liberasse dalle mani di Nabucodonosor…invece ascoltano tutt’altro…sei in questa situazione perché Io l’ho determinata Io a causa delle tue azioni.

  • 11 Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il SIGNORE: “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza;
    Oh non è facile comprendere queste parole, non è facile accettare che dietro a questa situazione desolante ci sia un “pensiero di pace, un futuro, una speranza gloriosa…”.

  • 12 Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. 13 Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; 14 io mi lascerò trovare da voi”, dice il SIGNORE. “Vi farò tornare dalla vostra prigionia; vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati”, dice il SIGNORE; “vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare”;
    Le nostre azioni hanno sempre una conseguenza, è una legge fisica ma anche spirituale. Le azioni del popolo lo portarono a vivere a Babilonia, lontano dalla propria patria.
    Ma ora Dio sta dicendo qualcos’altro… quando le vostre azioni cambieranno, anche la vostra condizione e situazione cambierà…:

    • M’invocherete, verrete a pregarmi – io vi esaudirò
    • Mi cercherete – mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore
    • Mi lascerò trovare
    • Vi farò ritornare dalla vostra prigionia
    • Vi raccoglierò…

La nostra condizione è spesso determinata dalle nostre azioni e dalle nostre scelte.

La nostra condizione è spesso determinata dal nostro rapporto con Dio

La nostra condizione è spesso determinata dai nostri peccati

La nostra condizione è spesso determinata dalla nostra vicinanza o meno a Dio

Israele non ha smesso di essere il popolo di Dio, e Dio era sempre l’Iddio di Israele, ma il cuore del popolo era ormai lontano da Dio.

Questa lontananza portò Israele a vivere in uno stato di miseria spirituale e morale.

La ricerca di Dio non era sincera (Mi cercherete, mi troverete, perché lo farete con tutto il cuore).

Questa Parola di Dio si concluderà con una meravigliosa promessa: “vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare”.

Vi riporterò da dove vi ho fatti uscire, sarete nella stessa posizione di prima, ritornerete a casa.

Il salmista scriverà: Poiché l’ira sua è solo per un momento, ma la sua benevolenza è per tutta una vita.” Salmi 30:5

Le promesse per il futuro sono grandiose, meravigliose, ricche di speranza, ma il messaggio centrale ed attuale per il popolo era il seguente:

“7 Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il SIGNORE per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene”.

Le promesse sono necessarie per SPERARE

Ma per OGGI abbiamo bisogno di INDICAZIONI: CERCA IL BENE E PREGA PER LA TUA CITTA’

L’apostolo Paolo a Timoteo rivolgerà al stessa esortazione:

“1 Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, 2 per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità. 3 Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, 4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.” 1 Timoteo 2:1-4

Se desideriamo condurre una vita tranquilla, quieta, dignitosa, dobbiamo elevare a Dio: suppliche, preghiere, intercessioni e ringraziamenti per chi è in autorità, autorità spirituali e sociali!

Abbiamo nella Parola almeno due esempi di uomini di Dio, che hanno lasciato una forte impronta nella storia e nel popolo di Dio nonostante fossero lontani dalla propria patria, nonostante si ritrovassero in quella condizione a causa dei peccati del popolo.

“Allora i capi e i satrapi cercarono di trovare un’occasione per accusare Daniele circa l’amministrazione del regno, ma non potevano trovare alcuna occasione né alcun motivo di riprensione, perché egli era fedele e non c’era in lui alcuna mancanza da potergli rimproverare.” Daniele 6:4

Daniele era tra i deportati in Babilonia. Egli era alla corte del re, amministrava tutto ciò che riguardava il regno e lo faceva in modo impeccabile. Cercavano di trovare in lui qualcosa che non andasse, ma egli era fedele e non c’era in lui alcuna mancanza da potergli rimproverare…

Un uomo che Dio fece prosperare mentre viveva a Babilonia, mentre era deportato. Un uomo che seppe mostrare fedeltà e abnegazione in quello che faceva.

Ciò fu gradito al re che ebbe sempre grande stima di Daniele, e questa attitudine fu gradita tanto anche da Dio il quale onorò Daniele dandogli una posizione, concedendogli esperienze spirituali, visioni, doni, profezie incredibili…

Un altro uomo fantastico lo troviamo anch’egli “fuori sede”, alla corte del re di persia… Neemia.

Neemia alla corte del re era coppiere, serviva il re persiano con fedeltà e abnegazione. Il re gradiva molto Neemia. Il re conosceva così bene Neemia che un giorno gli disse: “2 Il re mi disse: “Perché hai l’aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che per una preoccupazione” Neemia 2:2

Infatti Neemia era triste perché le mura di Gerusalemme erano distrutte. Ma sarà proprio la sua posizione, e la sua fedeltà, ad attirare il favore del re persiano su di lui in favore del popolo di Dio.

“4 E il re mi disse: “Che cosa domandi?” Allora io pregai il Dio del cielo; 5 poi risposi al re: “Se ti sembra giusto e il tuo servo ha incontrato il tuo favore, mandami in Giudea, nella città dove sono le tombe dei miei padri, perché io la ricostruisca”. Neemia 2:4-5

Nel cuore di Neemia c’era tanto amore per il popolo di Dio e per la città santa, c’era devozione verso Dio, una preghiera costante a favore di Gerusalemme, il tutto accompagnato dalla sua fedeltà, onestà e laboriosità alla corte del re persiano, il quale non solo gli darà il permesso di andare a ricostruire, ma gli darà tutto il necessario.

Uomini fantastici che hanno prosperato e sono stati potentemente usati da Dio semplicemente perché hanno continuato a servire Dio lì dov’erano, nelle faccende di tutti i giorni, essendo persone oneste, fedeli ed affidabili, nonostante tutto e tutti….

C’è ne sarebbero altri…. Per esempio ricordate Giuseppe alla corte di faraone… era l’autorità massima…

Dio ci invita ad avere la stessa attitudine di preghiera per la nostra città e per la nostra nazione.

Dio ci invita ad essere persone laboriose, rispettose, fedeli, oneste ed affidabili.

Non sai quello che può produrre la tua preghiera accompagnata dalla tua fedeltà lì nel posto in cui ti trovi.

Al di là di tutto, questo porterà del bene a noi.

“Poiché dal bene di questa dipende il vostro bene”

“Affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità.”

Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com

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