Che significa amare il mio prossimo come me stesso?

Una donna benestante, che era diventata cristiana in età avanzata, passeggiava un giorno lungo le strade della città, accompagnata da sua nipote. Ad un certo punto, un mendicante si avvicinò a loro. L’anziana signora ascoltò il suo racconto e poi, mettendo mano al suo borsellino, tirò fuori dieci dollari e le mise nel palmo della mano del pover‘uomo. Arrivate all’angolo della strada, una donna dell’Esercito della Salvezza stava raccogliendo offerte e l’anziana benestante lasciò cadere cinquanta dollari nel cestino. Mentre facevano la fila in un centro commerciale per pagare la spesa, notò una signora proprio davanti a loro che non aveva tutti i soldi per pagarsi la piccola spesa. Si vedeva che era una povera donna dai vestiti che indossava. Dovette lasciare un pò del suo cibo alla cassa. La donna di Dio gli disse: “Signora, si offende se le pago io il resto della spesa?”. La poveretta fra le lacrime fece no con la testa. Quando uscirono dal supermercato, la donna di Dio insegui la povera donna; si mise a parlare con lei per un po’ della grazia di Dio, gli spiegò la via della salvezza e fecero una preghiera insieme. Poi mentre si salutarono, la donna di Dio gli mise nella mano cento dollari. La poveretta piangeva e la ringraziava. Ma lei le disse: “Ricorda che è Dio che devi ringraziare non me. Subito dopo, sua nipote la guardò con aria incuriosita e le disse: “Nonna, immagino che tu abbia perso tante cose da quando sei diventata cristiana, non è così?” La donna replicò: “Certamente! Ho perso un carattere impaziente, l’abitudine di criticare gli altri, la tendenza a trascorrere tutto il mio tempo libero in attività frivole e nei piaceri totalmente privi di significato. Ho perso anche uno spirito di avarizia e di egoismo. Eh, Si! Indubbiamente ho perso tante cose! In cambio però, con l’aiuto di Gesù, ho trovato la felicità nel donare agli altri, e questo di dare mi rende il cuore felice!”.

Io sono felice se tu sei felice! Io non potrei mai essere felice se tu non lo sei! La mia felicità consiste nel vedere te felice. Se tu non sei felice anch’io non potrò esserlo per la tua infelicità, ma se tu sarai felice io lo sarò quanto te e più di te! Se sarei felice per me stesso, sarei un egoista. La felicità egoistica è una felicità effimera, passeggera, perché un cuore egoista non può conosce la vera felicità nel donare e nel donarsi. Ma poiché io non sono un egoista, la mia felicità è vedere te, o mio amato “PROSSIMO” quando ti possa rendere felice!

Questo è amare il nostro prossimo!

Gesù voleva vedere ogni creatura felice per fino quando lo inchiodarono sul legno della croce sul Calvario. Morente, umiliato, disidratato, sanguinante inchiodato mani e piedi ad una croce, Egli sorrise e fu felice, quando il brigante gli chiese: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!” Ed egli gli disse: “Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:42-43).

Gesù fu felice di strappare un’altra anima a Satana prima di rendere il Suo Spirito. Prima di morire, Gesù vide nel ladrone la felicità, quella felicità che rende il cuore di Cristo felice! Gesù è sempre felice quando un’anima si salva. Altrove Gesù pianse. Pianse amaramente per Gerusalemme che non credette in Lui. Il Suo cuore era rattristato per questo!

“OGGI tu sarai con me in paradiso. Ti aspetto nel mio Regno, non domani o fra mille anni, ma OGGI STESSO!” Non dovrai scontare nessuna pena per i tuoi peccati. Non esiste il purgatorio, o c’è l’inferno o il paradiso.

Il primo uomo che entrò nel Suo Regno fu la persona più indesiderabile della terra! Un brigante! I briganti solevano rubare, assalire, uccidere, bestemmiare e torturare gli altri! Erano crudeli e senza compassione per nessuno. Eppure Gesù fu felice di accoglierlo nel Suo Regno. Egli venne in questo mondo non per giudicare ma per redimere le anime. Quando un’anima si piega alla Sua volontà, Egli è felice.

Gli angeli del Cielo fecero una gran festa quando videro il ladrone entrare nel Regno dell’Agnello. Con una veste bianca di lino fino, pura e immacolata, come chi non ha mai commesso nessun peccato! Eppure due ore prima era lì sulla croce anch’egli che beffava e si prendeva gioco di Gesù. Poi un sentimento nuovo nacque in lui, e tutto cambiò! In un attimo. Da brigante a santo! Che meraviglia che sa fare il nostro Salvatore! Gesù morì, e al ladrone gli rimase la felicità di essere salvato!

Quando Dio il Padre vide il brigante nel Suo Regno, lo vide come uno che non ha mai peccato. Lo vide giusto e integro. Sai il perché? Perché Gesù mostrò le Sue mani, i Suoi piedi e il Suo costato forati e sanguinati. Gesù si prese tutti i peccati del brigante! Non essere depresso, basta poco per ricevere la Grazia di Dio. Dio non ci chiede di fare chi sa cosa, ma solo di credere nel Figlio che morì per te!

Attenzione però! L’altro ladrone non entrò nel Regno di Dio. Lui non rese il volto del nostro amato Salvatore felice! Egli morì nella sua crudeltà e nella sua incredulità. Gesù se ne dispiacque perché resto muto quando il ladrone lo beffava e si derideva di Lui. Gesù era praticamente immobilizzato per fare qualcosa per liberarlo dalla morsa infernale di cui il diavolo lo teneva. Gesù non può cambiare la volontà dell’uomo. La scelta spetta all’uomo. Gesù non si caricò dei suoi peccati, il brigante andò dritto all’inferno, dove un giorno renderà conto a uno a uno di tutti i suoi peccati, nel giorno del giudizio! Vuoi che a te avvenga lo stesso? No! Però devi deciderti, il tempo potrebbe essere molto breve, oggi stesso, in questo preciso momento, chiedi a Gesù di farsi conoscere nella tua vita. Forse tu credi che già lo conosci, ma forse è solo una conoscenza mentale e non di cuore. Io non voglio giudicarti, ma fatti un esame interiore e vedi se veramente Gesù vive in te. DomandaglieLo tu stesso a Gesù con tutto il tuo cuore. Noi come stiamo messi con l’amare il nostro prossimo? Non parlo di amare i parenti o gli amici cari. Ma amare i nostri nemici! Siamo felici o siamo invidiosi e furiosi verso di loro? Siamo felici quando rendiamo felici gli altri? Oppure viviamo sempre amareggiati?

Tutti ci dovremmo fare questa domanda. Io per primo, ahimè come sono mancante!
Ma amare il nostro prossimo ci rende felici e non egoisti. L’Apostolo Paolo disse:
“Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1 Corinzi 11-1).
Noi siamo o non siamo imitatori di Cristo?

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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