Chi erano i due testimoni della Bibbia?

Testo base: Apocalisse 11:3-13

3 E io darò ai miei due testimoni di profetare, ed essi profeteranno per milleduecento sessanta giorni, vestiti di cilicio. 4 Questi sono i due ulivi e i due candelabri che stanno nel cospetto del Signor della terra. 5 E se alcuno li vuole offendere, esce dalla lor bocca un fuoco che divora i loro nemici; e se alcuno li vuole offendere bisogna ch’ei sia ucciso in questa maniera. 6 Essi hanno il potere di chiudere il cielo onde non cada pioggia durante i giorni della loro profezia; e hanno potestà sulle acque di convertirle in sangue, e potestà di percuotere la terra di qualunque piaga, quante volte vorranno. 7 E quando avranno compiuta la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso moverà loro guerra e li vincerà e li ucciderà. 8 E i loro corpi morti giaceranno sulla piazza della gran città, che spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il Signor loro è stato crocifisso. 9 E gli uomini dei vari popoli e tribù e lingue e nazioni vedranno i loro corpi morti per tre giorni e mezzo, e non lasceranno che i loro corpi morti siano posti in un sepolcro. 10 E gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti avranno tormentati gli abitanti della terra. 11 E in capo ai tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro, ed essi si drizzarono in piè e grande spavento cadde su quelli che li videro. 12 Ed essi udirono una gran voce dal cielo che diceva loro: Salite qua. Ed essi salirono al cielo nella nuvola, e i loro nemici li videro. 13 E in quell’ora si fece un gran terremoto, e la decima parte della città cadde, e settemila persone furono uccise nel terremoto; e il rimanente fu spaventato e dette gloria all’Iddio del cielo.

Tratti essenziali dei due testimoni

● Essi sono dei profeti di Dio, presumibilmente uomini del Vecchio Patto

● Profetizzeranno vestiti di sacco per milleduecentosessanta giorni

Possono chiudere il cielo e non far cadere alcuna pioggia e percuotere la Terra con qualsiasi  piaga; esce fuoco dalla loro bocca

● Sono tipificati ai due ulivi e ai due candelabri che stanno davanti al Dio della Terra

● La Bestia che sale dall’abisso li vincerà e li ucciderà

● I loro cadaveri giaceranno nella grande città (Gerusalemme)

● Resusciteranno dopo tre giorni e mezzo ascendendo al cielo in mezzo ad una nuvola

Prima di entrare nel merito dello studio, vogliamo premettere che, nel mondo cristiano, esistono diverse interpretazioni, e che, anche questa, altro non è che un modo di interpretare le Sacre Scritture. Questo fatto ci consente, in piena libertà dello Spirito Santo, di accettare critiche costruttive, purchè basate sulla Bibbia. Chi legge il presente è pertanto tenuto a farlo con spirito di ricerca della verità, e non di pura critica o giudizio. Per il resto, siamo pronti ad accettare qualsiasi commento che ci porti maggiormente vicini alla verità.

Premettiamo alcune considerazioni che ci serviranno nel corso dello studio per comprendere meglio alcuni passaggi successivi dello studio:

Dio non compie nessuna azione che non abbia uno scopo

La Sua Parola si adempie sempre  (Numeri 11:23)

Non ritorna a vuoto indietro a Lui  (Numeri 23:19 – Isaia 55:11)

In essa non vi è alcuna contraddizione (II Timoteo 3:16)

Perché ci sono due testimoni alla fine dei tempi?

Gesù venne sulla Terra per adempiere la Legge, non per abrogarla,  (Matteo 5:17,18)

La legge diceva che la testimonianza di DUE diventa credibile,…  (Giovanni 8:17 – Esodo 31:18 – Numeri 7:89 – Deuteron. 17:6)

Sono dei Profeti di Dio

I due testimoni hanno da Dio il compito di profetizzare esercitando un ministerio simile a quello di un profeta del vecchio Testamento. Essi dovranno parlare agli uomini degli ultimi tempi e, specificatamente, eserciteranno un ministerio proprio in Gerusalemme, (Apocalisse 11:8). Da questa considerazione possiamo inferire che sono dei profeti che vengono dal Vecchio Patto, dal popolo ebraico, e che devono parlare soprattutto al popolo ebraico dei tempi della fine. Essi devono volgere il loro messaggio a quanti si sono completamente dimenticati di Dio, a quanti ne disconoscono la forza, la capacità, la stessa sussistenza. In base a quanto detto, la cerchia dei presunti “candidati” a questo ruolo è abbastanza ristretta.

Ci furono tanti profeti nel Vecchio Testamento, ma i tratti che abbiamo delineato insieme portano a restringere la nostra ricerca su tre uomini in particolare: EliaMosèEnoc. VErifichiamo allora se questi tre erano davvero dei profeti di Dio. Sul fatto che Elia fosse un profeta non crediamo ci sia alcun dubbio (I Re capp. 17, 18, 19, etc.). Allo stesso modo anche Mosè, viene chiaramente definito come profeta del Vecchio patto, anzi viene indicato come uno dei principali profeti (Deuteronomio 34:10). Qualcuno potrebbe mettere in dubbio, diciamo, l’unzione di Enoc come profeta. Ma se leggiamo il libro di Giuda, (Giuda v.14), vediamo che anche Enoc profetizza. Quindi, Quindi, da questo punto di vista, evidentemente tutti e tre questi personaggi possono essere definiti come profeti di Dio e, quindi, restano ancora validamente candidati al ruolo che stiamo cercando di studiare.

Profetizzeranno milleduecentosessanta giorni vestiti di sacco

Il vestirsi di cilicio, (sacco),  indica chiaramente che i due testimoni devono umiliarsi davanti a Dio. Come leggiamo in tutta la Parola di Dio, coloro che si vestivano di sacco dovevano chiedere qualche cosa specificatamente a Dio, avevano qualche richiesta particolare da inoltrare a Dio perché la esaudisse (Ester 4:1). I due testimoni non hanno un motivo personale per cui devono umiliarsi davanti a Dio, ma devono compiere questo gesto per adempiere la profezia di Gioele, (Gioele 1:13). L’offerta e la libazione sono scomparse nella Casa di Dio nei tempi della fine, e quindi qualcuno deve “umiliarsi”. Dio stesso, PER AMORE, concederà ai due testimoni di profetizzare. Se Dio non agisse per amore, a questo punto ci sarebbe solamente la distruzione totale e devastante per tutti.

Un ultima notazione la dobbiamo fare a riguardo del periodo in cui i due testimoni agiranno: tre anni e mezzo, (milleduecentosessanta giorni). Questo periodo coincide con un periodo di grante tribolazione per il mondo intero, proprio quando le nazioni dei Gentili calpesteranno la Santa Città (Apocalisse 11:2). Una curiosità da rilevare, riguarda la strana coincidenza del periodo di siccità indetto da Elia tramite una profezia in I Re. Anche in quel caso non piovve per tre anni e mezzo. Nella grande tribolazione non pioverà: ma non in senso materiale, ma spirituale. Amici, questa riflessione ci fa capire cosa intendevamo all’inizio quando abbiamo premesso che Dio non fa alcuna cosa se non ha uno scopo ben preciso: quando Elia ordinò il periodo di siccità, (Deuteron. 19:15), questo fu “scelto” proprio di 3 anni e mezzo per essere da anticipazione a quello che sarebbe stato pienamente rivelato nel nuovo testamento, nel libro dell’Apocalisse. Sappiamo tutti, infatti, che le cose del Vecchio Testamento sono una prefigurazione materiale di quello che sarebbe avvenuto nel nuovo Patto. I due testimoni in realtà obbediscono a Dio, quindi in effetti è lo stesso Dio a muovere i loro passi. Ricordiamoci della profezia di Elia riguardo la siccità dei tre anni e mezzo: da un certo punto di vista, sembra che sia stato Elia a decidere, ma in realtà Elia è stato suggerito dallo Spirito del Signore, che antivedeva la grande tribolazione ed il periodo di siccità spirituale.

Possono chiudere il cielo, non far cadere alcuna pioggia, tramutare l’acqua in sangue, percuotere la Terra con qualsiasi piaga; esce fuoco dalla loro bocca

Chi ha ricevuto lo Spirito di Dio, diventa come una sorgente di acqua, (a livello spirituale), per dare da bere a chi invece è assetato (Giovanni 7:38). Questa acqua non è nostra, ma è dello Spirito di Dio, è lo Spirito di Dio, che è Cristo (Deuteronomio 18:5). Essa sgorga dal nostro cuore, cioè dal luogo nel quale Egli prende dimora fissa.

Abbiamo visto con Gioele che quello dei due testimoni è un tempo di grande arsura spirituale, perché lo Spirito di Dio non è presente. Notiamo che i due testimoni possono colpire la Terra con TUTTE le piaghe, tante volte quante “desiderano” farlo 1. Questo è molto importante da sottolineare: non ci sono limiti alle piache che i testimoni possono inviare. In realtà, dunque, i due testimoni possono fare ogni cosa, ma in particolare Dio ne evidenzia tre che trovano corrispondenza in episodi memorabili del Vecchio testamento, e che, proprio per lo stesso motivo della profezia della siccità di Elia, sono stati compiuti nel Vecchio Patto per essere di prefigura di quello che sarebbe successo nel Nuovo testamento. Ma, come abbiamo già ricordato, i segni del vecchio Testamento sono una prefigurazione spirituale del nuovo Patto, e, questi ultimi, devono essere interpretati da un punto di vista spirituale per non cadere in confusione. Vediamo nel dettaglio i tre segni che sono stati annotati nella Bibbia.

  1. essere consumati dal fuoco.

2. il non fare piovere.

3. il tramutare l’acqua in sangue.

Dio ha evidenziato proprio questi tre per un significato strettamente spirituale, e non perché debbano essere esclusivamente quelli i segni che accompagnano i due Testimoni: non ci sarà acqua spirituale, e gli uomini patiranno di riflesso la mancanza di acqua terrena, la cosa di gran lunga più importante in un uomo che è fatto al 77% di acqua!! La benedizione divina non è presente, e i testimoni ne evidenzieranno l’assenza proprio colpendo il genere umano con la mancanza di acqua naturale. Alla fine di ogni cosa, poi, quando sarà ben manifesto che mancherà l’acqua, sia spirituale che materiale, sorgerà finalmente la liberazione: sarà Dio stesso a dare da bere a tutti (Apocalisse 21:6).

Introduciamo allora uno spunto di riflessione. Molti cristiani concludono che i due testimoni siano Elia e Mosè per un semplice fatto: i miracoli che i due Testimoni produrranno ricalcano soprattutto opere che sono state compiute, mentre sulla Terra, proprio da Mosè ed Elia. Ma, vorremmo umilmente considerare insieme che la Bibbia dice chiaramente, riferendosi ai Servi di Dio, cioè a coloro che hanno lo Spirito di Dio, che “Ogni cosa è possibile per chi crede”, (Marco 9:23). I miracoli, fratelli, appartengono a Dio, e se Dio li ministra tramite un Suo servo, mica restano di “proprietà” esclusiva di quel servo!

D’altro canto se noi scegliamo il ruolo dei due testimoni solamente perché in vita hanno fatto alcuni miracoli che poi si ripresentano mentre vi è la grande tribolazione, allora, rispondete a questa domanda: “chi ha vomitato fuoco dalla bocca?”. È stato Mosè Enoc o Elia? Capite bene, che diventa assurda una tale conclusione. La verità è che i miracoli che i due Testimoni faranno hanno un sapore strettamente spirituale, come abbiamo avuto modo di riferire all’inizio del paragrafo.

I due Ulivi e i Due candelabri che stanno davanti al Signore della Terra

Scendiamo ancora maggiormente nel dettaglio. Vediamo alcune altre caratteristiche presenti nei due Testimoni: I due testimoni sono GLI UNICI che sono passati alla Legge (Zaccaria 4:11,14) I due testimoni sono stati protagonisti nel tempo della Legge (Zaccaria 4:3)

I due testimoni, nel libro di Zaccaria, sono specificatamente chiamati Figli di olio nuovo, (Zaccaria 11:14). Sono stati preservati per apparire al tempo della fine e sono stati giustificati da Dio, che ha sgridato Satana (Zaccaria 3:2). Ora, il sommo sacerdote Giosuè, del quale si parla proprio in Zaccaria, venne giustificato da Dio proprio perché ERA ANCORA VIVO. Infatti, come la Bibbia stessa ci ricorda, nessuno scampa se muore sotto la Legge, NESSUNO (Giosuè 1:7-8; Atti 13:39; Romani 2:12; Romani 3:19,20; Galati 2:16; Galati 3:17; Giacomo 2:10; Ebrei 7:11). Fratelli ricordiamoci che non possiamo ne aggiungere ne togliere alla Bibbia. NESSUNO scampa sotto la legge.

I due candelabri sono gli unici che stanno ritti davanti a Dio, ma proprio perché, non avendo conosciuta la morte non sono ancora stati condannati secondo la Legge. D’altronde, se supponessimo che i due testimoni sono persone che, una volta morte, verranno o sono state o saranno resuscitate da Dio dopo essere morte, contravverremmo alla Parola che dice che è stabilito chegli uomini muoiano una volta sola, dopodiché viene il giudizio di Dio (Ebrei 9:27). Qualcuno potrebbe obiettare che nella Bibbia ci sono casi in cui dei morti sono stati resuscitati, come per esempio Lazzaro. Per questi, valgono le parole del Maestro stesso quando disse alla sorella di Lazzaro, che il loro congiunto non era morto, ma stava dormendo. Dio lo ha risvegliato semplicemente dal suo sonno, per manifestare la grande potenza di Dio (Giovanni 11:11).

Chi sono gli unici rapiti nel vecchio Testamento con tutto il corpo e che non hanno conosciuto ancora la morte?

Enoc fu rapito da Dio (Genesi 5:24Enoc non vide la morte (Ebrei 11:5)

Elia venne rapito allo stesso modo (II Re 2:11Mosè vide la morte e fu sepolto (Deuteronomio 34)

In entrambi i versi la Bibbia usa lo stesso verbo per indicare questo rapimento, e cioè “laqah”, tolto di mezzo, letteralmente, “messo da parte per uno scopo”. Quindi Dio li rapì non senza uno scopo, ma per un compito preciso che si sarebbe dovuto rivelare. Mosè, invece, gustò la morte. In aggiunta, vediamo che nel Suo piano perfetto, Dio avrebbe voluto fare emergere la figura di Mosè, ma non ha potuto, a causa proprio del peccato che lo stesso commise e che gli impedì di entrare nella Terra Promessa (Deuteronomio 34)3. Leggiamo infatti in Giuda (Giuda verso 9) che Michele dovette contendere con il diavolo il corpo di Mosè. Ora, questo passo è molto emblematico,…, per quale motivo questa azione? Per quale motivo il diavolo riesce ad impedire a Michele di compiere una missione? Vediamo in Daniele che un simile caso avvenne proprio con Gabriele che era stato impedito dal diavolo a recare il messaggio al profeta. In quella circostanza, come leggiamo, bastò l’intervento di Michele per fare passare Gabriele (Daniele 10:13). Anche nella Apocalisse vediamo che Michele combatterà e vincerà il demonio con le sue schiere (Apocalisse 12:7,8). Per quale motivo, invece, in questo nostro caso Michele non riesce a sconfiggere lo stesso avversario? La versione italiana scrive testualmente che Michele non osò pronunziare contro a lui nessun giudizio ingiurioso. Ma cosa significa? La versione inglese della King James spiega meglio dicendo,.. “nessuna accusa,…”. Michele non riuscì nel suo compito semplicemente perché il diavolo aveva una parte di obbligo nei confronti di Mosè e Michele stesso non era in grado di riprovarlo accusandolo. L’unica cosa che Michele riuscì a dire fu che doveva essere il Signore a sgridarlo! Come abbiamo visto negli studi precedenti, infatti, solo Gesù sconfiggerà la morte, il peccato e la Legge e solo Dio potrà sgridare il diavolo, non avendo, LUI SOLO, nessuna parte di obbligo con lo stesso demonio (Zaccaria 3:2). Questo ci riporta alla apocalittica visione di Giovanni, quando l’apostolo pianse forte perché non si trovava nessuno in grado di aprire il settimo suggello, (Apocalisse 5:4-8), gloria a Dio! Il settimo suggello, la settima tromba, la vittoria finale!!!! Quando Gesù potrà a buon diritto reclamare la Sua vittoria sopra l’inferno e la morte.

Chi saranno allora i due testimoni?

Da quanto abbiamo detto fino ad ora, la figura di Mosè non può essere presa in considerazione per essere uno dei due testimoni. Nello stesso monte della trasfigurazione, ai discepoli si presentarono gli spiriti di Mosè ed Elia, perché queste erano le figure predominanti nella cultura religiosa ebraica, ma erano spiriti, non con il corpo, infatti lo stesso Gesù, per incontrarli, dovette essere trasfigurato e vesti vestimenti bianchi (Marco 9:2-7; Matteo 17:2-segg.). Gesù parlò con loro solamente dopo essere stato trasfigurato, ed i discepoli erano grandemente spaventati perché CONOSCEVANO bene le imprese di Elia il tsibita e di Mosè, il padre di tutta la Legge. Gesù, con questa apparizione, volle dare ai Suoi discepoli un forte segno facendo loro comprendere che lui in realtà, non aveva negato ne negava la Legge o la Profezia, ma che era necessario che Lui accostasse questi due rappresentanti, “completando” il loro mandato. Fare apparire Enoc al posto di Mosè, non avrebbe avuto lo stesso effetto sui suoi discepoli.

Inoltre, cosa molto importante, questa non fu un vero e proprio incontro “fisico”, ma una visione che i discepoli ebbero!!! (Matteo 17:9). Molti sotengono che Mosè sia stato resuscitato dai morti proprio perché è apparso sul monte della trasfigurazione, ma, fratelli, come leggiamo nella Bibbia, questa era solo una VISIONE. Sul fatto che Elia sia uno dei due testimoni non ci sono dubbi di sorta, poiché nella Bibbia ciò viene apertamente dichiarato, (Malachia 5:4). Inoltre, se Mosè ed Elia sarebbero dovuti venire insieme come due testimoni, perché i discepoli, SUBITO DOPO LA VISIONE DELLA TRASFIGURAZIONE, domandarono SOLAMENTE di Elia? (Matteo 17:11). Gesù avendo loro rivelato qualcosa, avrebbe dovuto correggerli nella loro osservazione dicendo che sia Elia che Mosè devono ritornare, ma NON LO FECE, e noi adesso possiamo capire il perché.

Esistono dei versi che provano che Enoc è il secondo testimone? Se Leggiamo Giuda verso 14, vediamo non solo che Enoc è un profeta, ma che il suo mandato di profezia è quello di annunciare alle genti i dolori dei tempi della fine. (Giuda Verso 14). Ma se Enoc non deve ritornare come uno dei due testimoni, ma a quali persone annuncerà le profezie dei tempi della fine? L’unica possibile spiegazione, ci sembra, è che Enoc sarà proprio il secondo dei due testimoni.

Questi saranno uccisi per tre giorni e mezzo e saranno da Dio rapiti in cielo, gloria a Dio. Dovranno però morire anche loro, infatti è scritto che è stabilito che gli uomini muoiano una volta soltanto, gloria a Dio. Quindi, come sono stati preservati fino a quel momento dei tre anni e mezzo, così, allo stesso modo, dopo avere compiuta la missione che Dio ha scelto per loro, dovranno anche essi gustare la morte, per adempiere a quello che è scritto. La Bibbia è perfetta. Non possiamo dire che questo non è vero solo perché siamo NOI convinti del contrario. Facciamo parlare la Bibbia, e vestiamoci di umiltà, che va dinanzi alla gloria, come dice la stessa Parola di Dio.

Fr.llo  Gabriele Paolini

Anziano Responsabile Chiesa Jeshua di Capaci

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