Chiavi della crescita

Una tematica che Dio ha messo in cuore per quest’anno riguarda la: “Sostanza”; “Maturità”.

La maturazione è una fase importante, e per la maggiore anche naturale. La Parola di Dio…

ci invita a crescere.
“Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen.” 2 Pietro 3:18

La crescita è necessaria, vitale, fondamentale. La mancanza di crescita evidenzia che vi sono delle problematiche che impediscano il normale sviluppo.

Crescere nella grazia è un qualcosa che avviene in modo del tutto naturale.

Una rappresentazione di questo può essere la figura utilizzata da Gesù descritta in Giovanni nella quale Lui è La Vite e il credente è il tralcio. Il tralcio si sviluppa e porta frutto restando attaccato alla vite.

Essere legati a Cristo, avere intimità, unione costante, produce vita, sviluppo e frutti.
Assenza di relazione con Gesù non porta crescita, sviluppo.

Curando la relazione con Gesù produce in modo del tutto naturale vita, la linfa scorre in modo naturale dalla vite ai tralci.

Da questa unione si vedono i frutti, i frutti sono qualcosa di evidente, di esteriore, di visibile per gli altri.

Crescere nella conoscenza comporta un impegno da parte del credente, la volontà, l’intenzionalità di voler conoscere il Signore e Salvatore.

La conoscenza di Cristo è possibile attraverso la pratica, cioè coltivando la relazione con Lui e passando del tempo alla Sua presenza, e attraverso la parte teorica cioè studiando e meditando la Sua Parola.

Per la crescita è importante sottolineare che vi sono almeno due punti di partenza:

– consapevolezza di ciò che possiamo e stiamo diventando
– consapevolezza di chi siamo oggi

La Parola ci dice che:

“E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito.” 2 Corinzi 3:18

Paolo ci dice che mentre guardiamo nello “specchio” della Parola, senza più nessun ostacolo, la gloria del Signore, cioè la sua natura, le sue caratteristiche siamo trasformati nella sua stessa immagine.

Di gloria in gloria indica un processo, una progressione. È un qualcosa che compie lo Spirito Santo.

La partecipazione del credente sta nel “contemplare”, avere questa costante e profonda ammirazione della Gloria di Dio.

Guardare alla Parola ci dà consapevolezza di chi stiamo diventando e di chi siamo, ci fa rendere conto del nostro progresso.

Lo specchio della Parola riflette la gloria del Signore e allo stesso tempo la nostra immagine attuale.

Giacomo scriverà nella sua epistola:

“22 Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi. 23 Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; 24 e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era. 25 Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare. 26 Se uno pensa di essere religioso, ma poi non tiene a freno la sua lingua e inganna se stesso, la sua religione è vana. 27 La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo.” Giacomo 1:22-27

Vedere, ascoltare, senza mettere in pratica non porterà al cambiamento, non porterà alla crescita.

Noi tutti guardandoci allo specchio, se vediamo che qualcosa nella nostra immagine non va cerchiamo di applicare dei principi per regolare il nostro aspetto.

Chi non mette in pratica, vede il proprio stato, ma poi si gira se ne va e dimentica la propria condizione.

La crescita se c’è è palese: “Se qualcuno fra voi pensa di essere religioso, ma non tiene a freno la sua lingua, certamente egli inganna il suo cuore, la religione di quel tale è vana.”
Quello che tu pensi di essere deve combaciare con la pratica, con le tue azioni.

Secondo Giacomo c’è il serio pericolo di ingannare se stessi, pensando di essere quello che realmente non si è. La Vita spesso ci dimostra chi siamo e come siamo fatti.

La Vita ci è da maestra perché spesso ci rivela se i pensieri che abbiamo su noi stessi sono concreti o meno. Diverse volte ci riporta con i “piedi per terra” e ci fa vedere che c’è ancora da lavorare.

Una fase fondamentale è dare uno sguardo al nostro interno per identificare e guarire (dove possibile) quelle aree che sono state distrutte, bloccate, ferite, tutte quelle situazioni irrisolte che in qualche modo ci tengono legati, che non ci permettono di evolverci.

E’ dura fare un analisi concreta e reale di se stessi. Avere una visione lucida di sé stessi richiede coraggio. Fare una vera e propria indagine su se stessi per comprendere da cosa si è animati, se si sta avanzando da persone spirituali piuttosto che carnali non è affatto semplice.

La consapevolezza del proprio stato potrebbe risultare dolorosa, tale dolore però è necessario e va affrontato per poter conoscere e da lì crescere.
Fino a quando le cose che non vanno si tengono nascoste a noi stessi, non vi è liberazione e crescita.

Specchiarsi alla luce della Parola è fondamentale, il salmista dirà:

“Investigami, o Eterno, e mettimi alla prova; purifica col fuoco la mia mente e il mio cuore.” Salmo 26:2

Ci vuole grande coraggio e determinazione per chiedere a Dio di essere messo alla prova.
Una prova che faccia venire fuori dalla mente e dal cuore quelle cose che non vanno.

“Mettimi alla prova, purificami col fuoco”

La prova, fa emergere il nostro stato, la nostra condizione spirituale.

La prova non serve a Dio, serve a noi per renderci consapevoli col fine di non essere ingannati da noi stessi come detto dall’Apostolo Giacomo.

“Ho detto in cuor mio: «Riguardo alla condizione dei figli degli uomini, DIO li mette alla prova, perché essi stessi si rendano conto che sono come bestie».” Ecclesiaste 3:18

La prova è un motivo di crescita personale.

Anche quando emergono cose non belle, non devi gettare la “spugna” e allontanarti da Dio. Se insorgono cose non belle, il BISOGNO che ne scaturisce deve invece portarti a Dio.

“Samuele rispose al popolo: «Non temete; è vero, voi avete fatto tutto questo male; tuttavia non allontanatevi dal SIGNORE, ma servitelo con tutto il vostro cuore; non ve ne allontanate, perché andreste dietro a cose vane, che non possono giovare né liberare, perché sono cose vane. Infatti il SIGNORE, per amore del suo grande nome, non abbandonerà il suo popolo, poiché è piaciuto al SIGNORE di fare di voi il suo popolo.” 1 Samuele 12:20-22

La Parola di oggi ci esorta:

– Alla crescita
– Ad una autoanalisi, autoesame
– A chiedere a Dio di essere provati nella mente e nel cuore
– A cogliere il valore profondo che risiede nella prova
– Ad andare da Dio, anche quando la prova non la si è superata, per trovare beneficio e liberazione

Che questo nuovo anno possa essere un anno di crescita per tutti noi.

Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook