Ci sono ancora credenti che per futili motivi abbandonano le proprie comunità?

Oggigiorno, sembra essere il tempo delle novità spirituali nella Chiesa del Signore. 

Credenti che lasciano le loro comunità, i loro pastori, i loro fratelli e le loro sorelle per correre dietro alle novità del momento, che attirano l’attenzione delle folle con le loro attrazioni: dirette di culti “speciali”, concerti, mega-conferenze, ecc. 

In realtà, non è cambiando comunità, predicatore, sermone, pastore, o quant’altro che si risolveranno i problemi presenti nella nostra vita spirituale e secolare, ma la qualità della nostra fede in Dio. A volte siamo così troppo veloci a dare la colpa al pastore, al predicatore, alla chiesa che frequentiamo e che reputiamo imperfetta e spenta, quando piuttosto dovremmo fermarci ed esaminarci e vedere se in noi è presente qualcosa che non va.

Ci sono ancora credenti che purtroppo abbandonano le proprie comunità (dove Dio li ha grandemente benedetti) perché magari il fratello o la sorella non l’ha salutato con la “pace”.

Se facciamo affidamento su fattori esterni a noi come la chiesa, il pastore, o il fratello e la sorella, la nostra condizione di vita spirituale e secolare non cambierà mai. I problemi in famiglia rimarranno, le malattie resteranno, la potenza dello Spirito Santo sembrerà andar via da noi.

Magari affidandosi a queste novità virtuali in circolazione qualcosa cambierà all’inizio, solo per qualche tempo, finché l’atmosfera non tornerà com’era prima di riporre la speranza in quella novità; perché se dopo un po’ non sviluppiamo quella certa maturità di fede, allora tutto sarà sempre lo stesso deludente fallimento di sempre. Ma se ci impegniamo a raggiungere un certo livello di fede, una certa maturità spirituale, un certo rapporto stabile tra noi e il Padre, quanto prima vedremo la nostra vita – e le circostanze che la caratterizzano – cambiare.

Più sviluppiamo una maturità di fede tra noi e Dio, meno riporremo la nostra confidanza negli uomini.

Alessio Sibilla


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