Cina: 275.000.000 di aborti in 30 anni. Dahai, il bambino che non doveva nascere

Secondo l’Annuario di statistica della Sanità in Cina per il 2010 ” nei 30 anni che vanno dal 1980 al 2010, nell’utero di 286 milioni di donne cinesi è stata inserita la spirale o IUD (dall’inglese Intra Uterine Device), lo strumento contraccettivo e intercettivo che impedisce la fecondazione (contraccezione), oppure ostacola secondariamente l’annidamento dell’embrione , in 100 milioni di casi è stata effettuata la legatura delle tube, e sono stati eseguiti 275 milioni di aborti in ossequio alla politica del figlio unico.Cao Ruyi è una giovane donna cinese che il 6 giugno del 2012 funzionari statali responsabili della pianificazione familiare nella città di Changha hanno trasportato di forza in ospedale e picchiato determinati com’erano a farla abortire.

Solo l’insorgere d’imprevisti (letto non disponibile in ospedale e il susseguente trasferimento in un albergo) e l’immediato intervento di  China Aid. organizzazione cristiana che opera dagli USA in difesa dei diritti umani in Cina, hanno salvato Cao da una tragedia. L’aborto è stato evitato. Il 15 ottobre del 2012 è nato Dahai, “il nostro aiuto viene dall’estero”. Ed è dall’estero che la coppia spera di ricevere pure 15.000 dollari che l’aiuteranno a pagare la multa inflitta per non avere abortito.

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