
Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha formalmente vietato ai missionari stranieri di predicare, evangelizzare e svolgere altre attività missionarie cristiane, con le nuove restrizioni emanate dal 1° maggio 2025. Questa mossa si basa sulle “Norme di attuazione per l’amministrazione delle attività religiose degli stranieri nella Repubblica Popolare Cinese”, riviste di recente e pubblicate lo scorso aprile insieme alle interpretazioni del governo.
Si tratterebbe di una continuazione del perfezionamento e completamento dei Regolamenti sugli Affari Religiosi degli anni precedenti. Le nuove regole si rivolgono specificamente agli stranieri.
In sintesi, le nuove norme vietano agli stranieri di impegnarsi in qualsiasi attività religiosa in Cina a titolo personale, a meno che non passino attraverso canali ufficiali. Tuttavia, attraverso domande, approvazioni o inviti da parte della Chiesa delle Tre Autonomie (approvata dal governo), le attività religiose straniere sono ancora possibili, anche se sotto un controllo più rigoroso. Il futuro delle istituzioni religiose straniere e del lavoro missionario in Cina si prospetta più complesso e, di conseguenza, le organizzazioni religiose nazionali potrebbero dover affrontare una maggiore pressione. Tuttavia, la messa in pratica di queste norme può variare notevolmente da un’area all’altra del Paese.
Chiediamo di pregare affinché, nonostante le crescenti restrizioni, il cuore del popolo cinese rimanga aperto al Vangelo e Dio continui ad aprire nuove porte in Cina che aiuteranno la Chiesa a rimanere salda e a crescere.
La Cina si trova alla posizione numero 15 della World Watch List. Attraverso partner locali, Porte Aperte sostiene i cristiani in Cina con corsi di discepolato e di resistenza alla persecuzione, supportando le giovani generazioni di credenti e fornendo letteratura cristiana contestualizzata a chi si converte dall’islam o dal buddismo.
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