Cirinnà, che figura! Vittima di stereotipo di genere

L’ossessione della Cirinnà che scambia per bacio lesbico quello tra la calciatrice Aurora Galli e la sorella: ha dovuto strumentalizzare con la sua propaganda uno dei gesti più di affetto familiare, quella stessa famiglia che lei associava agli escrementi. Ed è rimasta vittima, lei sì, di uno stereotipo di genere.

Le chiamano elegantemente “gaffe”, “epic fail”, oppure “fake news”, ma per la senatrice Monica Cirinnà si potrebbe tranquillamente parlare dell’ennesima figura di quella stessa materia che lei stessa, in un cartello, aveva associato alla triade Dio, Patria, Famiglia. Del resto come definire il post di ieri su Twitter della senatrice piddina? Appare una foto della calciatrice della nazionale italiana Aurora Galli che, dagli spalti, riceve un bacio da un’altra ragazza: “La vittoria più dolce. Le nostre azzurre, il nostro orgoglio”, scrive la Cirinnà con tanto di arcobaleno, cuoricino e l’hashtag #lovewins.

Non è parso vero alla riccioluta Monica: un bacio saffico, in pubblico, esibito con orgoglio da una delle eroine del momento. Donna, calciatrice e pure lesbica, fantastico! Uno spot troppo ghiotto per non cinguettare subito un post inneggiante al solito refrain omosessualista. Peccato che, per dirla con il Mario Cavaradossi della Tosca: “Era amor di sorella!”.

Eh già, perché la foto risale alla vittoria di qualche giorno fa della nostra nazionale femminile contro la squadra giamaicana e la stessa Aurora Galli dedicò quella foto alla sorellina postandola su Instagram con una bella e tenera dedica: “Ricordo da piccolina quando ti guardavo giocare con i tuoi amici e io volevo unirmi a voi…”.

Un pensiero quasi deamicisiano, grondante il più edulcorante affetto fraterno. Tra l’altro poi, a ben vedere, il bacio non è nemmeno dato sulle labbra, ma accanto alla bocca, un gesto proprio da sorella, senza nulla di erotico. Per quale motivo un bacio sulla guancia tra due donne dovrebbe per forza avere natura saffica? A proposito di stereotipi di genere, eh?

Subito sono piovuti commenti che facevano notare alla nostra senatrice speciale il tragico equivoco. Ma lei, niente: imperterrita ha proseguito con un altro post: “Quelli che urlano contro qualsiasi forma di amore dimostrano ciò che sono: odiatori seriali, oscurantisti fuori dal tempo. L’immagine del bacio di Aurora Galli indica felicità e orgoglio e come tale va intesa. Ma è forse questo che tanto li infastidisce?”.

A Padova c’è un detto: “Peso el tacon del buso”, ovvero peggio il rimedio del danno. Ehm, Senatrice, non è che alcuni urlano conto l’amore tra sorelle, in molti  si infastidiscono se lei vuole ammannire quel bacio  come l’ outing di due lesbiche. Lei utilizza una calciatrice di cui l’Italia è orgogliosa per le sue campagne omosessualiste. L’accostamento abusivo, oltre a essere goffo, erroneo e truffaldino, ha anche un odore sgradevolmente incestuoso. E’ per questo che la gente si sente presa per i fondelli da una senatrice della Repubblica e si secca. Un po’ come se lei pubblicasse una foto di Salvini in visita alla Sagra del Carciofo annunciandoci che è diventato vegano.

Tra l’altro, lei ha dovuto strumentalizzare con la sua propaganda  uno dei gesti più puri, dolci e nobili di affetto familiare, quella stessa famiglia che lei associava alla merda, si ricorda?

In questi casi, in assenza di voragini a portata di mano nelle quali sprofondarsi dall’imbarazzo, può essere utile rimuovere prontamente un post. Capita a tutti di dire una fesseria ogni tanto, di essere affrettati, incauti e di farsi trasportare dai propri entusiasmi. Lei avrebbe potuto rimuovere il tweet, tutti avrebbero capito che aveva capito, avrebbero fatto un sorrisetto di circostanza e la cosa sarebbe passata in cavalleria.

E invece no. Ha dovuto metterci il carico da 11 mobilitando il servizio di “Pronto intervento piddini in difficoltà” dell’Huffington post che,  in un piccolo capolavoro dialettico, ha tentato perfino di colpevolizzare Jacopo Coghe e Toni Brandi di ProVita che avevano denunciato lo spot abusivo.

Nell’articolo si pubblica, infatti, la sua sdegnata filippica: “Di fronte alle dichiarazioni di ProVita, che come di consueto non perde occasione per tacere e preferisce vomitare odio, non so se sorridere o essere allibita. Questi signori confermano con le loro parole che, per loro, esistono diversi tipi di amore, alcuni degni di considerazione, altri no. Lo sapevamo. Si qualificano da soli e non meriterebbero nemmeno risposta: la foto del bacio tra Aurora Galli e la sorella è una bellissima immagine di amore, e come tale l’ho condivisa. Brandi e Coghe dovrebbero vergognarsi: qualunque loro dichiarazione ha l’unico effetto di alimentare odio e discriminazione. A loro ripeto, con orgoglio: ogni amore è amore, e per me condividerne la bellezza è la migliore risposta a questi tempi oscuri”.

Siamo al gran finale: quindi secondo la Cirinnà l’arcobaleno e l’hashtag #lovewins, usato da Obama per annunciare la legalizzazione del matrimonio gay negli Usa, sarebbero generici rimandi all’amore fraterno.  Va bene. (Non si finisce mai di imparare dal complesso mondo dell’araldica Lgbt). Lo ammetta, su, Cirinnà: ha fatto due o tre figure orripilanti, una peggio dell’altra. A Roma usiamo un altro hastag: #stacce.

Gaspare Prisca Cerasa | Lanuovabq.it

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