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Colloquio con sorpresa

E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. Matteo 25:40

Su un treno di Londra, affollato di pendolari mattinieri, un uomo urta un altro passeggero che gli cammina davanti, e lo insulta. È quel genere di situazione infelice che raramente ha un seguito. Tuttavia più tardi, quello stesso giorno, accade l’imprevedibile. Un direttore d’azienda manda un messaggio sui social ai suoi amici: “Indovinate chi si è presentato oggi per un colloquio di lavoro?” Nel messaggio successivo spiega cosa era accaduto sul treno, suscitando i commenti e i sorrisi dei suoi amici in tutto il mondo. Immagina come dev’essere entrare in un ufficio per un colloquio di lavoro e scoprire che chi hai davanti è la persona che hai urtato e insultato quella stessa mattina!

Capitò anche a Saulo di imbattersi in una persona che non pensava di incontrare. Mentre si accaniva contro un gruppo chiamato “la Via” (Atti 9:1-2), venne fermato lungo il cammino da una luce accecante. Poi una voce disse: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” (v. 4). “Chi sei tu, Signore?” chiese lui. E Colui che gli parlava rispose: “Io sono Gesù, che tu perseguiti” (26:15).

Anni prima Gesù aveva detto che il modo in cui noi trattiamo gli affamati, gli assetati, gli stranieri e i prigionieri riflette il rapporto che abbiamo con Lui (Mat 25:35-36). Chi si sognerebbe mai che quando veniamo insultati, o quando noi aiutiamo o maltrattiamo un altro, Colui che ci ama la prende sul personale?

Padre, perdonaci per tutte le volte che agiamo come se Tu non fossi presente nei nostri momenti di bisogno, sofferenza, rabbia o compassione.
Quando aiutiamo o feriamo qualcuno, Gesù la prende sul personale.

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