Condanna e carcere per due pastori Kachin. Attivista cristiana: puniti per aver detto la verità

Dumdaw Nawng Lat dovrà scontare quattro anni e tre mesi; Langjaw Gam Seng due anni e tre mesi. Puniti per aver diffamato l’esercito e intrecciato legami con movimenti “fuorilegge”. Leader Kpn: “Condannati senza prova, per un crimine non commesso”. Dalla venuta di papa Francesco in Myanmar l’auspicio di parole di “amore, pace e giustizia”.

Yangon – Fino a quattro anni e tre mesi di carcere, per aver “diffamato” l’esercito birmano e aver intrecciato rapporti “con organizzazioni fuorilegge”. Si è concluso questa mattina con una sentenza di condanna il processo a carico di due leader cristiani Kachin, sequestrati alla vigilia di Natale dello scorso anno e trattenuti a lungo – senza darne notizia ai familiari – dai militari. Alla base del fermo, avvenuto nella cittadina di Muse, nello Stato settentrionale Shan, l’aver aiutato alcuni giornalisti a indagare sul bombardamento di una chiesa cristiana avvenuto nelle settimane precedenti.

La pena più alta è andata al 65enne pastore Dumdaw Nawng Lat, leader della Kachin Baptist Convention (Kbc), che dovrà scontare quattro anni e tre mesi di prigione. Egli è stato condannato in base all’articolo 500 del Codice penale [aver diffamato il Tatmadaw, l’esercito del Myanmar] e legami (17/1) con il movimento ribelle “fuorilegge” Kachin Independence Army (Kia).

Per il 35enne Langjaw Gam Seng, della sezione giovanile del movimento battista Kbc, i giudici hanno disposto una pena di due anni e tre mesi; anch’egli avrebbe violato l’articolo 17/1, che punisce quanti hanno rapporti con gruppi armati o fuorilegge (vedi il Kia).

Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo di inchiesta in base a due commi di una norma del 1908 contro l’associazionismo illegale; i due, secondo l’accusa, avrebbero fornito sostegno al movimento ribelle Kachin Independence Army (Kia), da tempo in lotta contro l’esercito birmano. Già in passato la legge è stata usata per arrestare leader e politici regionali e continua ad essere sfruttata ancora oggi per reprimere il dissenso.

Dumdaw Nawng Lat e Langjaw Gam Seng appartengono Kachin Baptist Convention (Kbc), organizzazione evangelica che ha il proprio quartier generale a Myitkyina, capitale dello Stato settentrionale Kachin. L’ente opera soprattutto nel campo dell’assistenza agli sfollati, in fuga dai combattimenti fra esercito birmano e ribelli Kachin che, negli ultimi tempi, sono sconfinati anche nel vicino Stato Shan.

Interpellata da AsiaNews Khon Ja Labang, attivista cristiana e membro del Kachin Peace Network, riferisce che i due leader cristiani “sono stati condannati senza alcuna prova, per un crimine che non hanno nemmeno commesso”. In realtà, entrambi sono stati puniti dalle autorità “per aver raccontato quale sia la vera situazione sul terreno” e per “aver risposto alle domande dei media, accompagnando due giornalisti nell’area” teatro delle violenze.

Nell’ultimo anno si è intensificata l’avanzata del Tatmadaw nei territori del nord-orientali. Le truppe di Naypyidaw utilizzano attacchi aerei e terrestri per colpire le postazioni delle milizie etniche, causando un numero indefinito di morti e arrestando civili in modo indiscriminato. L’arcivescovo di Yangon, il card. Charles Bo, ha più volte fatto appello a tutto il Paese affinché si cerchi la pace.

Secondo l’attivista cristiana Kachin oggi il cosiddetto governo civile birmano e l’esercito viaggiano “in parallelo sulla stessa linea”, e sotto il manto di una presunta “riconciliazione nazionale” i militari continuano a mantenere il controllo del Paese. Da qui l’auspicio che il viaggio apostolico di papa Francesco in Myanmar, a fine novembre, possa essere una occasione “per predicare amore, pace e giustizia” e che “non si faccia intrappolare nelle questioni politiche” del Myanmar. “Non mi aspetto grandi cambiamenti – conclude Khon Ja – ma vorrei che egli fosse rigoroso nell’indicare quello che Cristo ci chiede”. (DS)

Da: Asianews.it

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook