CONOSCENZA… ROBA DA ILLUSI

Da sempre ho fatto voli pindarici sulla conoscenza.

Da ragazzino immaginavo un dio cosmico privo di identità al quale unirsi con la mente per comprendere il tutto. Si lo so! Sono una persona complicata.

La letteratura e l’epoca mistica allora soffiavano in quella direzione, in ogni modo si cercava trascendenza.

Alcuni viaggi mistici avvenivano con mezzi strani, LSD, haschish, alcol.

Molte volte ho immaginato monasteri solitari sulle vette del mondo e di toccare il cosmo con un dito.

Per fare ciò ho ficcato il naso un po’ dappertutto facendomi anche del male, in ogni luogo si trovasse misticismo lì si spostava il mio interesse.

Il pensiero e talvolta la suggestione mi hanno regalato delle esperienze, qualcosa che andava oltre alla mia normale comprensione, attimi di stordimento spirituale senza costrutto e senza fondamenta.

Molti sono gli aspetti di ciò che c’è oltre la normale comprensione in quel mondo oltre la materia dove non ci viene facile orientarci. Tutti sappiamo che è difficile discernere la luce e che è altrettanto difficile discernere l’inganno.

Così il mio desiderio di comprendere l’infinito lentamente scemò, ciò che non ha ancora avuto fine invece è il desiderio di conoscere Dio.

Ed è così che Egli stesso mi ha portato su di un altro cammino, l’essere cristiano.

Dio, il vero Dio non vuole che questo per l’uomo: l’essere riconosciuto è scoperto dalla sua creatura, per quanto l’uomo possa comprendere e capire, quindi a poco a poco, senza svelargli segreti che non appartengono all’uomo naturale, cose che la mente dell’uomo non può contenere.

Quindi il primo insegnamento e sviluppare l’organo della percezione dell’oltre, lo spirito.

Giovanni 16:12 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; 13 quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. 14 Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. 15 Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Questo è quanto amo di Cristo.

Non l’idea che un uomo con artifizio o sforzo possa innalzarsi all’Eterno, all’Assoluto. Ma un Dio che con insegnamenti divini scende all’uomo per farsi conoscere.

L’insegnamento è divino poiché nell’attuazione di un precetto semplice è insita tutta la profondità della conoscenza che lo ha ispirato e che delicatamente s’instaura nel cuore di chi lo mette in pratica divenendo stabile.

È per questo motivo che la Bibbia cita che l’obbedienza vale più del sacrificio.

Che cosa è quindi quella ” conoscenza ” a cui un tempo mi ispiravo, il Signore me lo ha rivelato, anzi il Signore lo rivela a tutti. È un compito semplice come studiare l’abbecedario, studio senza il quale non potremmo costruire neanche una frase, neanche una parola.

Il primo passo della conoscenza e scoprire i comandamenti e tutti i precetti contenuti nella Bibbia, 613 dice la Torah. Di mettere in pratica tutti quelli praticabili affinché Dio, il Signore si possa accostare sempre di più rivelandosi.

“Io e il Padre mio verremo a fare dimora presso di te”

Giovanni14:21 Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

1Corinzi 13:12 Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.

L’inganno antico dunque è ancora in agguato, l’arroganza dell’uomo persiste nel volere essere come Dio. Conoscenza…conoscenza…conoscenza.

Genesi 3:1 Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» 2 La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”». 4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; 5 ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».

Neanche a Mosè fu concesso di vedere la gloria del Signore e noi sappiamo che nessun uomo ebbe più intimità con il Signore di Mosè.

La parola che è spesso tradotta come volto può dirsi anche nella lingua ebraica come ” interiore” ovvero conoscere Dio nel profondo, conoscere quella parte di se stessi che solo ognuno sa di se stesso.

Dio non è avaro in ciò, tutt’altro ma ci protegge da quella conoscenza ingestibile per gli uomini, per la quale fummo a nostro tempo avvertiti…

Di tutti i frutti del giardino potete mangiarne ( ed in questo possiamo intendere comandamenti e precetti che sono per la vita ) ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non me mangerete altrimenti morirete.

Poiché la conoscenza viene dallo spirito ( ne è un frutto ) e non lo spirito dalla conoscenza.

copyright©francescoblaganò 02/2020

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook