Coraggio, non sei il solo a inciampare davanti alle debolezze della carne!

Quante volte c’è capitato di avere toccato il fondo, quante volte hai commesso gli stessi errori in amore, in famiglia o sul lavoro per giorni, mesi e anni e ti senti deluso e sporco con te stesso e verso gli altri. Con la mente diciamo oggi è l’ultima volta è poi dopo un istante ricadiamo e ritorniamo a fare ciò che il nostro cuore non vuole fare. Fatti coraggio, rialzati dalle tue debolezze, perché oggi c’è un Padre che vuole darti un’altra opportunità!

Probabilmente molte volte ti è capitato di ascoltare e di leggere di un caro apostolo che camminava col Signore, dopo l’ultima cena. Gesù uscì in compagnia di alcuni apostoli tra cui Pietro per andare al Monte degli Ulivi. Il Nostro Signore Gesù Cristo, infatti, amava il suo discepolo, e sapeva bene che anche se nel cuore di Pietro c’era l’amore per Cristo Gesù, la “carne” non rispondeva agli stimoli del cuore bensì a quelli della mente, trasformandosi in debolezza, come succede ancora oggi a ciascuno di noi.

Allora, Gesù disse loro: «Questa notte voi tutti avrete in me un’occasione di caduta; perché è scritto: “Io percoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse”. Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea». Pietro, rispondendo, gli disse: «Quand’anche tu fossi per tutti un’occasione di caduta, non lo sarai mai per me». Gesù gli disse: «In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E Pietro a lui: «Quand’anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò» (Matteo 26:30-35).

In quell’istante Pietro non aveva meditato su quelle parole pronunciate da Gesù, poiché era stata immediata la risposta che aveva dato al maestro, che veniva dalla mente e testimoniava la forza dell’amore per nostro Signore Gesù Cristo. Dall’istante che Pietro diede quella risposta a quando Gesù fu condannato a morte la debolezza della carne portò Pietro a venir meno per ben tre volte a distanza di pochissimo tempo.

La prima volta fu quando Gesù andò con alcuni apostoli in un podere chiamato Getsemani. E Gesù disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato».  E, prese con sé Pietro e i due figli di Zebedeo e Lui cominciò ad essere triste e angosciato. Allora, disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole»(Matteo 26:36-41).  Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, ma poi tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti.  Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina, e il Figlio dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».

La seconda volta in cui Pietro venne meno, con la sua debolezza, fu durante l’arresto di Gesù. Mentre parlava ai discepoli, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme con lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. Allora, avvicinatisi, gli misero le mani addosso e lo presero. Ed ecco, Pietro stese la mano, brandì la spada, la sfoderò e, colpito il servo del sommo sacerdote, gli recise l’orecchio. Allora Gesù gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada». Subito Gesù evidenzia la vecchia natura di Pietro, che si rispecchia in ognuno di noi, poiché Gesù c’insegna che bisogna amare il prossimo come se stesso, perdonare il nostro nemico e non rispondere al male con il male. In altre parole di non seguire l’esempio dell’apostolo Pietro che cercò di difendere Gesù a costo di uccidere un altro essere umano.

Poi, Gesù fu portato davanti al sinedrio, quelli che l’avevano preso, lo condussero da Caiafa, sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano, finché giunsero al cortile del sommo sacerdote, è lì dopo tante accuse di falsi testimoni, i capi dei sacerdoti dissero: «È reo di morte». Allora gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni e altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «O Cristo profeta, indovina! Chi ti ha percosso?». Ed ecco la terza volta in cui l’apostolo Pietro venne meno, ovvero, quando lo rinnegò. Lui era lì, stava seduto fuori nel cortile e una serva gli si avvicinò, dicendo: «Anche tu eri con Gesù il Galileo». Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: «Non so che cosa dici». Come fu uscito nell’atrio, un’altra lo vide e disse a coloro che erano là: «Anche costui era con Gesù Nazareno». Ed egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell’uomo». Di lì a poco, coloro che erano presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli, perché anche il tuo parlare ti fa riconoscere». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». In quell’istante il gallo cantò. Pietro si ricordò delle parole di Gesù che gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, andato fuori, pianse amaramente (Matteo 26:69-75).

In questa riflessione abbiamo usato l’esempio Pietro perché Lui rispecchia ognuno di noi, infatti, anche se noi conosciamo Gesù Cristo come nostro personale Salvatore, come lo conosceva Pietro, non ci sforziamo di pensare col cuore per cambiare la nostra vita e far morire la nostra vecchia natura e la carnalità che c’è in essa; e se non facciamo ciò, non saremo mai apposto con Dio!

Soltanto dopo di tutto ciò, Pietro conobbe veramente Gesù è divenne un vero apostolo di Cristo! Sì certo, venne il giorno che anche il nostro caro apostolo Pietro mutò la sua vita e iniziò, veramente, a pensare col cuore e a camminare come conviene a ogni buon discepolo, leggi Giov. 21:1-19, quando Gesù apparve nel mare di Tiberiade.

Se anche tu forse non ti sei gettato in acqua per raggiungere la riva dove Gesù ti sta aspettando, fallo adesso! Anche Lui vuole domandarti: “Mi ami tu?”. Che cosa aspetti a risponderGli?

Ricorda, hai un Padre che ti darà sempre un’altra opportunità. Pietro, pur camminando con Gesù, avendo visto miracoli, venne meno ed alla fine lo rinnegò, ma con tutto ciò Gesù, non solo lo perdonò, ma addirittura gli disse di pascere le pecore, e quindi dargli un’altra opportunità. Non so dove tu sia caduto, in quali situazioni ti sei cacciato, ma non demoralizzarti, Gesù vuole darti nuove opportunità, si Lui desidera che tu possa essere uno strumento di benedizioni nelle Sue mani per portare frutto per la Sua Gloria. Che cosa aspetti a cambiare la tua vita adesso, prima che sia troppo tardi?

Pietro Proietto | Notiziecristiane.com

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