Cosa si nasconde dietro l’attentato? Ecco la strategia degli islamici

Dopo il terribile attentato avvenuto, l’identikit dell’attentatore ha letteralmente lasciato tutti sconvolti. Ora tutto ciò svela una zona d’ombra nascosta su cui va posta molta attenzione. 

Il nome dell’autore dell’attentato terroristico di Liverpool è Emad al-Swealmeen, ma per sembrare più integrato aveva deciso di farsi chiamare Enzo Almeni.

Per la stessa ragione, aveva deciso di “abbracciare” la fede cristiana, ma solamente in maniera formale, per una questione cioè di comodo.

Cosa c’è dietro l’attentato che poteva essere terribile

L’attentato, che ha avuto luogo dinnanzi al Women’s Hospital di Liverpool, per fortuna non ha causato alcuna vittima, se non l’attentatore trentaduenne di origini siriano-irachene. L’uomo aveva visto negare la sua domanda di asilo del 2014, così aveva ricevuto aiuto dalla Chiesa anglicana per evitare l’espulsione, in seguito al quale si era formalizzata la sua richiesta di entrarne a fare parte.

Dietro a questa terribile vicenda, pare che potrebbero esserci le analoghe situazioni di migliaia di richiedenti asilo che si sono convertiti alla Chiesa anglicana, che ora è finita al centro delle polemiche nel Paese.

Che si sia giunti infatti a un numero molto alto di “facili” conversioni è un timore che spaventa tanti, e che potrebbe nascondere molti finti terroristi che puntano a insidiare tanto la religione quanto la società inglese, e non solo, dall’interno.

Il modo in cui i richiedenti islamici hanno aggirato il sistema

Molti di questi richiedenti asilo di fede islamica, infatti, pare che sfrutterebbero la finta conversione al cristianesimo per provare ad avere più possibilità di vedere accettata la propria domanda di permesso di soggiorno da parte delle autorità nazionali.

Le persecuzioni per motivi religiose infatti rientrano tra una delle possibilità per cui accedere, giustamente, all’asilo politico, o al vedere accolta la propria richiesta di accoglienza. Un musulmano convertito alla fede cristiana è infatti oggettivamente in uno stato di forte pericolo in molti Paesi in cui vige la sharia, o dove la fede islamica è prevalente nella comunità o nelle istituzioni ufficiali.

Una Chiesa che predica con molta forza l’accoglienza a qualsiasi condizione è certamente molto esposta a questo rischio, che pare abbia portato il ministro dell’Interno Priti Patel a dirsi nientemeno sconcertato per questa impennata di conversioni piuttosto frettolose. Per la semplice ragione che non sono conversioni reali, ma tatticismi per aggirare l’ostacolo dei controlli posti dal Paese.

Una pratica diventata addirittura “comune” tra i richiedenti asilo

Una pratica diventata addirittura “comune” tra i richiedenti asilo, che con questa tecnica si fanno così “gioco del sistema”. Si parla di migliaia di richiedenti asilo accolti negli ultimi anni, dall’esplosione delle migrazioni dall’Africa nella direzione del Vecchio continente, straordinariamente convertiti da un giorno all’altro all’anglicanesimo.

La  Chiesa d’Inghilterra aveva persino redatto una guida apposita per fare in modo che questi “nuovi fedeli” potessero orientarsi con maggiore facilità nelle procedure burocratiche richieste al loro ingresso. In seguito all’attentato di domenica, però, questa realtà ha assunto all’improvviso un nuovo, inquietante, aspetto.

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