Covid-19. “Il vaccino non discrimini”

Appello congiunto di cristiani ed ebrei rivolto ai leader religiosi del mondo

(ve/gc) “Finalmente si vede la luce in fondo al tunnel”: così esordisce la dichiarazione congiunta del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e del Congresso ebraico mondiale (WJC) diffusa il 22 dicembre con lo scopo di far riflettere i leader religiosi sulle implicazioni etiche relative alla distribuzione globale del vaccino anti-coronavirus.

Il ruolo dei leader religiosi

I leader religiosi hanno un importante ruolo da svolgere in questa fase delicata, dicono i rappresentanti del WJC, organizzazione internazionale che raccoglie le comunità ebraiche in più di cento paesi, e del CEC, organismo ecumenico di 350 chiese anglicane, ortodosse, protestanti e vetero-cattoliche nei cinque continenti, con sede a Ginevra. E mettono in guardia: “I vaccini, seppure testati e approvati, non offrono una soluzione immediata e completa per sconfiggere la pandemia. Anzi – aggiungono -, a livello globale la domanda supererà l’offerta nel breve e medio termine”. I leader religiosi ricordano che per produrre i vaccini e per somministrarli all’intera popolazione mondiale ci vorranno più di tre anni.

Questioni morali relative alla distribuzione del vaccino

Mentre i governi e le organizzazioni internazionali lavorano insieme per determinare chi otterrà per primo il vaccino contro il Covid-19, il CEC e il WJC hanno pubblicato delle linee guida – indirizzate ai leader religiosi e alle comunità di fede – contenenti delle riflessioni sulle questioni morali che la distribuzione del vaccino solleva, così come le rispettive politiche messe in campo. In particolare preoccupa l’equità globale nella distribuzione dei vaccini disponibili. CEC e WJC parlano di “nazionalismo dei vaccini”: i paesi a più alto reddito raggiungono livelli più alti di fornitura di vaccini, lasciando meno disponibilità per un’equa distribuzione globale. “Si tratta di una questione morale che merita un commento e un’azione da parte dei leader religiosi”, insistono CEC e WJC, perché bisogna assicurarsi che non vengano escluse le popolazioni nei paesi più poveri.

No alle teorie del complotto

Inoltre, i due organismi religiosi mondali esortano i leader spirituali di tutte le fedi a contrastare pubblicamente le fake-news e i miti del complotto che circolano intorno ai vaccini. Queste narrazioni cospirazioniste, dicono, “minano la fiducia del pubblico nelle istituzioni, nei servizi sanitari e negli stessi vaccini testati e approvati – e mettono quindi a rischio un’efficace risposta sanitaria pubblica alla pandemia. Tali teorie del complotto – concludono CEC e WJC – hanno spesso una base esplicitamente antisemita che dovrebbe in ogni caso essere denunciata”.

https://www.voceevangelica.ch/voceevangelica/home/2020/11/CEC-WJC_questioni-etiche-sui-vaccini-Covid-19.html

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