Covid19 e Chiesa, quale conflitto?

La situazione sull’emergenza sanitaria legata al covid19 si va “normalizzando”, anche se focolai infettivi sono presenti tuttora in Lombardia, la regione che più di tutti paga un alto contributo di vittime sin dall’affacciarsi della pandemia nel nostro paese.

Tuttavia, nel resto delle altre regioni i contagi sembrano diminuire e benchè sia azzardato dire che il virus non fa più paura, resta comunque in vigore l’obbligo della mascherina e di guanti per l’accesso nei vari esercizi commerciali, sicchè bisognerà aspettare l’arrivo dell’autunno per constatare se realmente, come ipotizzato da alcuni organi sanitari, corriamo il rischio di una seconda ondata di virosi dovuta allo sviluppo dei tipici batteri influenzali nella stagione fredda. Nel frattempo, la pandemia sta colpendo il Sudamerica, con un Brasile devastato dal virus che ha contagiato oltre un milione di persone, e un Perù dove si contano al momento oltre settemila decessi: per una strana coincidenza, l’Italia, prima nazione europea a essere colpita dal coronavirus dopo la città di Wuhan, la Spagna, seconda, e ora il Perù, coincidono esattamente con i tre stati del mondo ove l’Inquisizione del Sant’Uffizio ha inflitto le più terribili pene capitali e torture a migliaia di eretici del passato. A ogni modo, tenuto conto del tremendo scossone dato all’economia internazionale dal coronavirus, riguardo il mondo evangelico è importante valutare quale sarà la risposta della cristianità dopo questa terribile prova, perciò sarà decisivo verificare l’azione corale degli ambiti riformati in relazione ad un nuovo modo di rapportarsi fra chiesa e politica, tra fede e mondo, per un necessario e rinnovato linguaggio che riesca, stavolta, ad avere maggiore incisività laddove necessita esprimersi con chiarezza e senza pregiudizi: vedi, ad esempio, la carente azione di critica nei confronti di quella classe politica che legifera in maniera superficiale verso tutto ciò che riguarda la “famiglia” e la “sessualità” (attualmente è in esame alla Commissione Giustizia il ddl sull’omotransfobia). Personalmente, non per essere pessimista, dubito che il mondo evangelico – almeno in Italia – con tutte le divisioni e frammentazioni di statuti, dottrine e regolamenti, riuscirà a contrastare efficacemente tutto ciò che si oppone orgogliosamente contro Dio, anche perché reputo riduttivo l’impatto “una tantum” di cortei a favore della famiglia tradizionale: oltre a questo, serve testimoniare la fede cristiana sul posto di lavoro, in casa e nella società attraverso azioni coerenti che non cedono ad alcun compromesso, dimostrando di essere cristiani tutti d’un pezzo che non scendono a patti col mondo, costi quel che costi.

Certamente, in un momento storico che vede una Unione Europea farsi promotrice di leggi e iniziative volte a favorire una libertà di costumi che prende sempre più piede in ogni parte del pianeta, come si evince dalle leggi sulle nozze fra individui dello stesso sesso ammessa ormai in ben 28 paese del mondo, risulta arduo contrastare quel grido univoco di “libertè, fraternitè, egalitè” (.); ma chi svende la parola di Dio per fare proselitismo sperimenterà sulla propria pelle gli effetti di questa bramosìa carnale, dato che “non chi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli” (Matteo 7:21). Francamente, se io fossi responsabile di una comunità preferirei perdere le pecore pur di non svendere la Parola di Dio e, pertanto, sono del parere che il tempo per richiamare, esortare, correggere, insistere (2^ Timoteo 4:1-2) non è molto lungo. Orbene, se crediamo davvero che questa pestilenza annuncia l’inizio e non la fine delle doglie (.), e che le cose andranno a peggiorare, di conseguenza dovremmo vedere una chiesa più zelante, più incline a ricercare la santità e più radicale nel portare un vangelo controcorrente che, paradossalmente, non di rado “irrita” proprio quelli che si proclamano cristiani (!). E allora, chiediamoci, caro lettore: siamo parte integrante di questa Chiesa? Siamo effettivamente fedeli a Cristo? Aspettiamo che le cose cambino da sole, o Gesù chiama proprio noi a essere Suoi testimoni in mezzo a una generazione perversa e malvagia?

Pertanto, covid o meno, non possiamo fermarci a guardare le statistiche, ma dobbiamo guardare oltre il Giordano (il fiume dove la n/s carne va sepolta) e non aver paura delle grosse mura di Gerico (il nemico), poiché Gesù ci ha già dato ogni potere per farle crollare.

Salvatore Di Fede

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook