Cristiani laotiani, libertà a macchia di leopardo

Rappresentanti del governo assicurano che non vi è discriminazione per i fedeli, né violenze. Ma i cristiani subiscono emarginazione e arresti. Proibito il “proselitismo”.

Vientiane (AsiaNews/Rfa) – I cristiani protestanti in Laos godono di una libertà religiosa a macchia di leopardo. In molte situazioni essi subiscono freni e arresti, in altre meno, grazie a una legge che ufficialmente protegge la libertà religiosa.

Nella provincia di Luang Prabang, nel nord del Paese, secondo alcune testimonianze, sono gli stessi rappresentanti governativi a bollare il cristianesimo come una “importazione americana” e a limitare i diritti religiosi. E se talvolta i cristiani hanno problemi di vario tipo – sulla terra, sull’uso dell’acqua, di rapporti – perfino i capi-villaggio rifiutano di farsene carico: “I cristiani – dicono – non hanno alcun diritto”.

Raggiunti da Rfa, rappresentanti dell’Ufficio affari religiosi della capitale, affermano invece che “ogni abitante dei villaggi può credere in una qualunque religione. Cugini, fratelli, sorelle, possono vivere nello stesso villaggio e seguire religioni diverse”.

Un membro del Fronte laotiano nazionale per la ricostruzione a Vientiane assicura: “Diamo gli stessi diritti a chiunque nel credere nella fede che vuole, e se hanno dei problemi, li risolviamo per loro”.

“Nel nostro distretto – aggiunge – vi sono sette piccole chiese e ogni mese un rappresentante governativo della provincia arriva per parlare con loro e dare loro dei consigli”.

Un altro rappresentante della provincia di Houa Panh assicura che non vi sono violenze verso i cristiani. “Essi, però – aggiunge – non devono cercare di persuadere altre persone a credere nella loro religione”. Proprio questo aspetto talvolta risulta ambiguo perché sottende la differenza fra proselitismo e missione o annuncio.

Il 15 marzo scorso, il pastore Sithon Thipavong è stato arrestato per “attività religiose” a Kalum Vangkhea (provincia di Savannakhet). Egli è stato condannato a sei mesi di prigione, ma nessuna autorità ha mai precisato l’accusa.

Su una popolazione di poco più di 7 milioni, i cristiani sono circa il 2%. I protestanti sono l’1%; stessa percentuale i cattolici.

(AsiaNews/Rfa)

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