Da una vita di sesso, droga, suicidio, ad attivista in favore della vita: Come Dio mi ha riscosso dalle tenebre

LA STORIA DI MEAGAN WEBER  –

Tra la prima e la seconda gravidanza qualcosa è successo nella vita di Meagan Weber.  “Credevo  nel mantra “il corpo è mio e lo gestisco io”; facevo uso di droghe e vivevo «completamente immersa nella promiscuità», ma poi qualcosa accadde nel mio cuore”.

Meagan Weber oggi è impegnata nella lotta contro l’aborto negli Stati Uniti e racconta la sua «redenzione», il passaggio dalla disperazione alla gioia.

«SESSO E DROGA». Meagan è nata nel 1981 nello Stato di Washington e descrive così la sua giovinezza: «Dopo la separazione dei miei genitori, iniziai a passare da un’abitazione all’altra, completamente immersa in una vita promiscua: nessuno si prendeva cura di me, presi a drogarmi con l’anfetamina e mi ritirai da scuola senza diplomarmi».

Nel 2000 si trasferì a casa di sua madre per finire la scuola: «Smisi di usare l’anfetamina, ma continuavo ad abusare di altre sostanze e a vivere nella promiscuità».

Proprio l’11 Settembre del 2001 Meagan scoprì di essere incinta. Il suo ragazzo le chiese di abortire. Ma la madre la dissuase. Era del tutto contraria all’aborto, e le promise che l’avrebbe aiutata a crescere il bambino.

Meagan decise di portare a termine la gravidanza, ma per questo il ragazzo la lasciò.

Subito dopo si verificarono due tragici eventi  che portarono Meagan vicino alla morte: Il compagno della madre morì in un incidente stradale e la madre si tolse la vita.  Meagan, disperata, tentò di imitare la madre. Ma mentre si accingeva a suicidarsi gridò a Dio: “Se esisti portami dalla mia mamma oppure vieni e trasforma completamente la mia vita».

In quello stesso momento, un suo amico, che aveva saputo della scomparsa della madre, entrò in casa sua. La trovò rinchiusa in un armadio e la portò via con sé.

Un mese dopo fu invitata in chiesa. Il pastore fece un appello chiedendo se ci fosse qualcuno che voleva che Cristo cambiasse sua vita. Meagan alzò la mano. Dopo un po di tempo tornò a trovare il pastore».

Odiavo la Chiesa, pensavo a Dio come a un giudice e credendo fosse impossibile essere salvati, tanto valeva allora godersi la vita.  Fu anche per questo che rimase colpita dal fatto che, nonostante fosse incinta senza un marito, nessuno cercò di cambiarla.

“Si interessavano a me sinceramente, senza chiedere niente in cambio. Mi accompagnarono in un lavoro di conversione, di correzione amorevole per sanare le mie ferite».

Meagan non abbandonò subito la vecchia vita. Anzi dopo il parto cadde di nuovo nel vecchio stile di vita, tra feste e promiscuità, lasciando la bambina ad una baby-sitter.

Inevitabilmente  i problemi tornarono più di prima. Rimase incinta una seconda volta.

Il pastore e sua moglie continuarono a prendersi cura di lei, a rispettarla e incoraggiarla.  Durante una  visita in chiesa gli fu fatta una domanda che avrebbe definitivamente cambiato la sua vita: “Se per ogni partner sessuale che hai avuto avessi perso una parte del tuo corpo, cosa rimarrebbe adesso su quella sedia?”  “Oh..”, pensai “Forse qualche vena e un po di cartilagine.”

Così prese una decisione quella notte:  “Decisi di scegliere l’astinenza sessuale fino al giorno del mio matrimonio. Mi sentivo veramente distrutta e senza speranza. Così ci furono molti cambiamenti nella mia vita durante la mia seconda gravidanza;  persi il lavoro e la mia auto, eppure ho visto come Dio non mi ha fatto mancare nulla tramite e per mezzo del Suo popolo.”

E ‘stato un periodo molto duro,  ma Dio lo ha permesso per modellarmi e trasformarmi  in quel tipo di donna di cui un uomo in modo incredibile si è innamorato di me così come dei miei figli e mi ha chiesto di sposarlo.

Ho scelto l’astinenza con successo per due anni e mezzo fino alla mia prima notte di nozze. Mio marito mi ha trattato come una perla e ci siamo felicemente sposati nel novembre del 2006. Abbiamo quattro figli. Mio marito è pastore dei bambini nella nostra chiesa locale e da allora lavoro attivamente in  favore della vita e aiuto ragazze e donne che pensano all’aborto come una soluzione.

La mia vita è un libro aperto e spero e prego per ulteriori opportunità di poter condividere la vittoria che Dio mi ha dato.  Spero di salvare fisicamente e spiritualmente molte vite  con la mia storia e sogno il giorno in cui l’aborto non sarà più un’opzione legalmente disponibile”.

«Oggi ricevo centinaia di email da giovani ragazze che dicono di aver trovato la forza di tenere il loro piccolo. Altre mi raccontano che hanno smesso di credere che per ottenere amore sia necessario concedersi prima del matrimonio».

“Non lo avrei mai immaginato un tempo, ma ora sono felice, piena di gioia, senza paure. So che Dio è con me e mi ama. Non mi aspetto più la felicità da nessuno se non da Lui».

L’IMPEGNO CONTRO L’ABORTO. Per aiutare le donne a non abortire, Meagan le mette in contatto con i centri di aiuto alla vita, con chi può sostenerle dal punto di vista economico e racconta la sua storia: «Dico loro che i miei figli mi hanno salvato la vita. Che non è vero che non hanno scelta, che l’aborto ti rovina sia mentalmente sia fisicamente.

Nessuno dice loro la verità e cioè che il cuore dei bambini comincia a battere già 18 giorni dopo il concepimento, che l’aborto incrementa il rischio di cancro, che aumentano i problemi di infertilità. Le donne sono intelligenti, hanno solo bisogno di qualcuno che le aiuti a guardare ciò che già sanno e sentono».

https://www.chiesadiroma.it/testimonianze/10830/da-una-vita-di-sesso-droga-suicidio-ad-attivista-in-favore-della-vita-come-dio-mi-ha-riscosso-dalle-tenebre/

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook