Dalla preghiera alla possibile cura della nevrosi da stress

E’ una incontrovertibile verità che l’uomo di oggi vive stressato dalle preoccupazioni. Sia reali che immaginari. Siamo costantemente presi dalla angoscia del vivere, di non riuscire ad essere felici. Siamo preoccupati e non riusciamo ad alleggerirci dalle preoccupazioni. Si cerca nelle strade più varie, psicologi, psicoterapeuti e guru delle meditazioni a buon mercato. Come psicologo e psicoterapeuta devo ritenere che non sempre sono utili le estenuanti interpretazioni a costi anche esorbitanti. Non criminalizzo il valido supporto psicologico e psicoterapeutico, qualora si tratti di cura mentale. Ma non posso, come cristiano, tollerare le differenti pratiche a pagamento quello che è nella natura dell’uomo; ritrovare la tranquillità di animo, la relazione appagante di amicizia e amore. Eppure in un discorso chiaro e conciso, semplice e schietto, Gesù ci parla: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò» (Mc 6,31). Con queste parole si afferma la necessità dell’uomo di ritrovare in sé il senso e il significato del riposo. L’uomo ha necessità di recuperare in sé quella energia e tranquillità d’animo per fronteggiare ogni forma di nevrosi. Nell’epoca attuale, caratterizzata da forti cambiamenti delle scene politiche ed economiche, da situazioni di forti contrasti tra pace e guerra, tra fame e ricchezze, l’uomo vive la confusione esistenziale riparando in comportamenti che annullano la propria identità. O si comporta come gli dicono di fare ed è il totalitarismo o, al contrario, si comporta allo stesso modo degli altri ed è il conformismo (Riccardi. P., Ogni vita è una vocazione per un ritrovato benessere, ed. Cittadella Assisi, 2014). Senza identità non vi è coscienza. La coscienza è quel valore aggiunto, solo della specie umana, attraverso la quale ognuno può trovare il proprio significato di vita e la propria collocazione nel mondo. La coscienza è “l’organo di significato”, afferma lo psichiatra viennese Viktor Emil Frankl (Logoterapia e analisi esistenziale ed. Morcelliana 2001). Senza coscienza non vi è spiritualità e senza spiritualità si si cade in nevrosi, come nota uno dei grandi padri della psicologica, lo psicologo Carl Gustav Jung (Pratica della psicoterapia ed Boringhieri, To, 1993). Nella mia pratica clinica più volte mi sono confrontato con persone, definite nevrotiche ma che di base vivono un vuoto interiore da mancanza di senso. Da un punto di vista psicologico queste persone sono confuse tra l’orientamento totalitaristico e/o conformistico e quello interno psicologico, dettato dalla propria coscienza. Molto spesso le regole della società non coincidono con i bisogni psicologici delle persone. La società con le sue regole ci spinge alla fretta, ci convince a vivere secondo precise abitudini e mete da raggiungere. Ci fa credere che la sicurezza passi attraverso il raggiungimento di una posizione sociale, attraverso il potere o attraverso l’ottenimento di cose e oggetti il più delle volte inutili e superflui. Ma quali cose sono realmente importanti? Forse non si ha nemmeno il tempo per pensarle. Il vortice del lavoro, delle attività ci prende e ci inserisce in una catena di montaggio a cui non ci si può sottrarre. La società ci impone spesso un ritmo di vita frenetico e inaffidabile: produrre, puntare ad avanzamenti di carriera, primeggiare a tutti i costi, possedere. Sono queste solo alcune mete effimere che ci portano lontano dai bisogni più spirituali della vita. Sono queste mete ad allontanare dalla propria coscienza. E’ necessario fermarsi per la propria salute psicofisica. Non servono le grandi distanze per trovare il posto più solitario possibile, basta a costo zero ritirarsi in preghiera. Scientificamente studiata, oltre ai risvolti psicofisiologici, è un mezzo per arrivare alle nostre profondità, alla coscienza, al cuore «Perché l’uomo vero lo si trova nascosto nel cuore (1Pt 3,3-4).

Pasquale Riccardi

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