Dalla religione alla fede

Dio non ti sta chiedendo di “fare il bravo”. Ti sta abbracciando mentre ancora sanguini.

La religione ti addestra a fingere, a camuffare il dolore con il dovere. Ti ripete che se ti comporti bene, forse ti avvicinerai a Dio.
Ma è una trappola: perché più provi a salire con le tue forze, più ti accorgi che la scala è appoggiata nel vuoto.
Più ti sforzi di essere “degno”, più ti senti lontano.
E così, un po’ alla volta, impari ad odiare te stesso.
Perché nessuno riesce a vivere in un’illusione senza rompersi dentro.

Cristo, invece, ha rotto l’illusione.
L’ha spezzata con un gesto scandaloso: è venuto Lui da te.
Non quando eri forte, ma quando eri a terra.
Non quando avevi messo tutto in ordine, ma quando avevi rovinato tutto.

Non ti ha aspettato dietro un altare, ma ti è venuto incontro nel mezzo della tua vergogna.
Non ti ha chiesto di migliorare: ti ha guardato, ti ha riconosciuto, e ti ha amato come nessuno aveva mai fatto.
Là dove tutti ti giudicavano, Lui ti ha giustificato.

Smettere di fare sciocchezze non ti rende più vicino a Dio.
Ti rende solo più sano.
Ma non è il tuo cambiamento che attira Dio: è la Sua compassione che ti cambia.

La religione ti convince che “devi farcela”.
Gesù ti dice: «Io ce l’ho fatta al posto tuo».

La religione ti crea un’identità basata sulle prestazioni:
“Se fai bene, sei benedetto.”
“Se fai male, sei punito.”
Ma Cristo ti dà una nuova identità fondata su una croce vuota e su un trono di misericordia.
Lì non si misura il tuo comportamento.
Lì si misura solo il Suo amore.

Il Vangelo non è un contratto tra te e Dio.
È una dichiarazione eterna che il Figlio di Dio ha già firmato col Suo sangue.
Tu non stai cercando Dio.
È Dio che ha cercato te.
E ti ha trovato.
E non ha intenzione di perderti.

Marcello Donadio 


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